Unione Industriali di Napoli, niente intesa: è Tavassi il primo candidato

Unione Industriali di Napoli, niente intesa: è Tavassi il primo candidato
di Nando Santonastaso
Sabato 13 Giugno 2020, 11:00
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È Francesco Tavassi il primo candidato ufficiale alla successione di Vito Grassi alla presidenza dell'Unione industriali di Napoli. La sua proposta di autocandidatura, accompagnata anche dalle linee generali del suo programma, come prevedono le norme dell'Associazione, è stata presentata e protocollata alla Commissione dei saggi che da mercoledì prossimo, 17 giugno, apriranno le consultazioni della base associativa, primo dei tre appuntamenti già comunicati (le altre due date sono il 19 e il 22 dello stesso mese). Si attende ora l'analoga decisione di Costanzo Jannotti Pecci, di fatto già schierato da giorni sul versante opposto con gli imprenditori che lo sostengono. Indicazioni certe sulla formalizzazione della sua candidatura per ora non ci sono ma che la partita resti a due non dovrebbero esserci ormai più dubbi.

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I saggi, gli stessi che due anni fa hanno espletato l'analogo iter procedurale in occasione dell'elezione di Grassi, candidato unico, dovranno relazionare al termine delle consultazioni alla giunta dell'Associazione, cui spetta la valutazione decisiva sull'ammissibilità dei candidati e il successivo via libera al giudizio dell'assemblea dei soci. In linea del tutto teorica il voto potrebbe avvenire tra fine mese e inizio luglio ma anche su questo punto, considerato il clima degli ultimi giorni, la prudenza si impone. In tempi più o meno analoghi dovrebbe arrivare a conclusione anche l'altro, delicato capitolo della vita confindustriale, questa volta su scala regionale. Ovvero, la possibilità o meno di Vito Grassi, presidente uscente della Federazione campana, di ottenere l'anno di proroga che gli permetterebbe di essere confermato alla presidenza del Consiglio degli Affari regionali e alla vicepresidenza di Confindustria per il biennio 2022-23. L'altra sera Grassi e i colleghi presidenti delle territoriali campane si sono parlati a lungo nell'incontro informale di Salerno il cui esito, come già riferito ieri, si può definire sostanzialmente interlocutorio. Si è concordato di approfondire ulteriormente la questione nell'arco di una decina di giorni (dopo la fine delle consultazioni per Palazzo Partanna) ma nei fatti la palla è rimasta nella metà campo di Grassi. Nel senso che sarà lui a dover indicare una via d'uscita dall'impasse nato, come avrebbe ribadito anche in questa circostanza, dalla mancata attenzione ad una norma statutaria che se recepita in tempo avrebbe potuto disinnescare il problema. Il presidente uscente, che ha beneficiato di una proroga fino al 29 maggio, avrebbe già dovuto cedere il testimone al presidente di Caserta Gianluigi Traettino nel rispetto degli accordi presi a suo tempo e del principio dell'alternanza, due anni Napoli due anni una delle territoriali. I presidenti di Caserta, Salerno, Benevento e Avellino, sia pure in un clima di dialogo e di reciproco rispetto umano e imprenditoriale, hanno confermato a Grassi la volontà di vedere rispettato l'accordo e le norme dello statuto regionale. Nessun passo indietro, insomma, sul piano formale ma al tempo stesso c'è stata la più ampia disponibilità a vedere fino in fondo come superare il problema. Come detto sarà il patron della Graded, che tra questo caso e le polemiche sulla sua successione a Palazzo Partanna non è riuscito finora nemmeno a illustrare il suo programma per il Consiglio degli affari regionali di Confindustria, a dover trovare una risposta.

In ballo, al di là della successione, c'è anche o forse soprattutto una fetta del suo nuovo e prestigioso mandato. Che fare, dunque? È possibile una modifica dello statuto condivisa da tutte le territoriali che sancisca il diritto di Traettino di diventare presidente regionale di Confindustria? Sarà necessario l'intervento di Confindustria nazionale, come da qualche parte si dà già per scontato? Sono i due interrogativi-chiave per il futuro di un organismo che sicuramente ha minore visibilità rispetto a quella delle singole Unioni provinciali, Napoli in testa, ma che in questa fase ha calamitato su di sé un'attenzione decisamente sconosciuta al passato.

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