La Germania spiazza tutti: «Mezzo milione di rifugiati l'anno»

La Germania spiazza tutti: «Mezzo milione di rifugiati l'anno»
Mercoledì 9 Settembre 2015, 03:19
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Fabio Morabito
Mezzo milione di rifugiati all'anno «per alcuni anni». La Germania, mentre a Bruxelles si parla di quote e le altre potenze europee ragionano su cifre di tutt'altra entità, è ancora una volta la prima della classe. È stato questa volta il vicecancelliere Sigmar Gabriel a fare l'annuncio spiazzante. «Penso che possiamo farcela con mezzo milione di persone, per alcuni anni» ha detto. «Non ho dubbi - ha poi precisato - forse anche di più». Dall'Europa dell'Est, invece, è ancora una volta il premier dell'Ungheria Viktor Orban a dare voce al fronte anti-migranti, insistendo sulle nuove leggi restrittive (fino a tre anni di carcere per i clandestini) che Budapest vuole approvare presto, e per il “muro” con cui si vuole impedire gli ingressi dalla Serbia ha fatto un sopralluogo di persona: «Servono più operai», ha detto, chiedendo che la recinzione sia completata entro il 15 settembre.
Sono le due voci lontane di un'Europa che è costretta a trovare l'unità, mentre anche Washington si mette una mano sulla coscienza (o sul portafoglio). Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, ha annunciato che il Dipartimento di Stato sta studiando come aiutare l'Europa. In Germania, gli arrivi di migranti a migliaia per volta sono gestiti con fatica ma efficienza; in Ungheria, invece, benché nei fatti si lasci passare i migranti che hanno solo voglia di andare verso il Nord Europa, gli scontri continuano. Al Sud, al confine con la Serbia, agenti starebbero ancora dando la caccia nei boschi ai profughi che lunedì hanno sfondato il cordone di polizia che li bloccava a Roszke, sulla frontiera.
Alcuni poliziotti hanno usato spray urticanti. Gli agenti greci, invece, hanno fermato a colpi di manganello l'ondata di profughi che a Lesbo si è ammassata per prendere posto nei traghetti che partivano dall'isola. Su un traghetto da 2.500 posti hanno provato in seimila a salire. Ma la situazione è esplosiva, ed è proprio in questi termini che si esprime il ministro dell'Immigrazione greco: «Lesbo è sul punto di esplodere». La voglia di fare in fretta, quando alle spalle si ha un viaggio già di settimane, è forse condizionata dalla consapevolezza che l'attuale “via libera” dato dall'Austria, dalla Germania e dalla Svezia potrebbe essere interrotta da un momento all'altro. «I numeri variano, ma vi sono migliaia di nuovi arrivi ogni giorno» ha detto a Ginevra la portavoce dell'Agenzia Onu per i rifugiati, Melissa Fleming, parlando della sola Grecia. Nelle sole isole greche i profughi sono trentamila, due terzi dei quali a Lesbo. In Macedonia, conferma Melissa Fleming, solo lunedì i nuovi arrivi sono stati settemila. L'Unicef sostiene che ogni dieci ingressi tra Macedonia e Serbia, quattro sono donne o bambini.
Ci sono siriani, afgani, pachistani, iracheni. Ma solo per i siriani c'è un “via libera” incondizionato deciso dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Gli altri possono solo provare a sfruttare questo “corridoio” inaspettato, dove nessuno chiede i documenti o cerca di identificarli. Ma nella tragedia colletti va di questi popoli in fuga essere siriani in questi giorni è diventato un privilegio.
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