«Poliziotto ferito, è stato lui» catturato un pregiudicato

«Poliziotto ferito, è stato lui» catturato un pregiudicato
Domenica 27 Settembre 2015, 03:28
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Giuseppe Crimaldi
Lo hanno preso. Raffaele Rende, «Lelluccio 'o criminale» è finito in trappola. Il 27enne ricercato per il ferimento dell'agente della Polizia di Stato Nicola Barbato - sovrintendente in servizio alla squadra Antiestorsioni della Squadra mobile di Napoli - è stato arrestato ieri sera poco prima delle otto a San Giovanni a Teduccio.
Si nascondeva in casa di uno zio. È qui che aveva cercato riparo forse già da giovedì notte, dopo aver premuto per otto volte il grilletto della pistola puntata contro i due poliziotti impegnati in una delicata indagine antiestorsione a Fuorigrotta. Sparando all'impazzata aveva colpito Barbato alla nuca e a un braccio.
A catturare Rende sono stati gli uomini della Mobile della Questura: tra loro c'era anche il collega di Barbato, miracolosamente scampato alla morte, essendo stato sfiorato da due proiettili alla testa. «Non sparate, sono disarmato!»: queste le prime parole pronunciate dal ricercato all'irruzione dei poliziotti all'interno dell'appartamento di un condominio delle case popolari non lontano dal corso San Giovanni a Teduccio, zona popolare del quartiere della periferia orientale di Napoli.
Fermato anche lo zio del fuggitivo, denunciato per favoreggiamento personale: la sua posizione è al vaglio della Procura. Per cercare di non essere riconosciuto Rende - che in nottata è già stato interrogato dal pubblico ministero De Falco - si era anche tagliato la barba.
Esulta con un tweet il ministro dell'Interno Angelino Alfano che annuncia il successo delle forze dell'ordine immediatamente dopo aver appreso la notizia: «Abbiamo catturato presunto autore del tentato omicidio del nostro poliziotto di#Napoli. Ora è in questura. #Statopiùforte ancora una volta ».
Una chiosa politica al termine di due lunghi giorni carichi di tensione in città, in coincidenza con la visita del presidente della Repubblica. Per questo il risultato della cattura è incassato con soddisfazione sia dagli ambienti investigative che da quelli politici e istituzionali.
Sulle tracce del fuggitivo da due giorni era mobilitata tutta l'élite investigativa della Questura di Napoli che non ha dato un minuto di tregua a Rende. Una caccia all'uomo di proporzioni gigantesche che alla fine ha portato al risultato che tutti si aspettavano. «Una promessa è una promessa - dice adesso un funzionario alzando al cielo il pugno in segno di vittoria - Avevamo giurato a noi stessi di prenderlo e lo abbiamo fatto. Ora serve solo giustizia». L'imponente caccia all'uomo andava avanti ormai da quarantotto ore senza sosta e aveva portato gli investigatori anche verso località esterne al capoluogo campano.
E mentre dal sito che raduna su Facebook alcuni colleghi dell'agente ferito continuavano a far rimbalzare notizie infondate (ieri mattina veniva data per certa la cattura del ricercato, notizia poi rivelatasi del tutto infondata), la conferma ufficiale che erano scattate le manette è giunta poi alle 21,45.
Smentita la versione che pure era circolata per alcune ore - quella di un clamoroso errore di persona che avrebbe spinto a sparare al sovrintendente Nicola Barbato, scambiato per un camorrista di un clan avversario - emerge in tutta la sua chiarezza il quadro in cui si è consumato il dramma.
Il ferimento di Barbato è maturato nell'ambito di un'operazione di polizia giudiziaria contro il racket delle estorsioni. Sono le otto di sera di giovedì quando due agenti in servizio alla Mobile escono da un negozio di giocattoli di via Leopardi per mettersi in macchina, una Fiat Panda. Per tutto il pomeriggio i due, in borghese, sono rimasti nell'esercizio commerciale.
I delinquenti compaiono alle otto di sera. Rende si infila nella Panda sul sedile posteriore: «Dite al vostro titolare che questo è l'ultimo avvertimento», minaccia, scambiando i poliziotti in borghese per due dipendenti della ditta.
Il pregiudicato è convinto ancora che i due agenti siano commessi del negozio. Poi, però accade qualcosa di imponderabile: Rende si insospettisce, basta un gesto dei poliziotti a fargli estrarre la pistola; forse l'aggressore si accorge che uno dei due agenti nasconde tra le gambe, sul sedile, la pistola di ordinanza. E a quel punto è l'inferno. Spara e ferisce gravemente Barbato.
Poi fugge. Da quel momento Rende diventa il ricercato numero uno della Questura di Napoli. Lo cercano ovunque con determinazione fino a ieri sera quando la fuga termina con l'arrivo degli agenti. Adesso è accusato di duplice tentato omicidio, detenzione eporto abusivo di armi e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Per lui inizia adesso un percorso giudiziario che non si annuncia facile.
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