Borse ancora giù ma senza effetto panico Fitch taglia il rating: probabile il default

Borse ancora giù ma senza effetto panico Fitch taglia il rating: probabile il default
Mercoledì 1 Luglio 2015, 03:13
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Francesca Pierantozzi
Parigi. Da New York la notizia arriva in Grecia a fine giornata. L'agenzia Fitch taglia il rating della Grecia a «CC» da «CCC», un altro passo verso la retrocessione. Un giudizio senza appello. L'agenzia Fitch in una nota, ha sottolineato che un default sul debito in mano ai creditori privati e' probabile.
La notizia arriva dopo che nel corso della giornata mercati e borse avevano ripreso il controllo dei nervi dopo l'ondata di panico che lunedì ha travolto gli indici di mezzo di mondo. Ieri la giornata non è stata certo rosea, ma si è risollevata dal profondo rosso del 29 giugno, con segni negativi meno catastrofici e un generale clima da quiete prima della tempesta. Più che alla mezzanotte, scadenza fatale della rata da 1,7 miliardi che la Grecia doveva versare al Fondo Monetario Internazionale, gli operatori hanno preferito guardare alle trattative a oltranza che vanno avanti a Bruxelles. Il nervosismo comunque resta: il Btp italiano ha registrato un deciso rialzo dei rendimenti con un balzo dei tassi all'1,25 per cento (da 0,85) per il 5 anni, al 2,35 per cento (da 1,83) per il decennale. In aumento anche i tassi decennali sui titoli spagnoli e portoghesi, mentre non hanno registrato una consistente diminuzione i titoli del debito tedesco e francese, pure considerati valori rifugio in tempi di calamità naturali. Inevitabile il segno meno su tutte le piazze, senza però paragone con il tuffo di lunedì: Milano ha chiuso a -0,48 per cento, Londra a -1,5, Francoforte a -0,91, Parigi a - 1,63. L'euro ha recuperato (1,1150 dollari da 1,11 di lunedì) e lo spread è persino calato, a 157 punti base, era arrivato a 159 lunedì. A Bruxelles, il BEL20 ha aperto con un calo dello 0,95 prima di risollevarsi fino a - 0,70. Secondo gli analisti di Aurel BCG «i movimenti avrebbero continuato a essere molto più violenti se gli investitori non fossero convinti che le discussioni con la Grecia possano riprendere. Il rischio di contagio sembra, almeno per il momento, limitato». «La sorpresa più grossa - ha invece analizzato Matthew Sherwood di Perpetual Ltd in una nota ai clienti citata dall'agenzia Bloomberg - è che l'euro non si indebolisce in modo netto, segno che i mercati ritengono che la situazione greca sia gestibile anche in caso di uscita dall'eurozona». Per gli operatori, le sorti immediate della Grecia si giocano soprattutto a Francoforte. Oggi il consiglio direttivo della Bce si riunisce per decidere - come annunciato da governatore austriaco Ewald Nowotony - se estendere l'attuale liquidità d'emergenza (ELA) che tiene a galla le banche greche. Liquidità che la Bce ha praticamente congelato, quando il negoziato è precipitato nel weekend, a circa 89 miliardi di euro dopo averla aumentata progressivamente nei mesi passati.
Uno stop all'ELA farebbe collassare le banche, dando l'innesco vero e proprio del Grexit. Ma anche la Bce sembra orientata a una posizione di attesa: mantenere le banche in vita (ma operativamente disabilitate) rinnovando i prestiti sui livelli attuali, in attesa dei prossimi sviluppi, in particolare dell'esito del referendum del 5 luglio.
È un'altalena: da una parte i mercati hanno apprezzato la riapertura delle trattative tra Tsipras e i creditori dall'altro, però, non hanno apprezzato (ed è questo il motivo per cui alla fine il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,48%, in linea con l'andamento degli altri principali indici europei) le dichiarazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel che ha difatti chiuso le porte a un terzo salvataggio di Atene prima del referendum in programma domenica.
Ieri sera, la bocciatura sui rating che dipende dalle misure introdotte dal governo greco a partire da lunedì, con la chiusura degli sportelli, i limiti di 60 euro al giorno di prelievo al bancomat e il blocco dei pagamenti dalla Grecia all'estero con carte e bancomat ellenici. Senza ulteriore sostegno esterno il default delle banche è «praticamente una certezza». E un default sul debito in mano ai creditori privati è probabile.
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