«Armatevi di una vanga e salvate Posillipo». È la risposta dei cittadini che vivono all’ombra della collina verde partenopea, ormai in sofferenza «per l’incuria e lo stato di abbandono che la mortifica», come spiega Domenico Morra, il 73enne posillipino che è arrivato al suo quarto albero piantato nel quartiere.
Dopo le proteste delle associazioni ecologiste e l’ultima denuncia sotto forma di sit-in artistico di Ruben D’Agostino che, la settimana scorsa, ha trasformato in Totem colorati più di duecento tronchi mozzati, i residenti sono scesi in campo nel vero senso della parola. Cresce sempre di più, infatti, il numero di cittadini che si autorganizzano per la cura del verde a cominciare dai volontari che ripuliscono i giardini e da chi adotta un’aiuola, contribuendo alla ripiantumazione che il quartiere attende dal 2018.
«Centinaia di pini sono stati abbattuti sei anni fa perchè considerati pericolosi ma è soprattutto la mancata cura del verde che mette a rischio la sicurezza del patrimonio arboreo», sottolinea Morra che non intende fermare la sua opera di ripiantumazione cominciata in piazza Salvatore di Giacomo. «Ho piantato quattro alberi nell’aiuola dove ho proceduto agli scavi e alla messa in sicurezza degli arbusti, per i quali ho creato una rete di protezione occupandomi anche della manifattura delle targhe da apporre vicino e della loro affissione», continua il 73enne che ha aderito all’iniziativa “Un albero per la vita”, proposta dalla prima municipalità in forza al progetto di adozione delle aree verdi del Comune di Napoli. «Nel 2017 avevo piantato un solo albero ma la consapevolezza dello stato di totale abbandono del nostro verde urbano, mi ha spinto a darmi nuovamente da fare, in questi ultimi mesi», racconta il pensionato che ha dedicato gli arbusti alla memoria del naturalista Filippo Cavolini, dell’archeologo Amedeo Maiuri e dell’archietto Marcello Canino, tutti posillipini a cui ha aggiunto Sigismondo Thalberg, pianista svizzero che visse a Posillipo.
Sono più di settanta le aiuole di Posillipo prese in carico da privati che, nella maggior parte dei casi sono da ricondurre ad associazioni, piccole imprese e negozi.
La prima municipalità, pur non avendo a disposizione giardinieri, è riuscita a dirottare fondi per creare «l’impianto di irrigazione automatico in piazza Salvatore di Giacomo» e «grazie al partenariato tra pubblico e privato, molte aree verdi di Posillipo sono state riqualificate e vengono manutenute», spiega Giovanna Mazzone, presidente della prima municipalità. Buone notizie, arrivano anche dal Comune partenopeo dal momento che «il Sindaco presenterà, a luglio, un masterplan sulla completa riqualificazione di Posillipo che include anche la ripiantumazione su via Boccaccio e viale Virgilio», annuncia Vincenzo Santagada assessore comunale al Verde.