«No alla chimica in agricoltura», domani il convegno alla Reggia di Portici

dal sito ufficiale del FAI
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Lunedì 29 Novembre 2021, 14:18
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Garantire modelli di sviluppo, di produzione e di consumo sostenibili ai fini della sicurezza alimentare e della tutela del Pianeta, è prima di tutto uno dei 17 obiettivi,  fissati da Agenda 2030, sottoscritti dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu. Martedì 30 novembre 2021 presso la Sala Cinese della Reggia di Portici, Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, si aprirà alle 16 il secondo appuntamento sulla sostenibilità in agricoltura, nell’ambito di un progetto di ricerca lanciato dall’ateneo partenopeo. Un problema al quale la Campania non può rimanere indifferente. 

“Ortaggi da foglia a residuo zero tra problematiche e opportunità” è il titolo del convegno, realizzato in collaborazione con ALma Seges, tra le più grandi cooperative agricole del Mezzogiorno con sede nella Piana del Sele e operante in tutte le regioni del Sud Italia. In chiusura, alle 18:30, lo Show Cooking a cura dello Chef Gennaro Esposito, Torre del Saracino – 2* Michelin, presso la Dispensa del Re della Reggia di Portici.

«Un modello di crescita oggi deve essere in grado di coniugare la competitività con la sostenibilità - ha dichiarato Stefania De Pascale, docente del Dipartimento di Agraria - oggi è necessario avere una visione integrata di sviluppo green.

L'impronta ecologica del cibo infatti deriva dallo studio delle possibilità e dei limiti insiti nel progresso tecnologico per la produzione di cibo come dall’analisi delle proposte innovative avanzate dal panorama accademico. Occorre dunque lavorare nel segno del “Residuo Zero” attraverso l'organizzazione di un sistema premiante delle filiere di qualità e sulla comunicazione al consumatore che spesso non è in grado di distinguere i tranelli che si nascondono nell’etichetta».

«Tradurre problemi globali in ricerca innovativa e governance attive, è compito delle università e di tutti i soggetti di settore coinvolti - ha commentato Aristide Valente presidente di Alma Seges - al fine di stimolare una maggiore consapevolezza sia nelle pratiche agricole sia nel consumo di alimenti. Ecco perché è necessario che anche i produttori partecipino al processo di transizione ecologica riflettendo sulle problematiche, sulle necessità e recependo gli indicatori di sostenibilità nel food system».

È fondamentale intervenire nel cortocircuito che si crea all’interno della filiera agricola. La produzione agricola italiana infatti è in scacco della grande distribuzione organizzata che impone il prezzo più basso condizionando di fatto la qualità dei prodotti e le tutele dei lavoratori. D’altra parte i consumatori chiedono pratiche più virtuose in agricoltura, ovvero la riduzione dell’impiego degli agrofarmaci e sostanze chimiche in agricoltura per accedere ad un cibo più sano.

Nonostante gli sforzi compiuti dagli operatori agricoli verso il biologico e l'agricoltura integrata certificata, non sempre sono riusciti a ricevere il giusto compenso per il proprio lavoro e per gli investimenti fatti, scontrandosi con le pressioni della Gdo.

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