L’invasione degli ultra pesci, nelle nostre acque sempre più animali “alieni”

L’invasione degli ultra pesci, nelle nostre acque sempre più animali “alieni”
di Stefano Ardito
Giovedì 13 Agosto 2015, 00:17 - Ultimo agg. 14 Agosto, 02:38
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Il siluro, una specie di gigantesco pesce gatto, è stato introdotto illegalmente anche nel Tevere e nell'Arno. Nel Po è solo una delle 43 specie aliene censite. Tra i pesci autoctoni del più lungo fiume italiano, solo il cavedano se la passa bene, mentre la tinca, il luccio e l'anguilla sono a un passo dall'estinzione.

LO SPAZIO VITALE
Nel Lago Trasimeno, romantico specchio d'acqua tra le dolci colline dell'Umbria, il mostruoso siluro non c'è. Ma pesci alieni come il pesce gatto americano, il pesce rosso, il triotto e il gambero rosso della Louisiana hanno occupato lo spazio vitale dei pesci locali, creando problemi ai pescatori, professionisti e dilettanti. Nel Delta del Po è comparsa la tilapia, un pesce dei laghi africani e asiatici dalle carni saporite. E che duemila anni fa, sul Lago di Tiberiade, è stata al centro del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Se i pesci alieni dei nostri fiumi sono stati introdotti sconsideratamente dall'uomo, quelli che affollano il Mediterraneo sono arrivati per vie diverse. Il pesce palla, una specie tipica del Mar Rosso, è stato pescato per la prima volta a Sciacca, in Sicilia, nel 2004. Poi sono arrivati il pesce coniglio, il barracuda del Mar Rosso, la cernia del Malabar e decine di altre specie, alcune delle quali dalle carni velenose per l'uomo.

IL PASSAGGIO
Secondo il Centro Comune di Ricerca (CCR) dell'Unione Europea, le specie esotiche che sono comparse recentemente nel Mediterraneo sono 986. Alcune sono arrivate dallo Stretto di Gibilterra, la maggioranza (circa 400) attraverso il Canale di Suez, che mette in comunicazione il nostro mare con le acque molto più calde del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano.
Lungo le coste del Medio Oriente, dalla Turchia all'Egitto, il 40 per cento dei pesci è ormai di origine aliena. In Israele la aggressiva medusa Rhopilema nomadica, originaria dell'Oceano Indiano, ha reso impossibile la balneazione in lunghi tratti della costa. Un'altra specie che causa incontri dolorosi, la Medusa maculata australiana, è comparsa nel 2009 a Tavolara, in Sardegna.
Altre specie aliene hanno compiuto il viaggio attaccandosi alle chiglie delle navi, o nell'acqua dei serbatoi di zavorra. Altre ancora, come il gambero giapponese e la vongola filippina sono state importate per l'acquacoltura, e hanno soppiantato le varietà locali.
«Nel Mediterraneo vivono oltre 17.000 specie, per il 20 per cento endemiche. L'arrivo di pesci, alghe e crostacei alieni può causare gravi danni alle reti alimentari e agli ecosistemi, e portare delle malattie" spiega Stelios Katsanevakis, ricercatore dell'Università dell'Egeo e del CCR.

CANALI
«La composizione delle comunità marine, che in passato era determinata dal clima, dall'ambiente e dalle barriere oceanografiche, ora dipende sempre più dalle attività umane. Il trasporto, l'acquacoltura e l'apertura di canali di navigazione stanno diventando i principali fattori di distribuzione delle specie», prosegue il ricercatore greco.
Qualche decennio fa, la prima specie aliena a diffondersi nei nostri mari è stata la Caulerpa taxipholia. Un'alga infestante, color verde chiaro, di origine tropicale, che ha colonizzato i fondali del Mediterraneo (e in particolare del Mar Ligure e del Mar Jonio) rubando spazio alle specie autoctone.
Per i bagnanti, con l'eccezione delle super-meduse, l'invasione delle specie aliene può essere uno spettacolo. Avvistare il pesce trombetta, il pesce palla, le cernie tropicali e i barracuda nelle acque del Circeo o del Gargano non espone a pericoli, e dà la sensazione di essersi tuffati a Sharm el Sheikh o a Hurghada.

LE VASCHE
Polpi, cernie, scorfani, meduse, barracuda, murene, pesci pappagallo e siluri possono comunque essere osservati da vicino anche al Bioparco di Roma. Dal 2014, nella ex-Sala degli Elefanti, delle vasche ospitano decine di specie che hanno colonizzato i nostri mari e fiumi. E' uno spettacolo, certo. Ma che ha un prezzo molto elevato per l'ambiente.
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