Terzo settore, da Napoli parte il «patto per l’amministrazione condivisa»

La rete campana del Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti incontra Manfredi e Trapanese

Patto per l’amministrazione condivisa
Patto per l’amministrazione condivisa
di Alessio Liberini
Giovedì 20 Aprile 2023, 18:34 - Ultimo agg. 19:42
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Un ponte all’insegna della collaborazione e dell’unione tra le realtà del terzo settore e le istituzioni locali per promuovere una società sempre più inclusiva e partecipata. È questo l’obbiettivo del «patto per l’amministrazione condivisa» lanciato stamane dalla rete campana del Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti (Cnca) attraverso un incontro a Palazzo San Giacomo con il primo cittadino di Napoli Gaetano Manfredi e l'assessore al welfare Luca Trapanese.

«I temi dell'accoglienza oggi sono sul tavolo nazionale del Governo - ha chiarito il sindaco partenopeo, Gaetano Manfredi, accogliendo positivamente la proposta di collaborazione - Napoli su questo tema rappresenta un luogo che affronta criticità ma anche sperimentazioni positive. Questo passaggio di lavoro insieme alle associazioni serve proprio per migliorare gli atti di welfare nella nostra città. Quindi questo patto lo sposo, partiamo da un approccio amministrativo che prepariamo nelle prossime settimane e poi ci rivedremo per ufficializzarlo e andare davvero avanti insieme.

La logica deve essere di passare dai progetti al partenariato fisso. Usciamo da progetti estemporanei ma passiamo a una selezione di partenariato, entrando in continuità di esperienze in alcuni territori, partenariati permanenti di 3-5 anni almeno». 

La «strada comune» parte tuttavia dai principi fondamentali della Costituzione italiana che, secondo gli attori del terzo settore, sono stati troppo spesso «traditi» creando un circolo vizioso che ha amplificato i divari aumentando le disuguaglianze già esistenti. «Percepiamo – racconta Salvatore Fedele, presidente della cooperativa sociale Irene 95 e di Cnca Campania - un forte rischio di arretramento dei diritti individuali e collettivi e al tempo stesso viviamo la necessità di nuovi approcci e politiche su cui investire oggi per generare futuro. Ecco perché il CNCA Regionale rilancia il tema delle comunità accoglienti. Abbiamo la necessità di ripensare lo sviluppo, anche quello economico, in una chiave collettiva sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale. Uno sviluppo socio-economico basato sulla capacità di prendersi cura delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Con una diversa concezione della spesa sociale: non più intesa come costo ma come investimento, premessa e condizione essenziale per lo sviluppo anche economico». «Su questo – precisa Fedele - proponiamo al comune di Napoli un patto di amministrazione condivisa sulle politiche di welfare che ci veda non meri erogatori di servizi o agenti delegati ma protagonisti competenti e riconosciuti dei necessari processi di cambiamento».

Un cambiamento di rotta che osservando i numeri sviscerati oggi in Comune dagli operatori del terzo settore risulta necessario per l’intero territorio regionale. A partire da uno dei dati più allarmanti: quello della dispersione scolastica. Secondo quanto emerso il 30% degli studenti degli istituti superiori della Campania non riesce a conseguire nemmeno il diploma. Numero che diventa ancora più preoccupante se si tiene conto solo del capoluogo di Regione dove si arriva addirittura al 35%. Una percentuale negativa che ad effetto domino porta ad un dato complessivo estremamente nefasto: il 23 per cento dei giovani tra 18 e 24 anni, secondo quanto riferito dal Cnca (che comprende una rete di 12 soggetti del Terzo settore), risultano del tutto emarginati. Ovvero fuori dal mondo del lavoro, dello studio e distanti persino dai corsi di formazione professionale. Tutti dati che vanno tristemente a braccetto con quelli della povertà abitativa che tocca da vicino tantissime famiglie del comune partenopeo. Basti osservare che nell’ultima graduatoria per gli aventi diritto alla casa popolare a Napoli risultano oltre 8.700 domande, mentre in città almeno 40mila persone abitano in bassi. A loro si aggiungono poi oltre 2mila persone Rom e almeno un altro paio di migliaia di persone che vivono in alloggi del tutto impropri e molto spesso pericolosi. 

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«Sentiamo fondamentale – motiva Angelica Viola, socia fondatrice della cooperativa sociale L'Orsa Maggiore e componente dell'Esecutivo Nazionale del CNCA - che dai territori, e in particolare dalla città di Napoli, le politiche di welfare, insieme a quelle di contrasto delle povertà e delle disuguaglianze, vengono assunte come asse prioritario e trasversale dell’agire amministrativo, come bene comune che riguarda l’insieme della comunità in quanto unica possibile chiave per costruire benessere e sicurezza collettiva. Proponiamo al Comune, nella chiarezza e nel mantenimento della sua funzione di governo e coordinamento dei servizi di definire un “patto di amministrazione condivisa” con la nostra organizzazione e di realizzare una sinergia progettuale ed operativa che veda anche un dialogo continuo con Assessori e Dirigenti afferenti ad altre aree che pure sono implicate nelle pertinenti politiche di welfare, dai giovani ai beni confiscati, dai parchi ai beni comuni e all’urbanistica».

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