Venerdì pomeriggio, alle ore 17.30, nella Sala consiliare del Comune di Piano di Sorrento, sarà presentato il libro «Tesori nascosti, Giovanni Massa artista intagliatore», curato da Antonino De Angelis e pubblicato da Surrentum per conto della Fidapa penisola sorrentina.
Dopo i saluti del sindaco Salvatore Cappiello e del vice sindaco Giovanni Iaccarino, interverranno Mena Gentile, presidente della sezione locale della prestigiosa associazione, il ceramista Marcello Aversa, lo storico Antonino De Angelis e la critica d'arte Assunta Vanacore. Modera Antonino Siniscalchi.
Si tratta di un importante contributo alla storia dell’artigianato sorrentino che mette a centro dell’attenzione uno dei suoi maggiori protagonisti fra l’Ottocento e il Novecento.
La pubblicazione mette in risalto un aspetto fin qui sconosciuto del maestro, quello dell’artista a tutto tondo. Sono stati recuperati documenti e disegni, nonché sculture sacre, qui pubblicate per la prima volta, che rivelano il suo talento. Un aggiornato profilo critico, a firma di Assunta Vanacore, mette in luce la personalità fuori del comune di questo protagonista dell’artigianato d’arte della penisola sorrentina e non solo.
Allievo prima e collaboratore dopo di Giovanni fu suo figlio Pietro, valido comprimario nella realizzazione dei più importati lavori firmati dall’accorsata ditta Massa. Anche lui, come suo padre, si distinse nella realizzazione di sculture, pitture e disegni eseguiti per diverse finalità oltre a quella della progettazione di mobili. Dal materiale pervenuto a noi dall’archivio di famiglia è difficile distinguere con esattezza i lavori di Pietro da quelli di suo padre soprattutto quando i due furono fianco a fianco nello stesso laboratorio alla traversa San Michele dove insieme realizzarono la produzione di quegli anni.
Alla morte di Pietro Massa avvenuta il 15 febbraio del 1947, cinque anni dopo la scomparsa di suo padre, il laboratorio posto all’interno di un piccolo cortile di via San Michele fu dismesso e chiuso per i successivi quarant’anni.
Solo nel 1987, quando gli effetti del terremoto imposero l’evacuazione dell’edificio quel locale fu riaperto e svuotato del suo contenuto; apparve uno scrigno di cimeli e di ricordi che, sebbene avvolti nella polvere e nelle ragnatele, rimetteva in luce tutto quello che i Massa, padre e figlio, avevano lasciato. Restituiva materiali, attrezzi, oggetti e gran parte dell’archivio in cui erano stati conservati vecchi cataloghi, acquerelli, fotografie e tanti disegni-progetto di armadi, tavoli, sedie, canterani, segrétaire, banchi e arredi di negozi e case private. Tutto questo restituisce il delizioso volumetto, sia per la riscoperta di un artista e di una tradizione centenaria.