Il ministro Locatelli: «Via la parola "handicap", diamo valore alle persone»

Il ministro per le disabilità: così cambia l'approccio culturale

Ministro Locatelli a Salerno
Ministro Locatelli a Salerno
di Lorenzo Calò
Mercoledì 27 Marzo 2024, 08:50
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Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, termini come "handicap" e "handicappato" saranno espunti dai testi normativi. Lei ha parlato di evento storico. Sta per nascere un nuovo lessico della disabilità? E Perché?
«Eliminando termini e concetti superati diamo finalmente una risposta alle tante richieste che negli anni si sono succedute ma, soprattutto, chiariamo che introduciamo il concetto di "Persone". Questo è un passaggio fondamentale che cambia il punto di vista nell'approccio al tema della disabilità e ci fa compiere un salto di civiltà».

Sarà necessaria una modifica costituzionale o sarà sufficiente intervenire sulla legge delega 227/21?
«Con la legge 227/2021 e il decreto attuativo sulla valutazione di base e multidimensionale si modificheranno tutte le Leggi ordinarie. Si tratta di un segnale importante, che ha richiesto una grande condivisione. La modifica della Costituzione è un percorso interessante e ancora più complesso».

Quali le novità del Piano nazionale della disabilità e quando sarà pienamente operativo?
«L'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità è impegnato nella stesura del nuovo Piano nazionale che intendiamo presentare entro la fine di quest'anno.

Sarà un piano operativo e concreto che toccherà tutte le sfere della vita quotidiana».

Funziona il rapporto con il Terzo settore per favorire inclusione e opportunità per le persone con disabilità nel mondo del lavoro e nella vita sociale in generale?
«Il ruolo del Terzo Settore è fondamentale per il nostro Paese. Lo dimostrano le tante esperienze positive diffuse anche in Campania. Credo molto nella co-programmazione e nella co-progettazione e sono convinta che dobbiamo lavorare in sinergia tra istituzioni, enti del Terzo settore e mondo privato per rispondere al meglio ai bisogni. Con il Fondo per le Periferie Inclusive ho stanziato 10 milioni di euro per le grandi città e nei giorni scorsi c'è stata l'approvazione dei progetti presentati. Napoli è uno dei dieci comuni destinatari del finanziamento che prevede proprio la promozione del lavoro in rete tra comune ed Enti del Terzo Settore per favorire attività virtuose e generative per il territorio».

Qual è l'obiettivo strategico?
«L'obiettivo è garantire progetti ricreativi, sportivi, di integrazione sanitaria, socio sanitaria e sociale valorizzando il lavoro degli enti del Terzo Settore e dell'associazionismo del territorio».

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E le risorse a disposizione sono sufficienti visti i tagli imposti alla spesa sul Welfare?
«Non ci sono tagli effettivi sul Welfare ma è chiaro che vorrei ci fossero sempre più investimenti sul tema del progetto di vita, sull'inclusione lavorativa e sulla formazione. Sono, però, convinta che oltre alle risorse e al miglioramento delle norme, serva fare un grande salto di qualità tutti insieme nella prospettiva che riguarda la disabilità, passando da un concetto di aiuto e assistenzialismo attraverso l'inclusione fino alla piena valorizzazione della persona».

Altro tema scottante: episodi di violenza su donne disabili. Come si può intervenire?
«Le donne con disabilità sono più a rischio di subire violenze. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro interno all'OND (Osservatorio Nazionale Disabilità) che lavorerà su questi temi e si confronterà anche con il tavolo sulla violenza contro le donne che fa capo al Ministero della Famiglia».

Un altro passo importante riguarda le visite di rivedibilità. Come cambia la disciplina in tal senso?
«Con la legge delega intendo portare innovazione ma anche semplificare e sburocratizzare, e uno dei temi cruciali è l'eliminazione delle visite di rivedibilità. Attualmente anche le persone con invalidità già accertata devono ripresentarsi ogni anno davanti a una commissione di valutazione, questo è umiliante. Ho trovato delle resistenze ma non mi sono arresa e nei prossimi giorni, con l'approvazione in Consiglio dei Ministri in via definitiva, avremo il via libera e procederemo con la sperimentazione in sei province».

Quale impulso potrebbe dare la figura del Garante?
«Il Garante tutelerà i diritti delle persone con disabilità, potrà agire in autonomia e sarà un punto di riferimento per molti cittadini. Sono certa che contribuirà a sostenere il cambio di prospettiva che stiamo promuovendo».

Quest'anno anche al G7, sotto la presidenza italiana, si parlerà di disabilità...
«È la prima volta che a così alto livello, dagli anni Settanta quando sono nati i G7, si decide di discutere di inclusione e disabilità. Credo che questo sia un segnale importante che dobbiamo cogliere per andare tutti nella stessa direzione: il diritto di tutti alla piena partecipazione, alla vita civile, sociale e politica dei nostri Paesi. L'Italia in questo può essere un modello».

Lei è stata molto spesso a Caivano. Come giudica questo percorso: è una battaglia che si può vincere o, come dicono l'opposizione e il presidente della Regione De Luca, è una sterile passerella del governo?
«A Caivano sto lavorando insieme al Commissario straordinario Fabio Ciciliano, con Croce Rossa e altre realtà associative. Siamo riusciti a promuovere l'istituzione di una consulta per le persone con disabilità, coinvolgendo molte famiglie che fino a quel momento erano isolate. Stanno nascendo opportunità e servizi, ognuno può fare qualcosa per cambiare il proprio destino. Le istituzioni hanno bisogno di uomini e donne coraggiosi, che non si arrendono davanti alle difficoltà e non smettono mai di sperare e di costruire un futuro migliore».

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