“Un Canto di Natale - Processo al Consumismo” in Sala Assoli

L'accusa ironica dei social e della società contemporanea

Spettacolo "Un canto di Natale - processo al consumismo"
Spettacolo "Un canto di Natale - processo al consumismo"
Mercoledì 15 Marzo 2023, 12:46
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Torna in scena, per un nuovo ciclo di repliche "Un Canto di Natale - Processo al Consumismo". Lo spettacolo andrà in scena in Sala Assoli da giovedì 16 a domenica 19 marzo.

Composto da Alfonso D’Auria, Riccardo Marotta e Fabio Rossi, il cast maschile andrà in scena giovedì 16 e sabato 18 marzo; quello femminile (Anna Carla Broegg, Francesca De Nicolais e Rita Russo) venerdì 17 e domenica 19 marzo.

L’esperimento teatrale è andato in scena la scorsa settimana contemporaneamente in Sala Assoli e nel Teatro Sannazzaro.

Il progetto è composto da due spettacoli speculari, identici nella regia, nella drammaturgia e nell’estetica ma ha due cast differenti, uno maschile e uno femminile.

Le musiche sono di Antonio Maiuri e la produzione musicale è a cura di Marco Messina.

La storia attraversa il fantasma del tempo passato, quello del tempo presente, e quello del tempo futuro per farsi domande sulla questione ambientale, sul lavoro, sull’individuo; l'obiettivo è quello di fermarsi  a pensare alla società contemporanea dei social, delle scuole, degli spazi di aggregazione reali e virtuali.

Questo spettacolo sarà visto dagli spettatori come un’accusa ironica di una generazione che indaga il passato, per vivere il presente e immaginare il futuro. 

«Dickens - dice il regista Pino Carbone - ha scelto il Natale per portare avanti un’indagine sulla società circostante, abbiamo provato a fare la stessa cosa». In scena le tre fasi di questo processo. I tre fantasmi. Questo mi ha dato la possibilità registica di creare tre atmosfere completamente diverse, tre performance; mi sono divertito a giocare con più linguaggi, dalla denuncia frontale alla poesia, passando per l’ironia e il riso”.
La scelta artistica di mettere in scena lo stesso spettacolo con due cast diversi, uno al femminile, l’altro al maschile – spiega la co-autrice Anna Carla Broegg - nasce dal fatto che il progetto è un’indagine sulla società contemporanea, strutturata di per sé sulla differenza di genere… Questo esperimento rivendica e sottolinea, nelle peculiarità, la possibilità di essere ciò che si vuole, donne interpretano personaggi maschili, uomini personaggi femminili, e non è certo il genere binario a dare identità ai personaggi ma la loro funzione e il ruolo sociale e teatrale che ricoprono».

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