Baba Yaga Teatro presenta Rosalba Di Girolamo in «Amado mio», un omaggio a Pier Paolo Pasolini, sabato 9 marzo alle ore 20.00, al Tin Teatro Instabile Napoli.
Chi è Pier Paolo Pasolini? un intellettuale, un poeta, un regista, uno sceneggiatore, un profeta. Pasolini è tutto questo, si. Ma è innanzitutto un uomo, anzi un ragazzo, come lui stesso amava definirsi. «Siate giovani»: questa la consegna che fa ancora risuonare nel cuore di chi lo ascolta.
«Amado mio» - dice la Di Girolamo - è il titolo di una raccolta di scritti giovanili pubblicati postumi dal cugino Nico Naldini, quello della canzone che tanto amava cantata da Rita Hayworth, ed è la mia dichiarazione d’amore per Pasolini. Ho avuto il privilegio di aver “dovuto” leggere molti suoi scritti per costruire un iter narrativo che lo raccontasse, e quindi di averlo avuto al mio fianco per mesi.
La scena si apre con la settima sinfonia di Beethoven e una lettera in cui Pasolini, giovane universitario, svela al suo amico d’infanzia la grande passione che ha per la musica, per introdurre un racconto di vita che tra lettere e confessioni, liriche amorose e dolorose invettive, ritrae un Pasolini inedito dai primi anni 40 fino al fatidico 1975.
Tutta la narrazione è immersa nella musica,quella di Bach innanzitutto, colonna sonora della sua vita, che ne racconta salienti momenti di discontinuità. Dalla vita universitaria, alla dolorosa accettazione della sua sessualità, dalla guerra alla militanza antifascista, dal rapporto conflittuale col padre e quello profondissimo con la madre, dagli uomini alle donne della sua vita, dalle difficoltà economiche, al successo: «Amado mio» disegna un Pasolini poco conosciuto, lieve e appassionato, per trasformarsi in un inno alla vita, «un grido di gioia, orgiastico-infantile, destinato a durare oltre ogni possibile fine».
Tempo fa ho visto un documentario in cui l’intervistatore chiedeva a giovani ragazzi se conoscessero Pasolini, - continua l’attrice - e mi ha disorientato constatare che quasi nessuno sapeva chi fosse.
Quando riusciremo a far diventare curriculare lo studio dei suoi scritti e a far riflettere sulla urgenza di certe riflessioni, avremo fatto un notevole passo avanti nella formazione dei nostri giovani. Perché la semplicità per qualcuno è un punto di partenza e per qualcun altro un punto d’arrivo, ma è comunque necessaria per capire il senso della vita. Questo mi sembra il nucleo della ricerca di vita di Pasolini, e questo «Amado mio» vuole raccontare.