Chiesa di San Martino in bilico sulla frana: «Servirebbero due milioni»

Chiesa di San Martino in bilico sulla frana: «Servirebbero due milioni»
di Giuditta Bolzonello
Martedì 23 Marzo 2021, 06:00
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BELLUNO -  Per mettere in sicurezza la chiesa di San Martino Vescovo a Valle servono da uno a due milioni di euro. La valutazione è di Mario Cabriel geologo che segue da anni l’evoluzione della frana che sta mettendo a rischio uno dei luoghi simbolo per i fedeli del Cadore, di certo uno fra i più fotografati. 
L’IMPORTO
«Me ne occupo da almeno 20 anni, San Martino non la possiamo perdere -rileva Cabriel- Spero che si metteranno tanti soldi, uno, due milioni, per lavori che allunghino le palificazioni fatte nel passato». Pali infissi nel terreno fino alla roccia che sono emersi dopo l’accelerazione della frana rimessa in movimento dagli eventi meteo, a cominciare dalla tempesta Vaia, e poi le abbondanti nevicate dell’inverno. Una fenomeno già studiato, documentato anche nel Piano di assetto territoriale, il Pat di Valle di Cadore, dove Cabriel precisa: «Una frana profonda che interessa la chiesa di San Martino: si tratta di continui ed ingenti fenomeni di crollo in calcari e dolomie intensamente fratturati, documentati già da fine ‘800. La pericolosità di tale dissesto, non riguarda solamente l’edificio di culto e le aree ad esso circostanti, ma anche l’abitato di Perarolo, posto allo sbocco del Boite nel fiume Piave: un franamento di volumetria rilevante di materiale litoide potrebbe ostruire quasi totalmente il sottostante e stretto alveo del torrente, creando le condizioni per un “effetto diga” naturale». La zona è off limits dal 12 febbraio scorso, dopo sopralluoghi e riunioni ora si stanno affidando gli incarichi per le perizie statiche dell’edificio. «Questa frana mi sta portando via la chiesa», ha detto don Giuseppe Bortolas parroco di San Martino e in effetti basta guardare dove poggia per capire la gravità della situazione. «Sono giornate tristissime per i fedeli, visto il valore della chiesa di San Martino per noi, per la comunità cattolica del Cadore, spero che la volontà sia di salvarla a qualsiasi costo. Immaginare Valle senza San Martino è come pensare ad una comunità di fedeli senza testa» è l’accorato appello di una cittadina, Marinella Piazza. 
LA PERIZIA
Resta in prima linea la sindaca: «Metto in preventivo anche il fatto che se non si potrà riprendere il culto in San Martino, si dovrà comunque salvaguardare il monumento che per la mia collettività è molto importante», ricorda Marianna Hofer. In queste ore si sta lavorando in stretta sintonia con la Regione per affidare la perizia sulla staticità dell’edificio e per riattivare il sistema di monitoraggio continuo messo fuori uso dal black out di inizio dicembre 2020. Su uno sperone roccioso, ma non troppo solido, solitaria ed elegante, si staglia la chiesa di San Martino, un luogo simbolico. «Certo che la porto nel cuore -assicura il geologo Mario Cabriel- si farà il possibile per salvarla». Si farà il possibile ma senza la certezza che sarà per sempre, la storia di quel sito non lascia tante speranze.

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