Tra «Quarto Ambiente» e città cislunari, lezioni spaziali in Piazza Municipio

Tra «Quarto Ambiente» e città cislunari, lezioni spaziali in Piazza Municipio
di Cristian Fuschetto
Venerdì 11 Maggio 2018, 16:50
6 Minuti di Lettura
Era il 1983, l’Italia calcistica (e dunque l’Italia) godeva ancora del suo primato mondiale, Napoli e la Campania stavano per godere di un primato letteralmente spaziale. Erano i tempi dello Space Shuttle, strano ibrido tra razzo e super-aereo concepito dalla Nasa per poter disporre di un mezzo di trasporto economico in grado di fare da spola tra la superficie terrestre e l’orbita bassa. Veicolo spaziale alato, lo Space Shuttle era in grado di decollare verticalmente come un razzo, ridiscendere nell’atmosfera terrestre e atterrare come un aeroplano sulla pista di un aeroporto. Un piccolo miracolo ingegneristico (dalle alterne fortune).  

Luigi Gerardo Napolitano, l'uomo dello Spazio
Tra gli obiettivi della Nasa c’era quello di utilizzare lo Shuttle anche come laboratorio scientifico. D’accordo con l’Agenzia Spaziale Europea si diede così avvio alla costruzione di quello che sarebbe diventato lo Spacelab. Se ne incaricarono la Germania e l’Italia che, negli stabilimenti di Pomigliano di Thales Alenia Space, realizzò per intero le strutture interne del primo laboratorio spaziale europeo. Così quando lo Space Shuttle Columbia prese il volo nell’aprile del 1983, insieme ai sei astronauti, in rotta per lo Spazio c’erano anche tutte le speranze di comunità scientifica e in particolare di un uomo che sin dall’inizio aveva non solo accolto quella sfida ma aveva contribuito a renderla possibile. Era Luigi Gerardo Napolitano, allievo del mitico generale Umberto Nobile, direttore dell’Istituto di Aerodinamica della Federico II, tra i fondatori dell’Agenzia Spaziale Italiana, del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Cira) e del Microgravity Advanced Research and Support Center. Fu grazie a lui che l’Istituto “Umberto Nobile” e il Politecnico di Napoli divennero famosi in tutto il mondo, tanto da ospitare nel 1985 due degli astronauti che avevano condotto con successo la missione Spacelab. Ressa di studenti, lezioni sospese, tutti ad ascoltare quegli uomini tornati dallo Spazio con tanto di gagliardetto tricolore dell’Istituto “Umberto Nobile” riportato a terra dopo essere stato in orbita con lo Shuttle.

E’ in quell’atmosfera di entusiasmo consapevole, di senso del futuro nutrito da visione scientifica, che Napolitano elabora in concetto di “Quarto Ambiente”. Lo Spazio sarebbe presto diventato, anzi forse già lo era, un ambiente da esplorare e colonizzare, dopo terra, mare e cielo. E il suo motto “Nello Spazio, dallo Spazio, per lo Spazio” cominciava a rappresentare, sia a livello locale che mondiale, la quint’essenza delle potenzialità delle ricadute della ricerca, introducendo anche la nozione di "lavorare in diretta da Terra" con le apparecchiature in orbita grazie alla “Telescienza”.

A lezione di Spazio al Museo della Pace
A ripercorrere la storia del gruppo di ricerca guidato da Napolitano e a formulare lo stato dell’arte del “Quarto Ambiente”, sabato 12 maggio si terrà la prima tappa di un ciclo di conferenze organizzato dal Center for Near Space (Cns) nell'ambito della mostra “Civilizzare l'Urbano”, presso il Museo della Pace “Mamt” in Piazza Municipio a Napoli. Un percorso che fino al 22 giugno porterà scienziati, divulgatori, ricercatori, architetti e anche fumettisti a confrontarsi su quel mistero di cui, come scriveva Ray Bradbury, “Abbiamo bisogno per una serie di motivi che ancora non conosciamo”. 

Articolata prevalentemente in video e spazi tematici, la mostra ne dedica uno proprio al Quarto Ambiente e “OrbiTecture” - progetto del Center for Near Space e dell'Italian Institute for the Future - e un altro a “Le Carré Bleu, feuille internationale d’architecture” che sin dall’inizio ha influenzato la ricerca dei progettisti del PCA allo Spazio con “Viaggio virtuale in 50 anni di teoria e pratica progettuale”.

Il Cns è centro di competenza per lo Spazio dell’associazione no-profit Italian Institute for the Future. «Nato nel luglio 2015 – ricorda Gennaro Russo, direttore Center for the Near Space –  il Cns ha tra suoi obiettivi primari quello di contribuire alla diffusione della cultura spaziale tra le nuove generazioni colmando il gap tra lo Spazio ed il grande pubblico, e promuovere lo sviluppo del settore privato dell’Astronautica Civile». il Cns ha lavorato a un nodo spaziale di interscambio con 100 abitanti (OrbiTecture), a uno spazioplano ipersonico per voli stratosferici di crociera e voli suborbitali (HyPlane), a campagne di piccoli voli parabolici su aerei dell’aviazione generale per far assaporare anche per poco l’esperienza della bassa gravità (JumpinFuture)”.

Dal Quarto Ambiente alla Città Cislunare (non senza disavventure)
Si parte dalla conferenza del 12 maggio dedicata proprio al “Quarto Ambiente”. Introdotti da Maria Cava, i lavori si concentreranno sulla storia dello Spazio in Campania, sulla microgravità (altro concetto introdotto da Napolitano) e sulle attuali tecnologie di esplorazione dello Spazio. Con lo spirito del Center for the near Space, parlare al pubblico non solo con il linguaggio dell’ingegnere, il 19 maggio si parlerà di città, di spazio e città spaziali attraverso i fumetti con l’aiuto del team di “Oltre le Nuvole” a cura dell’associazione Amici di Città della Scienza. Il 25 maggio sarà lanciata l’iniziativa Amici dello Spazio; con lo scopo di creare una rete di esperti e personalità con il compito di diffondere principi e concetti del Center For The Near Space come fossero veri e propri ambasciatori.

Il 1° giugno ci sarà la conferenza “Mondi Vicini e Lontani. Case Vicine e Lontane” con due protagonisti di livello mondiale come Roger Hunter della Nasa e responsabile del Progetto Kepler che ha scoperto oltre 5000 esopianeti, e Pietro Schipani dell’Osservatorio di Capodimonte dell’INAF. Il 9 giugno si ritornerà di nuovo più vicina alla Terra.
Per poter sviluppare l’Astronautica Civile, è necessario poter accedere allo spazio in modo più economico, friendly e frequente. In questa direzione si sta lavorando negli Stati Uniti da quasi 20 anni con la nascita di imprese come SpaceX, Blue Origin, Virgin Galactic, Deep Space Industries ed altre.

«In Europa – spiega Russo – siamo molto dietro e si vede ancora molto molto poco. In Italia ancora meno. Il seminario Hyplane, la soluzione Made in Naples per il Turismo Spaziale illustrerà un’idea nata alcuni anni fa a Napoli. Hyplane è un concetto unico nel suo genere, riconosciuto in quanto tale a livello internazionale, che ha l’obiettivo di facilitare l’accesso umano allo spazio più vicino a noi attraverso voli suborbitali». Il 15 giugno è dedicato alle "Disavventure Spaziali" perché ogni attività umana è soggetta a incidenti, talvolta anche catastrofici. Il seminario è coorganizzato con il Project Management Institute Southern Italy Chapter e illustrerà alcuni incidenti realmente accaduti nello spazio in parte molto poco noti, e farà capire come si cerca di minimizzarne l’occorrenza attraverso il Risk Management.

La conferenza di chiusura è dedicata a "OrbiTecture e la Città Cislunare". Il team di design del Center for Near Space ha sviluppato l’idea di una infrastruttura orbitale nello spazio fra la Terra e la Luna provando a risppondere a quattro requisiti: autonomia, permanenza, sperimentazione, esplorazione. 
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