Clima, a Parigi scontri e fermi l'ira di Hollande: uno scandalo

Clima, a Parigi scontri e fermi l'ira di Hollande: uno scandalo
Lunedì 14 Dicembre 2015, 18:09
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Francesca Pierantozzi
PARIGI. La catena umana doveva servire a denunciare «lo stato d'urgenza climatico», e invece si è trasformata in un cordone sanitario intorno alla statua della Republique, per difendere dai sassi e dai black bloc, i fiori e le candele in memoria delle vittime del 13 novembre. Doveva essere la non-marcia pacifica per il clima, in questa Parigi ferita dal terrorismo, e invece le scarpe lasciate per terra, in mezzo alla piazza, là dove lo stato d'emergenza vieta qualsiasi manifestazione, dono diventate proiettili tirati contro le forze dell'ordine. Anche quelle inviate a nome di Papa Francesco, o del segretario Onu Ban Ki-moon, o di attrici, come Marion Cotillard o Vanessa Paradis. Perfino i tacchi a spillo di Vivienne Westwood. La ventunesima Conferenza per il Clima è cominciata così: 208 fermi, scontri, lacrimogeni e cariche in place de la République. Colpa dello stato di tensione, certo, che ha reso intolleranti a qualsiasi sgarro i Crs, dispiegati in forze fin dal mattino.
Ma soprattutto dei «soliti due o trecento» come hanno denunciato gli ambientalisti, che in place de la République erano venuti per cercare di far sentire la voce dell'Ecologia. «È una catastrofe - ha detto Cécile Duflot, ex ministra dell'Ambiente, deputata Verde - Sono dei delinquenti che non hanno nulla a che vedere con l'ecologia o con la COP21. Da che mondo è mondo, ci sono casseurs in coda ai cortei. Penso invece alle diecimila persone che hanno fatto una catena umana a Parigi, a tutti gli altri mobilitati nelle regioni». Ma l'immagine che resta è un'altra. Le scarpe che tappezzavano la piazza, segno di una manifestazione impossibile in questa Parigi, volano contro i poliziotti, finiscono anche in mezzo ai fiori e alle candele per ricordare i morti degli attacchi. Peggio ancora: alcuni ragazzi con i cappucci afferrano le candele per lanciarle contro i poliziotti. I loro slogan sono soprattutto contro «lo stato d'urgenza, stato di polizia», molti sono vestiti di nero, difficile mettere un'etichetta: black bloc, militanti di estrema sinistra, anarchici, o «zadisti» (da Zone à Defendre, militanti anticapitalisti).
Altri ragazzi, a viso scoperto questi, si mettono intorno alla statua per difendere il memoriale diventato luogo di raccoglimento dalla notte del 13 novembre, il Bataclan e i bar del decimo e undicesimo arrondissement attaccati dai terroristi sono a due passi. «È una profanazione, è indecente» dice Bertrand Boulet, che da due settimane viene ogni giorno ai piedi della statua a riaccendere le candele, cambiare qualche fiore: «È la tomba delle vittime», grida.
«Scandalosi»: così, senza tanti fronzoli, ha commentato il presidente François Hollande senza nemmeno aspettare di essere rientrato da Bruxelles, per i lavori del vertice Ue-Turchia. «La protesta - ha detto Hollande - è avvenuta proprio dove c'erano candele, fiori e altri ricordi in memoria delle vittime». Ancora più duro, se possibile, il primo ministro Manuel Valls: «Le violenze contro le forze dell'ordine in place de la République sono indegne. Rispettare questo luogo è rispettare la memoria delle vittime» degli attentati. Dopo gli scontri e cariche, gli agenti sono riusciti a «inquadrare» la frangia violenta, rimasta per qualche ora circondata dai Crs che hanno proceduto a quasi trecento controlli d'identità e 208 stati di fermo.
Questa mattina si comincia ufficialmente. Alle 8 Hollande comincia ad accogliere, con Ban Ki-moon, oltre 150 capi di stato. In serata a cena all'Eliseo con Obama.
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