Un illusionista a cui non riescono i trucchi, una trampoliera che non si regge dritta, una ballerina dalla gamba rotta. E tanti altri, artisti alla deriva, persi nel proprio sogno di gloria e nell’amarezza di non essere riusciti a compiere il loro volo.
Piccoli “Icaro”, come il titolo dello spettacolo ideato e diretto da Luisa Corcione che lo ha concepito con la complicità del coreografo Fabrizio Varriale e della curatrice d’arte Anna Cuomo; va in scena sabato 13 e domenica 14 maggio alle 20.30 a FoQus, la fondazione dei Quartieri spagnoli, a Napoli, e fa parte del cartellone della XXIV edizione di Maggio dei monumenti che quest’anno ha come tema “Napoli in vetta”.
È un percorso di quadri che si illuminano uno dopo l’altro prima di un gran finale: le numerose vite dei tanti Icaro diventano apparizioni verticali che rievocano la natura del luogo tra danzatori aerei e trampolieri, ballerini, attori, musicisti e performer che accompagneranno gli spettatori partecipanti per raccontare con il corpo e il suono le esistenze variegate, ciascuna una peculiare versione di Icaro, nella comune attrazione per l’orizzonte e la luce; prima della sopraffazione della vertigine.
“Ho voluto mettere in scena, in maniera quasi presuntuosa, le prove di uno spettacolo. E poi ho deciso di chiamarlo spettacolo, così come risulta molte volte altezzosa l'arte contemporanea di oggi” dice la Corcione. “Ho giocato inserendo omaggi a grandi maestri del teatro e del cinema, da Fellini a Linch: lì dove tutto appariva incredulo e fallimentare ho riscoperto il sogno e tentato di mettere in scena questo binomio tra finzione e realtà, unendo i piani di recitazione con la vita reale e fondendoli con il pubblico creando un unico, vero protagonista, che è l'insieme di tutto.
Prodotto da Astràgali Teatro di Lecce con Eufonia, è andato in scena la prima volta nello scorso novembre alla distilleria De Giorgi di San Cesario, comune alle porte del capoluogo salentino. Ora torna in forma riveduta e scorretta: “Quella che a Lecce era la meravigliosa Compagnia della Feccia – la feccia è la parte di scarto nella produzione vinicola, fondamentale invece per la realizzazione dei distillati alcolici, come la celebre Anisetta della distilleria De Giorgi – a Napoli, nella sede di FoQus, diventa la Compagnia del D10s” scrive la Cuomo. “La parabola di Icaro è restituita attraverso la fisicità di personaggi che in maniera differente hanno sperimentato la vertigine della caduta: una sgangherata compagnia di esseri umani che, riuniti nella loro precarietà, hanno trovato il modo di elevarsi mutando e trasformandosi in materia e vita nuova, esattamente come lo spazio monumentale che li accoglie”.
I testi sono firmati da Enrico Manzo, con contributi di Giovanni Chianelli e Fabio Tolledi. Manzo: “Avvicinandoci a questo oscuro mondo in bilico del pensiero, si arriva a connettere il grottesco con il sublime: monologhi veri e finti dialoghi, dove la linea di demarcazione tra ciò che realmente si ascolta e quello che realmente sta accadendo è così sottile da potersi specchiare. È forse questo il volo che Icaro ha intrapreso? La si può chiamare caduta? In un’onda di coreografica coerenza la danza si intreccia a triplo filo tra il resto delle arti: scultura, musica, recitazione, poesia si troveranno in un momento di comunione spontaneo, ma voluto e diretto allo stesso tempo”. Per Varriale, infine, “il volo è un segno di apertura alla vita e all'arte, ma è anche scavare nel mondo interiore, Icaro è buio e luce in ogni voce che si proietta verso il desiderio di speranza”.
Recitano Raffaella Anzalone, Elena Cibin, Francesca Romana Nascè, Estelle Gaglio Mastorakis, Luciano Giuliano, Sonia Totaro; danzano Francesca Fogliano e Ornella Verrecchia; musiche di Raffaele Giglio, Andrea Laudante e Claudio Marino – in scena con gli attori – e una voice over di eccezione come quella di Luciano Melchionna a cui si aggiunge Roberta Quaranta. I costumi sono firmati dallo stilista napoletano Nello De Blasis, nell’allestimento ci sono opere di Rosaria Corcione, Anna Corcione e Giuseppe Corcione.