Un bambino napoletano di 12 anni, agli inizi di agosto, viene colto da una prima, improvvisa e inaspettata crisi epilettica. I genitori allarmati ricoverano il bambino per alcuni giorni al Santobono, da fine luglio agli inizi di agosto. Dopo i primi accertamenti viene dimesso con una terapia farmacologica e l’indicazione ad effettuare alcuni controlli strumentali dopo 40 giorni.
Al Cup l’elettroencefalogramma viene prenotato per il 14 settembre mentre per la risonanza magnetica dell’encefalo, (esame effettuato in sedazione), c’è aspettare. La lista di attesa è di 5 mesi. Anche per la visita neurologica se ne parla a gennaio del 2024. Dalla Neurologia arriva il consiglio di contattare direttamente l’ambulatorio per fissare una visita e una terapia definitiva possibilmente prima dell’inizio delle attività scolastiche. Anche dall’ambulatorio tuttavia i medici spiegano che ogni prenotazione deve necessariamente passare per il Cup né risulta praticabile una visita in “overbooking” in quanto il tempo minimo dedicato a ogni paziente è fissato in 15 minuti, e si procede già a ritmi altissimi come nel periodo precovid.
«Da una parte - ripete la mamma - i medici hanno sollecitato di fare la risonanza in ospedale per maggiore sicurezza e dall’altro c’è tuttavia da aspettare 5 mesi. Non ci resta che rivolgerci a un centro privato».
Quello delle liste di attesa è uno dei nervi scoperti del governo della Salute in Campania che incrocia anche il tema per l’utilizzo dei fondi per il recupero delle code accumulate con il Covid su cui la Regione è di recente intervenuta sia per tirare il freno all’attività intramoenia e dall’altro per riprendere, per tutto il 2023, le azioni straordinarie di recupero delle prestazioni accumulate per la pandemia utilizzando i fondi non spesi nel 2021 e nel 2022 e per integrare il budget anche degli accreditati (circa 22 milioni per gli uni e altrettanto per gli altri a cui si aggiungono economie di spesa del 2020).
«Purtroppo - fanno sapere dalla direzione sanitaria del Santobono - siamo l’unica struttura pubblica (e sono pochissimi anche i centri privati, nda) che eseguono la Risonanza in narcosi ai bambini.
In generale sul tema delle liste d’attesa in Campania, per stessa ammissione del presidente De Luca, bisogna accelerare anche sul processo, in corso di realizzazione, per inserire nel Cup regionale tutti i punti di erogazione, oltre che potenziare l’offerta ambulatoriale e specialistica delle Asl. Oggi - ad esempio - una visita di Neuropsichiatria infantile al Santobono si prenota in un anno e alla Federico II o alla Vanvitelli nell’arco di molto più tempo e nelle Asl, a Napoli e provincia, manca una reale offerta specialistica ambulatoriale. Senza contare che anche le nuove Risonanze acquisite dal Santobono richiederanno tempo per il reclutamento di medici e tecnici specializzati di cui c’è penuria. Quel che è certo è che l’unica linea di soluzione integrata di questi problemi è la compiuta realizzazione di una rete pediatrica regionale con ruoli, funzioni e responsabilità diffusi in maniera omogenea in tutte le province.