Sold-out per Meola al Piccolo Bellini con la "Trilogia dell'indignazione" di Esteve Soler

Una drammaturgia surreale, nera, ironica, grottesca e disturbante

Sold-out per Meola al Piccolo Bellini con la "Trilogia dell'indignazione" di Esteve Soler
di Alessandra Farro
Martedì 2 Maggio 2023, 18:34
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La “Trilogia dell’indignazione (da Contro il Progresso, Contro l'Amore, Contro la Democrazia)” di Esteve Soler, adattato e diretto da Giovanni Meola al Piccolo Bellini ha registrato il tutto esaurito, un successo confermato dal suo autore, che presente al debutto dello spettacolo, si è congratulato con il regista per l’interessante pièce.

Lo scrittore catalano è tra gli autori più tradotti e rappresentati al mondo da più di un decennio.

Dopo l’anteprima al Napoli Teatro Festival Italia nel 2018, torna in scena con un nuovo debutto “Trilogia dell’Indignazione” di Esteve Soler con riduzione, adattamento e regia di Giovanni Meola e la produzione di Virus Teatrali.

«Perché, da drammaturgo, si rappresenta un altro drammaturgo?», si chiede il regista. «Per consonanza di temi, umori, scarti di scrittura che, nel caso di quella di Soler, ho sentito subito vicina alla mia, così come Soler, dopo aver letto alcuni dei miei testi, ha sentito la mia vicina alla sua.

Vicinanza ma anche lontananza di scrittura, per l’episodicità a cui non siamo abituati qui in Italia, e perciò sfida ancor più affascinante per un regista. Inoltre, per confrontarmi con un artista straniero, ma di questa stessa Europa, cuore fibrillante di una deriva di cui noi siamo sia vittime che carnefici. Ho così deciso di selezionare ed adattare gli episodi che più mi hanno attratto e non di scegliere un unico ‘Contro’, lavorando con un cast di attori coi quali condivido da tempo il gusto della ricerca inesausta, del paradosso e della verità scenica. Per motivi legati alla natura del progetto, le scelte registiche ed interpretative si sono indirizzate verso una frontalità esasperata in grado di farsi all’improvviso ‘calda’ e avvolgente solo in alcuni, determinanti, momenti di relazione diretta, cosa che ha permesso un gioco attoriale apparentemente distaccato ma invece, a mio e nostro modo di vedere, estremamente toccante e raggelante allo stesso tempo».

In questa drammaturgia surreale, nera, ironica, grottesca e disturbante, ma anche piena di pietas, c’è tutta la trasformazione antropologica, mediatica e geopolitica in corso. Frammentazione e voracità sono tradotte, in ciascuno dei tre ‘Contro’ (contro l’Amore, il Progresso e la Democrazia) in sette brevi atti unici apparentemente lontani, sconnessi, variegati, ma in realtà intimamente legati, come gli accadimenti sconnessi e variegati delle nostre vite.

Soler crea micro-mondi nei quali si passa, repentinamente ma mai superficialmente, dalla risata alla tragedia, dal paradosso al melodramma.

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