“Sanremo”, a Napoli due proiezioni del film che racconta l'Alzheimer

“Sanremo”, a Napoli due proiezioni del film che racconta l'Alzheimer
Venerdì 1 Luglio 2022, 10:13
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Approdato nelle sale cinematografiche italiane dallo scorso 23 giugno, esce anche a Napoli il film sloveno che racconta l’amore attraverso una relazione tra una coppia di anziani affetti dal morbo di Alzheimer: “Sanremo”. Un film d’autore romantico, poetico e riflessivo, scritto e diretto da Miroslav Mandić che fa i conti con la perdita di memoria, le emozioni istintive e lo stupore infantile dettato da una condizione di assopimento dalla realtà e dal passato, un mondo in cui l’età non conta in rapporto ai sentimenti e in cui il primo incontro con l’amore, nella sua casualità, innocenza ed impressione sensitiva, può ripetersi all’infinito.

Sarà il cinema Vittoria della città partenopea ad ospitare due speciali giorni di proiezione il 12 e 13 luglio.  Protagonisti del film sono tre noti attori sloveni: Sandi Pavlin, nel ruolo di Bruno, Silva Čušin in quello di Duša e Boris Cavazza che interpreta Dare. Direttore della fotografia è Peter Zeitlinger.

Un film scandito da un susseguirsi di immagini estremamente suggestive, una storia in cui i protagonisti non sentono i limiti dei loro anni ed esprimono i propri sentimenti col candore dell’infanzia. Tra nostalgia, confusione, amore e divertimento la pellicola racconta di Bruno, un anziano affetto da Alzheimer, ospite di una casa di riposo, ogni giorno si innamora di Duša, e ogni sera se ne dimentica. Duša, una gentile signora ospite della stessa struttura, anche lei affetta da Alzheimer, è una figura un po’ ambigua, forse un po’ maliziosa. Talvolta i due si incontrano durante le attività proposte nella struttura e flirtano come se si scoprissero per la prima volta, altre invece non si riconoscono nemmeno. Quando Bruno è in compagnia di Duša, prova un dolce “sollievo” che allevia la sua confusione e nostalgia per il passato. Un passato che riaffiora invece con forza quando è solo, e lo spinge a fuggire dalla casa di riposo. Desidera invano ritornare a casa sua, da sua moglie e dal suo cane, che però purtroppo non ci sono più.

 “Quando ero bambino – afferma il regista - la mia famiglia e le famiglie del circondario amavano riunirsi davanti alla televisione durante il Festival di Sanremo. In particolare, mio padre era follemente innamorato di Gigliola Cinquetti e ricordo perfettamente quando cantò la canzone “Non ho l’età”, ora colonna sonora del film, mio padre la guardava con un’ammirazione e una devozione incredibili.

Per questo motivo ho voluto dedicare una scena ricordando proprio quella performance con le stesse parole usate da mio padre nel 1964.”

La storia racconta Mandić prense spunto da un tortuosa parte di vita che lui in primis ha visto: «Alcuni anni fa, quando mio zio era ancora vivo, andavo spesso a trovarlo nella casa di riposo che lo ospitava. Non era demente, ma comunque faceva difficoltà a ricordare i fatti più recenti. Se per contro gli ricordavo qualcosa del passato, mi raccontava di eventi accaduti venti o addirittura trent’anni prima con tanto di dettagli. Nella sua stessa stanza, il letto accanto era occupato da un altro vecchietto in stato di incoscienza. Mi sono commosso per l’impotenza di quelle persone, per i loro sporadici sorrisi e per l’infantilità con cui percepivano le cose, nonché per la loro vulnerabilità ed empatia. Quindi ho immaginato un’eventuale storia d’amore tra un’anziana signora e per esempio mio zio. In alcuni momenti avrebbero potuto chiacchierare senza alcun problema, ma subito dopo perdere tutte le energie l’uno per l’altra, o interrompere la comunicazione per un improvviso dolore o semplicemente per dimenticanza».

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