Alba Dorata terzo partito, ko gli scissionisti di sinistra

Alba Dorata terzo partito, ko gli scissionisti di sinistra
Lunedì 21 Settembre 2015, 03:19
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Da una parte c'è l'aumentato astensionismo, ma dall'altra la protesta dei greci schiacciati dalla crisi economica e delusi dalla politica prende in queste elezioni ancora una volta l'oscura forma del successo di Alba Dorata, Chrysi Avghi, il movimento neonazista che arriva al 7,1 per cento dei consensi e porta diciannove deputati nel prossimo parlamento, secondo le proiezioni.
Un'affermazione alla quale fa da contraltare la sconfitta sonora di Unità Popolare, il partito nato dalla scissione della sinistra di Syriza, che prometteva di rappresentare quel 62 per cento di greci che avevano urlato «no» agli accordi con i creditori a luglio e che invece non riesce neanche a entrare in Parlamento.
Il successo di Alba Dorata, mostrano le statistiche, è particolarmente notevole proprio tra coloro che sembrano non aver più nulla da perdere: i disoccupati, che nella Grecia in crisi da sei anni non sperano più in nulla. In questo segmento di società i consensi al partito di Nikolaos Michalioliakos - leader agli arresti domiciliari, incriminato per aver costituito un'organizzazione criminale insieme con i vertici del partito - arrivano addirittura al 16,6 per cento. Un partito che si è macchiato dell'omicidio di un rapper e militante di sinistra, nonché di un'infinità di reati ai danni degli immigrati. Un tema, quello dell'immigrazione che ormai è diventata esodo verso le isole greche, che è di certo uno dei fattori dietro questo successo.
Ma se i «neri» festeggiano, i «rossi» di Unità Popolare stasera non sembrano nemmeno fare autocritica, rivendicando anzi con orgoglio la loro fallimentare battaglia: l'ex presidente del Parlamento Zoe Constantopoulou, ex alleata di ferro e ora avversaria giurata di Tsipras, dice che «siamo orgogliosi di aver combattuto contro i poteri forti ed essere stati dalla parte della gente». Constantopoulou ha sottolineato il dato del forte astensionismo: «Il voto rappresenta solo la metà dei greci». Ancora più baldanzoso l'ex ministro Panagiotis Lafazanis: «Abbiamo perso la battaglia, non la guerra. Domani (oggi per chi legge, ndr) ci sarà la catastrofe del memorandum e Unità Popolare sarà lì a contrastarla». Una battaglia che non sarà in Parlamento, visto che si sono fermati sotto alla soglia di sbarramento del 3 per cento.
Stando alle prime proiezioni dei risultati delle elezioni in Grecia, nel dettaglio, Syriza avrebbe ottenuto il 35,5 per cento, Nuova Democrazia il 28,1 per cento, Alba Dorata il 7,1 per cento, i socialisti del Pasok il 6,4 per cento, Kke il 5,5 per cento, To Potami (centrosinistra) il 4 per cento, i Greci Indipendenti 3,7 per cento e Unione centristi il 3,4 per cento. Secondo queste proiezioni, resta fuori proprio Unità popolare, fondata dai dissidenti di Syriza.
Queste percentuali assegnano al partito del premier uscente Alexis Tsipras 145 seggi, a Nea Dimokratia 75 seggi, 19 ad Alba dorata, 17 al Pasok, 15 al Kke, 10 a Potami, 10 ai Greci Indipendenti e 9 all'Unione centristi.
Il sistema elettorale greco prevede l'assegnazione di un premio di maggioranza di 50 seggi, sui 300 dai quali è composto il Parlamento, al partito che ottiene più voti alle urne, in modo da incoraggiare governi più stabili.
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