Cosa è stato fatto per impedire un disastro annunciato? Quanti sono i pericoli nella stessa strada o quartiere? E perché non hanno chiuso la strada dove era segnalato un albero pericolante? Sono questi i punti su cui indaga la Procura, a proposito di quanto avvenuto a Posillipo due giorni fa, quando un pino secolare si è abbattuto sulla strada, distruggendo un furgone in sosta. Un episodio che ha spinto la Procura ad aprire un fascicolo, ipotesi di alto profilo al vaglio: i pm indagano per disastro colposo e per danneggiamento, nel tentativo di mettere a fuoco eventuali responsabilità nel crollo dell’albero al civico 6 di viale Virgiliano. Intanto, sul caso interviene il sindaco Gaetano Manfredi, che si rivolge al sovrintendente, sollevando il problema dei vincoli e dei progetti rimasti bloccati.
Ha spiegato il sindaco: «Da mesi giriamo e rigiriamo attorno a questo argomento: ma abbiamo progetti fermi già finanziati per decine di milioni.
Ed è ancora il sindaco a chiarire l’esigenza di superare i vincoli, per piantare alberi diversi dal pino classico napoletano: «Vanno ripiantumati alberi, ma non altri pini perché sono piante che non sono sufficientemente resilienti in ambiente urbano, hanno radici superficiali che danneggiano le strade e sono facilmente attaccabili dai parassiti e se lo facessimo tra 15 anni ci troveremmo nella stessa situazione dopo aver speso decine di milioni di euro». Manfredi lancia l’ultimatum, rivolgendosi ancora al sovrintendente: «È più di un anno che stiamo discutendo. Ho parlato con il Sovrintendente che è sempre molto gentile, ma ora dobbiamo decidere perché nei prossimi giorni abbiamo un tavolo e vanno prese decisioni».
Inchiesta in corso, mentre ieri mattina - a distanza di 24 ore dal primo crollo - si spezza in due un altro albero, a dimostrazione di un allarme in corso. Due incidenti, stessa fortuna. Uno scenario che fa i conti con possibili omissioni: tutti erano a conoscenza delle condizioni critiche del pino rovinato sul furgone - sembra di capire -, tanto che sabato mattina era previsto un intervento risolutivo, finalizzato proprio ad abbattere il pino corroso da un insetto. Verifiche in corso. In campo la sezione lavoro della Procura di Napoli, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Simona Di Monte, si punta a verificare cosa è stato fatto per impedire il crollo di un albero che, conviene ribadire, solo per miracolo non ha provocato conseguenze drammatiche. Un’inchiesta che fa riferimento anche ad altri episodi simili accaduti in questi mesi a Napoli. Ricordate due mesi fa in piazza Cavour? Stesso episodio, stessa fortuna: albero crollato, auto distrutta, sospiro di sollievo collettivo. Nessun ferito, nessun morto, a differenza di quanto di dieci anni fa in via Falcone, dove morì una donna di 44 anni o, più di recente, a Fuorigrotta, dove un albero ha travolto la vita di uno studente universitario.
La fortuna - sembra di capire - è che giovedì scorso la strada fosse deserta, in quanto era prevista la tappa del giro d’Italia Napoli-Napoli. Chiaro l’obiettivo investigativo: acquisire mail, determine, segnalazioni a proposito dell’albero crollato. Poi potrebbero essere convocati, come persone informate dei fatti diversi soggetti istituzionali. Parliamo dei responsabili del Comune, della Municipalità, della Sovrintendenza, ma anche dei dipartimenti di Agraria e di Architettura della università di Napoli, che sono stati coinvolti nell’analisi della tenuta di pini e altri alberi. Ora più che mai pesano le parole del sindaco Manfredi, che ha ricordato la necessità di sbloccare progetti finanziati e utilizzare milioni di euro, al di là di vincoli ritenuti inattuali.