Officine San Carlo, la Carmenrap in scena per la Giornata Mondiale del Teatro

Lo spettacolo è una rielaborazione in chiave rap della Carmen di Georges Bizet

Una scena dello spettacolo Carmenrap
Una scena dello spettacolo Carmenrap
Venerdì 22 Marzo 2024, 14:59 - Ultimo agg. 28 Marzo, 17:15
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Il Teatro di San Carlo festeggia la Giornata mondiale del Teatro con i giovani delle Officine San Carlo: per l’occasione in calendario a Vigliena mercoledì 27 marzo e in replica giovedì 28 marzo alle 20.30 due recite straordinarie di Carmen Rap, rielaborazione della Carmen di Georges Bizet, che unisce l’opera lirica, prosa e rap in un’inedita commistione di generi.

Durante la Giornata Mondiale del Teatro, giunta alla 62a edizione e celebrata in tutto il mondo, viene richiesto ad una personalità del teatro di scrivere un messaggio che viene poi letto nei luoghi di cultura. Il messaggio di quest’anno, dal titolo “L’arte è Pace”, scritto dal drammaturgo norvegese Jon Fosse, richiama in maniera forte e profonda i valori fondativi del teatro rispetto alla comunità, sottolineando il valore pacifico e universale dell’arte.

All’iniziativa sarà presente il sindaco e presidente della Fondazione Gaetano Manfredi, prefetto di Napoli Michele di Bari, la commissione straordinaria per il risanamento e la riqualificazione funzionali al territorio del Comune di Caivano con il Commissario Straordinario di Governo per Caivano Fabio Ciciliano

Musiche e testi di Carmen Rap sono di Luca Caiazzo, in arte Lucariello, la drammaturgia è di Federico Vacalebre, mentre Michele Sorrentino Mangini firma la regia. Le musiche saranno eseguite dai Professori dell’Orchestra del Teatro di San Carlo. In scena tutti i giovani artisti che hanno preso parte al laboratorio di Teatro delle Officine San Carlo, molti dei quali alla prima esperienza performativa.

«Lo spunto lirico è l’opera di Bizet, magari con la trama ricondotta a Mérimée e poi trasportata ai giorni nostri, nelle terre nostre – spiega Federico Vacalebre – I contrabbandieri, naturalmente, si occupano di droga, stanno senza penziere. E Carmen, Carmencita, anzi Carme’ fa la stessa tragica fine di sempre, perché il femminicidio non è mai stato così di attualità, anche se muore a ritmo trap».

«La mia opera su Carmen – prosegue Luca Caiazzo – è stata sviluppata con l’unico approccio possibile per me: quello di un rapper beatmaker, al di fuori degli schemi del mondo classico. Non ho utilizzato campionamenti degli strumenti elettronici.

Grazie alla tecnologia ho potuto adattare direttamente la partitura di Bizet, preservando intatte le arie più suggestive».

Xana Vazquez de Prada darà volto e voce a Carmen, anzi Carme’, non più gitana, ma portoricana a Castel Volturno. Legge le carte, ma soprattutto fa la ballerina, la cubista, la ragazza immagine, in una discoteca-lido. Don Josè è ora Giuseppe, interpretato da Alessio Sica: uno sbirro mammista, spedito in una terra che non conosce. Zuniga è diventato Zurzolo, il suo superiore: Vincenzo Bove ne veste i panni. Escamillo, invece, è un trapper, lo chiamano ‘O Torero per come «mata» le platee: lo interpreta Oyoshe Waza.

Completano il cast Chiara di Girolamo (Mercedes) e Noemi Gherrero (Tessy), Lorenzo Vacalebre (O’ Tricc) e Marco Antonio Vincenzo Ferrante (O’ Tracc), Gianfranco Matonti (Don Pasta), Giulia Piscitelli (Una ballerina) e Salvatore Bertone (Un poliziotto). In palcoscenico anche il Coro composto dagli allievi dell’Officina Carmen Rap.

Le scene di Fabio Marroncelli sono state realizzate gli studenti dell’Officina di Scenografia diretta da Anna Nasone, mentre Giusi Giustino, che firma i costumi, ha lavorato con gli studenti dell’Officina di Sartoria Teatrale Circolare. Le luci sono di Nunzio Perrella.

Il progetto vede la collaborazione della Fondazione Una Nessuna Centomila, prima fondazione italiana che si occupa della prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne, la cooperativa sociale EVA, che in Campania gestisce cinque centri antiviolenza, tre case rifugio e tre progetti per il reinserimento lavorativo e il sostegno all’autonomia economica delle donne in uscita dalla violenza e l’associazione Nazionale Donne del Vino.

«Una Nessuna Centomila nasce dalla musica e vive quotidianamente a contatto con il mondo della cultura. Oggi per noi è l’inizio di una tappa importante, che speriamo inauguri un lungo percorso di collaborazione tra la nostra Fondazione ed il Teatro San Carlo, in cui ho avuto la fortuna di formarmi e lavorare per molti anni, curando progetti speciali», dichiara Giulia Minoli, presidente di Una Nessuna Centomila «e questo per noi è il progetto speciale più importante: costruire un’alleanza nel mondo della cultura come strumento di cambiamento sociale, in una città come Napoli dove abbiamo in corso tanti progetti».

Dopo lo spettacolo il pubblico potrà trattenersi degustando un aperitivo preparato da Le Ghiottonerie di Casa Lorena, il laboratorio gastronomico per l’inserimento lavorativo di donne in uscita dalla violenza, e scoprire le creazioni di EVALab, atelier di ethical fashion creato da EVA in un bene confiscato alla camorra a Casal di Principe.

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La messa in scena di Carmen rap nella Giornata mondiale del Teatro è anche un momento per esprimere gratitudine verso coloro che sostengono il teatro e il progetto Officine San Carlo: il Comune e la Città Metropolitana di Napoli e con lo strumento dell’art bonus, UniCredit (main sponsor) e Generali Valore Cultura.

L’accoglienza degli spettatori sarà a cura degli Studenti del Corso di Laurea in Hospitality Management dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Le Officine San Carlo sono un nuovo polo multidimensionale dell’arte e della creatività contemporanea che unisce in uno spazio non convenzionale artisti e cittadinanza. La struttura – nata dalla riconversione degli stabilimenti ex Cirio di Vigliena nella zona industriale di Napoli Est (stradone Vigliena 23, Circoscrizione di San Giovanni a Teduccio) - è un osservatorio sulla realtà territoriale, che trasforma questo luogo rigenerato in una fabbrica metropolitana del talento e della creatività contemporanea.

“Officine San Carlo” ospita residenze artistiche, esposizioni temporanee, performance teatrali e percorsi allestitivi sulla pittura, le arti visive e la videoarte. Uno spazio ibrido aperto alla contaminazione di generi e forme espressive, in sinergia con la comunità locale di Napoli Est, caratterizzate da una pluralità di stili che è l’anima del progetto. La nuova fabbrica creativa di Vigliena nella periferia urbana di Napoli nasce per favorire l'inclusione nel contesto produttivo, a partire dai percorsi di conoscenza tecnica, artistica e culturale.

Il progetto si articola nelle diverse forme di coinvolgimento attivo e partecipativo della comunità declinate attraverso i vari linguaggi dell’arte contemporanea nell’ambito di progetti che formano un ecosistema dell’innovazione culturale: laboratori per tecnici e maestranze sui mestieri del palcoscenico, workshop intensivi sul riuso dei materiali nell’ottica della sostenibilità ambientale (riciclo creativo dei tessuti), percorsi sulla fotografia e la produzione audiovisiva e cinematografica, seminari di arti visive, videoarte, percorsi espositivi con artisti della scena contemporanea, incontri e dibattiti sui temi dell’innovazione sociale, spazio pubblico e diritto d’autore,  conversazioni di psicologia e antropologia culturale aperte alla comunità, attività espositive e passeggiate, percorsi aperti alla fruizione del patrimonio artistico e paesaggistico.

Un centro di sperimentazione, capace di coltivare e far germogliare percorsi multidisciplinari. Una fabbrica urbana della creatività affacciata sul mare del Porto Industriale.

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