Pasqua a Sorrento, lunedì il primo corteo di Marina Grande della Settimana Santa

La partenza con la processione dell’Addolorata «Mira la Stanca Madre»

La processione di Marina Grande
La processione di Marina Grande
di Antonino Siniscalchi
Domenica 24 Marzo 2024, 18:00
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Le sacre rappresentazioni del Giovedi e Venerdi Santo a Sorrento e dintorni sono forme di culto popolare di antica tradizione. Si fondano sull’esigenza di trasmettere, attraverso simbolismi che le caratterizzano, la Passione di Cristo come momento storico presente, ripresentando il messaggio evangelico del sacrificio salvifico del Redentore. Sebbene siano connotate da un mesto rigore, sono rappresentazioni direttamente legate alla vita, alla risurrezione di Cristo, alla Pasqua.

Il programma 

Quella dell'Addolorata, organizzata dall'Arciconfraternita di Santa Monica, parte alle 3 del mattino dalla Chiesa della Santissima Annunziata. Il corteo percorre le strade cittadine. La processione del Cristo Morto, invece, comincia alle 20. Il corteo si muove dalla sede dell'Arciconfraternita della Morte in via Sersale. La processione viene aperta dalla Banda Musicale che intona musiche funebri di Chopin. Lo stendardo nero della Compagnia della Morte apre la sequenza dei Martiri. Seguono i lampioni. Poi, il coro polifonico del Miserere che con le parole del salmo di Davide implora il perdono delle proprie colpe. Prologo delle due processioni, a Sorrento, domani sera, alle ore 20.30, da Marina Grande si muove verso il centro cittadino la processione dell’Addolorata «Mira la Stanca Madre»; giovedì sera (ore 21), la visita agli Altari della Reposizione, organizzata dalla Venerabile Arciconfraternita del Santissimo Rosario, si apre dalla chiesa di San Paolo. 

Le processioni sorrentine sono caratterizzate da un analogo schema di svolgimento. Esse sono aperte dalla Banda Musicale, la quale suona le tradizionali marce funebri. Sopraggiungono, poi, il troccolante e i quattro incappucciati di “apertura”. A seguire è tutto un alternarsi di piccole croci, portate a spalla dai partecipanti più piccoli, e fiaccole o lampioni. In questa prima parte del corteo sfilano i simboli dei sodalizi: labaro, vela, pannetto. La seconda parte dei cortei è caratterizzata dalla sfilata dei martìri o misteri, ossia i simboli delle sofferenze inflitte a Cristo nel suo cammino verso il Golgota: calice e ostia a simboleggiare l’istituzione dell’Eucarestia, il gallo che rappresenta il rinnegamento di Pietro, la corona di spine, le fruste, i chiodi, il martello e tutti gli altri simboli del racconto evangelico della passione di Cristo fino a giungere alla nuda croce dalla quale il Signore fu deposto. Le processioni si concludono con il coro del Miserere, le statue, i confratelli e il governo delle Arciconfraternite. In particolare, il coro del Miserere, a tre voci maschili pari, è, probabilmente, il particolare più struggente ed emotivamente coinvolgente della processione: i circa duecento cantori, con potenza e intonando una melodia lacerante, pregano usando le parole del Salmo 50 di Davide attraverso il quale si accusa il proprio peccato, chiedendo pietà a Dio e l’invito a sostenere la conversione autentica del cuore. L’uscita della processione nasconde agli occhi dei fedeli tutta la fase di preparazione interna alla chiesa. I partecipanti alla processione accedono in chiesa molto tempo prima dell’inizio del corteo. Dopo di che, all’ordine impartito dal Priore di abbassare gli “scapolari”, a volto coperto e con un’emozione che solo chi partecipa può forse comprendere, iniziano ad essere assegnati i posti a ciascun partecipante. Qui entra in gioco il caso: i confratelli distribuiranno gli arredi sacri senza conoscere l’identità dei partecipanti. È questo un modo per poter dare ancora maggiore risalto al concetto che il vero protagonista della rappresentazione è il messaggio e non il messaggero. Conclusa la distribuzione degli oggetti, la processione è pronta per partire. Il Padre spirituale introduce in preghiera il cammino penitenziale, le luci della chiesa si spengono, la commozione è altissima, il cuore batte forte: si spalancano le porte del tempio, la banda suona la marcia d’inizio, il Miserere intona le prime strofe, il fumo dell’incenso inonda l’aria. Inizia così il cammino penitenziale. Nel cammino, partecipanti e spettatori avranno l’occasione di sperimentare il silenzio e la solitudine: occasione irripetibile per poter meditare, pregando, sui bilanci della propria vita, sulla reale intenzione di vivere la Pasqua come rinati o continuare a vivere i pesi che appesantiscono il nostro passo. In sintesi, il vero protagonista dei sacri cortei è il Vangelo di Cristo, il Suo messaggio di salvezza e di amore. Per quanto si possa essere attratti dall’aspetto meramente estetico di questi riti non si può fare a meno di invitare tutti a compenetrarsi in quello che è il loro reale significato. Solo così si renderà palese il motivo per cui Sorrento, la sua storia, la sua tradizione continua a tramandarsi da secoli. 

A Meta sono tre le processioni.

La prima, organizzata dall'Arciconfraternita della Santissima Immacolata, si muove giovedì sera (ore 20.20) da via Cesine, alle spalle della basilica di Santa Maria del Lauro. Nella notte tra giovedì e venerdì, invece, la solenne cerimonia di uscita della processione organizzata dall'Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso e Pio Monte dei Morti (ore 2.30). Venerdì sera, infine, le due congreghe percorrono lo stesso itinerario (ore 20). 

A Piano di Sorrento, invece, prologo martedì alle ore 20.15 con la processione bianca «Il cammino della croce», curata dalla Confraternita della beata Vergine Immacolata e dei Santi Nicola e Luigi. Poi, tra giovedì e venerdì, quattro congreghe organizzano ben sette processioni. La prima ad alimentare il sacro corteo è quella “bianca” della Venerabile Arciconfraternita dell’Annunziata, che esce giovedì sera, alle ore 20.15, dal Largo dell'Annunziata. Altre due processioni “bianche” sono organizzate dalla Confraternita della Purificazione di Maria Santissima, che escono dalla Chiesa parrocchiale di Mortora, alle 2.30 e alle 19.30 di venerdì. Due anche le processioni “rosse”, promosse dalla Venerabile Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini e Convalescenti. Si muovono entrambe dalla Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità, giovedì alle 21.15 e alle 20.15 di venerdì. Due, infine, quelle “nere”, promosse dalla Venerabile Arciconfraternita della Morte ed Orazione. La prima della “Madonna Addolorata”, nella notte (ore 2.45), con la visita agli Altari della Reposizione in via Madonna di Rosella, nella Chiesa di Mortora, di Santa Teresa e nella Basilica di San Michele Arcangelo. Alle 20, dalla stessa Basilica di San Michele Arcangelo, esce la processione del Cristo Morto. 

 

A Sant’Agnello giovedì sera alle 20.15, processione del Cristo Orante nel Getsemani, organizzata dalla confraternita dei Sacri Cuori di Maria e San Giuseppe. Attraversa Maiano, via Gargiulo, Corso Italia, via Ciampa, Iommella grande e piccola e via San Giuseppe, prima del rientro. Segue alle 2.30 l’altra processione bianca, dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Natività di Maria. Partendo dalla Congrega percorre le vie: Crawford, Cappuccini, Angri, don Minzoni, Balsamo e Pini, Iommella grande a salire fino in piazza della Repubblica ed infine corso Italia. Venerdì alle 20.30, la nera, organizzata dalla confraternita del Pio Monte dei Morti e dei Santi Prisco ed Agnello: prima sale a Maiano, poi scende a San Biagio proseguendo per Iommella piccola, viale dei Pini, Iommella grande, piazza della Repubblica ed il Corso Italia.

A Massa Lubrense il primo appuntamento del Venerdì Santo è alle ore 20 a Torca. La processione organizzata dalla Congrega di San Filippo Neri fa tappa a Sant'Agata e Pastena. Il corteo dell'Arciconfraternita Morte ed Orazione, infine, esce dalla Chiesa ex Cattedrale alle ore 20.30. Prosegue per via Roma e via Palma, Rivo a Caso, piazza Marconi, via Mortelle, via Massa-Turro, viale Filangieri.

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A Vico Equense, una tradizione che si rinnova ogni tre anni. Un evento unico nel suo genere, scandito da momenti di profondo raccoglimento vissuti assieme all’intera collettività. La spiritualità dei giorni della Passione di Cristo che rivive in una storica processione che parte da Seiano, il cuore dell’intera iniziativa. Sono queste alcune delle emozioni che dal 1865 accompagnano il percorso della Rappresentazione Triennale del Cristo Morto, evento organizzato dall’Arciconfraternita “Morte e Orazione”, che si terrà venerdì alle 19.30 e che partirà proprio da Seiano. Una peculiare manifestazione religiosa in grado di unire l’espressione della Fede a momenti di profonda commozione, grazie alla consueta sfilata dei vestiti dell’epoca, dei 14 soldati a cavallo e del coro delle voci bianche. Un cammino itinerante particolarmente intenso in cui vengono raccontati i diversi momenti che anticipano la Morte di nostro Signore Gesù Cristo. 

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