Pompei, sequestro da 6 milioni nel mirino i dirigenti del Mibac

Pompei, sequestro da 6 milioni nel mirino i dirigenti del Mibac
Giovedì 5 Marzo 2015, 03:27
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Paolo Barbuto
Che succede se il costo di un intervento urgente per tutelare e proteggere un'area archeologica cresce del 1.300 per cento? Succede che la Procura della Repubblica si insospettisce e apre un'indagine che sfocia in un processo. Ma succede che pure la Corte dei Conti s'insospettisce, apre un fascicolo, chiede conto di quella spesa esagerata e impone il sequestro dei beni della persona che ha utilizzato quel denaro. Stiamo parlando, l'avrete capito, del teatro di Pompei e della vicenda nella quale è coinvolto l'ex commissario delegato Marcello Fiori che, oggi, è responsabile nazionale dei club Forza Silvio.
La storia, venuta alla luce nel 2012, è nota: sono i giorni d'inizio 2009 in cui Pompei è tormentata e commissariata, il prefetto Profili viene sostituito da Marcello Fiori, ci sono quasi 80 milioni a disposizione per restituire dignità agli scavi, 450mila euro sono destinati al Teatro. Poi, un giorno, si scopre che le spese per quella struttura sono lievitate a dismisura, da 450mila euro a quasi sei milioni: per aprire il teatro degli Scavi alle rappresentazioni estive del San Carlo è stato necessario adeguarlo alle improvvise esigenze. Nuovo palcoscenico, camerini, impianti per le luci e la diffusione del suono, finanche un chiosco-bar.
C'è un processo che procede stancamente per fare luce sulla vicenda. Ma, nel frattempo, ipotizzando un danno per lo Stato, la Procura Regionale della Corte dei Conti ha chiesto, e ottenuto, il sequestro di beni e denaro di Marcello Fiori fino al raggiungimento di cinque milioni 778mila euro. E ha chiesto conto di quella spesa esagerata, anche ad altre nove persone, i componenti della Commissione generale di indirizzo e coordinamento del ministero dei Beni culturali (i quali avrebbero dovuto verificare e controllare i conti), invitandoli a presentare le proprie deduzioni ed eventuali documenti. Tra di loro il direttore generale per lo spettacolo dal vivo Salvatore Nastasi e l'ex soprintendente per i Beni archeologici di Napoli e Caserta Stefano De Caro (l'elenco completo è nel grafico in pagina).
Gli inviti sono stati consegnati personalmente, poco dopo l'alba di ieri mattina, a tutte le dieci persone coinvolte in questa vicenda dalla Corte dei Conti: la Guardia di Finanza ha bussato alla porta e ha lasciato i documenti. Dopo una manciata di minuti la storia è stata raccontata dalle agenzie di stampa, poi da radio e tv, ed ha, ovviamente, alimentato il chiacchiericcio e le tensioni politiche. Fiori ha rimesso nelle mani di Berlusconi il mandato di responsabile nazionale dei club Forza Silvio, il Cavaliere gli ha confermato la fiducia. Ma, tutt'intorno, l'aria s'è riempita di polemica.
Nell'atto con il quale la Corte dei Conti chiede ragione di quelle spese, ci sono approfondimenti sulla vicenda e considerazioni sull'operato di Fiori che viene definito ora «stravagante», ora «irriverente per la sua protervia», ora «volto al depauperamento del patrimonio».
Nel frattempo le formalità per il sequestro conservativo dei beni sono andate avanti e la Corte dei Conti è riuscita a bloccare un appezzamento di terreno del valore complessivo di circa 30mila euro, un conto corrente condiviso da Fiori con la moglie, sul quale giacevano poche migliaia di euro, e una porzione dello stipendio attuale. La Corte dei Conti ha giustificato la necessità di procedere con i sequestri dopo aver analizzato recenti movimenti da parte di Marcello Fiori che, secondo quanto è stato ricostruito, avrebbe provveduto a cedere ai parenti alcune proprietà immobiliari delle quali era in possesso. Quei beni ceduti non rientrano nelle richieste di sequestro ma la magistratura contabile ha verificato tutti i rapporti di collaborazione e di lavoro, attuali e passati, e ha chiesto alle aziende e alle istituzioni con le quali Fiori è stato in contatto, di far sapere con immediatezza se ci sono denari destinati all'ex commissario che possono essere bloccati. Identico percorso è stato seguito con tutti gli istituti di credito presso i quali Fiori ha movimentato, anche in passato, somme di denaro.
Tutta la vicenda ruota attorno all'ipotesi che la spesa per il Teatro di Pompei rappresenti un tipo di intervento diverso rispetto a quelli di messa in sicurezza e di restauro per i quali erano stati stanziati i fondi affidati al commissario designato dalla Protezione civile. E proprio in favore della Protezione civile la Corte dei Conti ha chiesto di operare il sequestro, in attesa che venga fatta chiarezza.
Nell'analisi della questione la magistratura contabile si è avvalsa largamente delle indagini effettuate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. In particolare l'attenzione è concentrata sul momento in cui c'è stata l'imprevista crescita dei costi. Quel momento, spiegano i documenti ufficiali, è coinciso anche con l'affidamento dei lavori più redditizi a una ditta che fino ad allora non aveva lavorato all'interno degli scavi. Sottolinea, in particolare, la Corte dei conti, una sequenza di date che emerge dalle documentazioni contabili: il contratto di appalto per i nuovi e ampliati lavori di ristrutturazione del teatro sarebbe stato firmato tra Fiori e la ditta il 28 maggio del 2010. Esattamente tre giorni dopo, il 31 maggio, la ditta ha consegnato i lavori già completati al commissario. Indubbiamente sembra singolare che in sole 72 ore vengano svolti lavori per quasi sei milioni di euro. Comunque in quella stessa data, il 31 maggio del 2010, Marcello Fiori firma il decreto commissariale che liquida 5 milioni e settecentomila euro alla ditta che ha adeguato il teatro degli Scavi alle necessità dei nuovi spettacoli. A proposito, c'è un altro particolare che viene sottolineato dalla procura Regionale della Corte dei Conti: il cantiere sarebbe stato aperto il quattro del mese di maggio del 2010: esattamente 24 giorni prima che il contratto di affidamento dei lavori venisse firmato. Se siete riusciti a destreggiarvi in questo labirinto di date, converrete che c'è qualcosa di estremamente complesso da decifrare.
L'unica certezza, per adesso, è che la Corte dei Conti chiede chiarezza mentre Marcello Fiori spiega che tutto sarà chiarito. E in sottofondo resta il cicaleccio della politica.
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