Il Teatro Patologico a Napoli per la prima volta

Il Teatro Patologico a Napoli per la prima volta
Martedì 27 Giugno 2023, 16:58 - Ultimo agg. 19:12
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Il Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi arriva per la prima volta a Napoli per il debutto mondiale di uno spettacolo che farà il giro del mondo, La Commedia Divina, scritta e diretta dallo stesso D’Ambrosi. Con lui, il 23 e 24 settembre 2023, sul palco del Teatro Trianon Viviani di Forcella, saliranno i “suoi ragazzi” - come li chiama il regista stesso - ragazze e ragazzi con disabilità psichica che sfideranno i pregiudizi per raccontare ed emozionare il pubblico, su quanto labile sia il confine tra normalità e follia. Testimoni di uno speciale percorso di teatro terapia che l’Associazione Teatro patologico mette in scena da quarant’anni.

La pièce è ispirata all’opera di Dante Alighieri, ed è organizzata dalla Fondazione Rut, un Ente filantropico, con l’intento di donare alla città di Napoli un momento di bellezza e spettacolo, accessibile a tutti, ma anche di riflessione comune sui temi dell’emarginazione (personale, sociale e di comunità).

Lo spettacolo è gratuito previa registrazione sul sito: www.fondazionerut.org disponibile dal 15 luglio 2023.

Madrina dell’evento speciale, l’attrice e direttrice artistica del Trianon Viviani, Marisa Laurito.

L’opera teatrale ripercorrerà attraverso una ricerca meta testuale della lingua, storie di vita segnate dalla diversità. Così come nella Divina Commedia, Dante portava a compimento una vera e propria indagine sull’umanità, analizzando gli aspetti più reconditi della società attraverso le buone e cattive pratiche dell’individuo, nello spettacolo l’intento è quello di compiere una ricerca sociale che parte dall’analisi della lingua dantesca e che descriva la fenomenologia dell’essere umano contemporaneo, attraverso la voce e l'espressione di ragazze e ragazzi diversamente abili (foto Federica Di Benedetto).

L'Associazione del Teatro Patologico nasce nel 1992 diretta dal fondatore e ideatore Dario D'Ambrosi. Da quarant’anni si occupa di un lavoro unico ed universale, quello di trovare un contatto tra il teatro e un ambiente dove si lavora sulla malattia mentale, dove girano ragazzi con gravi problemi psichici. Un grande lavoro di studio, ricerca e terapia, che grazie all'ambiguità della forma teatrale, è riuscita ad abbattere gli stereotipi e i confini tra comportamento normale e comportamento deviante. Facendo incontrare artisti, operatori psichiatrici, persone con problemi psichici, normali spettatori, senza che questo significhi un ritorno a un contesto restrittivo, un ghetto, il manicomio.

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