Napoli, per Osi e Kvara un’involuzione che preoccupa

di Francesco De Luca
Venerdì 8 Dicembre 2023, 23:32 - Ultimo agg. 9 Dicembre, 07:41
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C’è una certezza: domani, comunque vada Roma-Fiorentina, il Napoli si troverà fuori dalla zona Champions, per un punto o qualcosa in più. Mazzarri non ha bisogno solo di tempo per raddrizzare la barca: deve intervenire sul carattere della squadra, ieri in casa della Juve alla quarta sconfitta nelle ultime cinque partite. In campo ci sono le controfigure della scorsa stagione ed è stato amaro averne la conferma proprio allo Stadium. 

È qui, su questo campo, che il Napoli vinse il 23 aprile, al terzo minuto di recupero, con la rete di Raspadori e fece impazzire di felicità una città. Li ricordate i diecimila che corsero all’aeroporto nella notte per abbracciare gli Eroi? Ecco, quei diecimila - come altri milioni di tifosi sparsi nel mondo - ieri sera avevano il cuore gonfio di amarezza. Il Napoli è durato un tempo, esattamente come nella partita contro l’Inter. Un tempo in cui gli azzurri - è questa la nota più dolente - sono stati assoluti padroni del campo, con una percentuale di possesso palla del 59 per cento e una serie di palle gol, non sfruttate, la più clamorosa dopo 28’ quando Kvara, a capo di un grande contropiede di Osimhen sulla destra, ha calciato nel peggiore modo possibile.

L’involuzione del talento georgiano - preso da Giuntoli, che a Torino sorrideva nel settore dei manager juventini - è preoccupante. Non pensiamo che il discorso del rinnovo del contratto abbia un peso, anche perché questo è un argomento non all’ordine del giorno per De Laurentiis avendo Kvara un impegno pluriennale.

È certo che prestazioni come queste non autorizzerebbero la richiesta di un maxi-aumento. A Khvicha non riesce quasi più nulla e si innervosisce facilmente: il gol sbagliato e i colpi di Cambiaso lo hanno spinto a un fallo da reazione punito dall’arbitro Orsato con il cartellino giallo. Buono il primo tempo, deludente il secondo contro una Juve non irresistibile. Anzi, questa era la migliore occasione possibile per conquistare punti a Torino. E invece il colpo di testa di Gatti, dopo quattro minuti della ripresa, ha condannato Mazzarri alla terza sconfitta in nove giorni. Il centrale ha fatto valere la propria forza fisica tra Rrahmani e Di Lorenzo, tutt’altro che reattivi, e colpito Meret sul secondo palo. Alla difesa, adesso in ulteriore difficoltà per l’assenza di due mancini, manca e tanto la fisicità di Kim, mal rimpiazzato.

Mazzarri ha tentato le carte Elmas, Raspadori e Simeone.

E Osimhen ha continuato a battersi con ardore per tentare di raddrizzare l’ennesima gara giocata dal Napoli a metà. Per questa squadra è molto difficile rientrare in partita dopo aver preso un gol. E, se spreca anche un’occasione come quella di Kvara nel primo tempo, diventa tutto più complicato. Una reazione di orgoglio, vista quando nel finale il tecnico ha inserito tutte le punte disponibili, non può sempre bastare. Ci vuole altro per riprendersi in un campionato dove c’è una sola stella che brilla, l’Inter. Anche ieri la Juve ha vinto da Juve, sfruttando un’occasione e poi difendendosi. Il successo di corto muso funziona, lo spettacolo non è mai interessato ad Allegri.

A Torino è caduta anche l’imbattibilità esterna in campionato, il che non conforta considerando che è da fine settembre che la squadra non vince al Maradona. Il prossimo passaggio di questa stagione che Mazzarri sta tentando di recuperare dopo gli errori sul mercato di De Laurentiis e sul campo di Garcia è decisivo: martedì sera a Fuorigrotta Napoli-Braga vale l’accesso agli ottavi di Champions. Gli azzurri hanno perso una clamorosa occasione nella precedente partita interna, quando si sono fatti raggiungere dall’Union Berlino: l’avessero vinta, l’ultimo turno sarebbe stato come un’esibizione, da affrontare senza alcuna pressione.

Il Napoli passa perfino se perde con un gol di scarto ma è opportuno preparare un altro tipo di approccio alla sfida coi portoghesi, senza fare calcoli ma avvertendo la responsabilità di una qualificazione che vale decine di milioni per il club e che potrebbe magari dare un po’ di slancio a un gruppo di giocatori che ha perso una guida forte nella scorsa primavera, dopo il trionfo. Spalletti, cittadino napoletano del cuore, è su un’altra panchina azzurra, a sognare notti magiche in Europa con la Nazionale, e qui i suoi ex allievi - benché vi sia un allenatore di esperienza come Mazzarri - non riescono a reagire a un gol subito. Visto come si sono piegati davanti alle prime due del campionato, Inter e Juve? Gli Eroi non ci sono più.

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