Minore accoltellato a Napoli, l’aggressore recidivo disertava la scuola

Poche ore dopo l’accaduto il ragazzo si è presentato in Questura per confessare tutto

Una babygang in azione
Una babygang in azione
di Luigi Sabino
Venerdì 13 Gennaio 2023, 23:49 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 10:20
4 Minuti di Lettura

Rovinarsi la vita a soli sedici anni. È una brutta storia quella di G. S., l’adolescente di Miano, fermato con l’accusa di aver accoltellato un coetaneo pochi giorni fa. Nessuna voglia di lavorare né, tantomeno, di studiare. I libri li aveva messi da parte da tempo nonostante, nel settembre scorso, aveva deciso di iscriversi all’Isis “Attilio Romanò” di Miano. Una decisione, verosimilmente, presa per accontentare la madre che, oltre ad occuparsi degli altri due fratellini, voleva disperatamente tenerlo lontano da quel mondo virtuale e dalle cattive compagnie. Tra i banchi scolastici, però, G. S. s’era visto molto poco nonostante diversi appelli che lo stesso istituto scolastico aveva lanciato alla famiglia.

Troppo forte il desiderio di ottenere consensi e like nonostante proprio il mondo dei social, già qualche mese fa, era stato per lui fonte di guai. A maggio, infatti, era stato denunciato per rissa. Insieme ad alcuni suoi amici, tutti del quartiere Miano, era stato coinvolto in un violentissimo litigio nella zona di Marechiaro dove si erano scontrati con un gruppo di giovanissimi rivali.

Un alterco nato proprio per alcuni insulti e minacce che i ragazzi dei due gruppi si erano scambiati sui social. Un’aggressione brutale che alla fine fece registrare anche due accoltellati, entrambi non ancora maggiorenni. A ferirli, come confermato dalle indagini delle forze dell’ordine, un ragazzo, figlio di un esponente apicale della camorra di Miano che, quando ha visto i suoi compagni, compreso G. S., a malpartito non ha esitato a impugnare la lama e a scagliarsi contro i loro aggressori. 

Video

Per lui, il Tribunale dei Minorenni, dopo l’esito del giudizio abbreviato ha disposto una pena detentiva a otto anni di reclusione. Nelle indagini, però, era finito anche G. S. accusato di rissa. Fortunatamente per lui, però, nell’udienza dello scorso 2 dicembre il suo avvocato difensore, il penalista napoletano Giuseppe Caserta, non senza difficoltà, era riuscito ad ottenere la sospensione del procedimento e la possibilità, dopo una relazione valutativa da parte degli assistenti sociali, di ottenere la messa in prova.

G. S. non avrebbe dovuto fare altro che starsene tranquillo e lontano dai guai e il procedimento per rissa, una volta che la relazione degli assistenti sociali fosse stata positiva, sarebbe decaduto. Un jolly che, se giocato bene, il prossimo 17 aprile, data fissata per l’udienza, gli avrebbe permesso di mantenere immacolata la sua fedina penale. Bastava davvero poco. Però, come spesso succede negli adolescenti, soprattutto quelli problematici, non si ha la capacità di cogliere al volo una seconda occasione quando questa capita. G. S. anziché mettersi sulla retta via, torna alla sua vecchia vita come se nulla fosse, forse convinto che il peggio sia passato. Di nuovo i social, di nuovo i like e, soprattutto, di nuovo le sfide virtuali. Questa volta i suoi avversari sono un gruppetto di ragazzi di Scampia. Si provocano e si offendono via web fino a quando, come lo stesso G. S ha raccontato agli uomini della Squadra Mobile quando si è costituito, non si arriva alla resa dei conti.

Lo scontro, da virtuale, diventa fisico. Il sedicenne è affrontato da 7 o 8 ragazzi, tra cui secondo il suo racconto, ci sarebbe stata anche la vittima, e picchiato a sangue. Un pestaggio in piena regola ma quello che fa più male a G. S. non sono i tagli o lividi ma il suo orgoglio ferito. Per mesi cova vendetta anche perché, come raccontato agli investigatori, i suoi rivali continuano a deriderlo. L’onta deve essere lavata ad ogni costo e l’occasione si presenta lo scorso mercoledì sera. Qualcuno lo informa che uno dei suoi rivali, di appena quindici anni, si trova in via Hugo Pratt. G.S. non ci pensa su due volte e, dopo essersi procurato un coltello a serramanico, si fa accompagnare da un amico, all’oscuro delle sue reali intenzioni, sul posto.

Sono attimi. I due ragazzini si affrontano e G.S. sferra quattro fendenti al suo giovanissimo nemico che cade in una pozza di sangue. Fortunatamente per lui i soccorsi sono immediati ed è trasferito al Cardarelli in condizioni gravissime. Il sedicenne scappa, sbarazzandosi dell’arma durante la fuga. Qualcosa dentro di lui, però, inizia a smuoversi. Forse paura o forse rimorso. Quello che è certo è che poche ore dopo l’accaduto, accompagnato dalla madre, si presenta in Questura e confessa tutto ai poliziotti che, grazie alle sue dichiarazioni, recuperano anche il coltello. Oggi l’udienza di convalida che, per ironia della sorte, si terrà dinanzi allo stesso Gip che, mesi fa, non senza perplessità, aveva concesso la sospensione del precedente processo. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA