La pizza made nell'antica Pompei? Con la frutta al posto del pomodoro

Il dipinto appena ritrovato mostra una focaccia servita con melograno e datteri. Il ministro Sangiuliano: gli scavi non smettono di stupirci

Il dipinto
Il dipinto
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 27 Giugno 2023, 09:27 - Ultimo agg. 28 Giugno, 17:07
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Una pizza ante litteram, servita con la frutta al posto del pomodoro. È quella che si vede in un dipinto pompeiano di 2000 anni fa. In un affresco con natura morta emerso in questi giorni nell'ambito dei nuovi scavi nell'insula 10 della Regio IX, ritrovato su una parete di un'antica domus. Come spiegano gli archeologi del Parco, accanto a un calice di vino, posato su un vassoio d'argento, è raffigurata una focaccia di forma piatta, con sopra un melograno e forse un dattero, condita con spezie o in alternativa con un tipo di pesto (moretum in latino) indicato da puntini color giallastro e ocra.

I pizzaioli

La ricetta potrebbe far storcere il naso ai maestri dell'impasto, entrati con la loro arte nel patrimonio Unesco, ma appare dettata dai tempi: il pomodoro, come si sa, viene importato in Europa solo con la scoperta dell'America, decisamente più tardi. Ma i maestri della tradizione moderna sono anche emozionati per quell'immagine che fa rapidamente il giro del mondo. Un'attenzione confermata anche dal boom di visitatori e incassi (più 127% e 165% nell'ultimo anno). «Vedere il dipinto è un sogno a occhi aperti», dice Gino Sorbillo. «La nostra è solo un'evoluzione di un piatto che ha radici profonde», afferma Errico Porzio. «Ma è improprio chiamarla pizza», avverte Enzo Coccia. Allora c'era «la "picea", la "pitta" e la "focacius", qualcosa di rotondo cotto in un forno a legna». «Certamente non poteva essere "a metro"», precisa con il sorriso Raimondo Cinque.

Gli archeologi

Dettagli più tecnici, al vaglio degli esperti del Parco archeologico, aprono nuovi scenari di indagine sulle usanze dell'epoca. Sul vassoio d'argento c'è anche della frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli gialli. «Doni ospitali» nell'ambito di una tradizione ereditata dai greci, che risale al periodo ellenistico (III-I secolo avanti Cristo), elaborata poi da autori in epoca romana-imperiale come Virgilio, Marziale e Filostrato. Nelle città vesuviane si conoscono circa 300 di queste raffigurazioni, che spesso alludono alla sfera sacra, ma l'affresco con focaccia è alquanto rara (la terza volta individuata). «Il cibo proposto nell'affresco di Pompei rappresenta un pasto frugale e semplice, ma è presentato su un vassoio d'argento: evidentemente apprezzato nelle cucine più lussuose», dice il direttore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel, che ha pubblicato un primo articolo scientifico (a doppia firma con Alessandro Russo) sul piatto dipinto, paragonandolo alla pizza. «Un pasto "povero" che conquista chef stellati in tutto il mondo», ma anche un primo esempio di Dieta mediterranea. «Perché c'erano già gli ingredienti principali.

Vino, grano e olio di oliva più frutta di stagione».

Il ministro

«Pompei non finisce mai di stupire, è uno scrigno che rivela sempre nuovi tesori», afferma il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in missione in Giappone ma pronto a tornare, il 16 luglio, nella città vesuviana per inaugurare i viaggi ad alta velocità, da Roma a Pompei con tappa a Napoli. E il ministro è atteso anche per presentare la Casa delle Nozze d'argento, un altro importante intervento di restauro, e per fare un bilancio del Grande Progetto Pompei, appena concluso, ma che proseguirà grazie a ulteriori finanziamenti già promessi. Aspettando di conoscere le cifre, Sangiuliano sottolinea «il valore globale di questo sito al quale stiamo dedicando le nostre cure» e conferma «l'avvio di nuove iniziative». Privilegiando i suoi studi giuridici, cita la Costituzione: «La tutela e lo sviluppo del patrimonio, in ossequio all'articolo 9, sono una priorità assoluta».

Gli scavi

E altre sorprese sono dietro l'angolo. L'affresco in questione è stato rinvenuto nell'atrio di una casa dell'Insula 10 in corso di scavo, vicino a un antico panificio, già individuato in parte tra il 1888 ed il 1891 e al centro delle indagini riprese a febbraio scorso. Qui sono stati trovati anche gli scheletri di tre vittime nei giorni dell'eruzione. E i lavori sono programmati per almeno due anni: il cantiere interessa un'area di circa 3.200 metri quadrati, quasi un intero isolato della città antica sepolta nel 79 dopo Cristo dal Vesuvio.

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