Quante volte nella nostra vita abbiamo sentito parlare di impeachment? Sicuramente tante, non nel quotidiano gergo politico ma nei film e nei telefilm, dato che la versione più celebre dell'impeachment - parola inglese che vuol dire 'accusa' - è un istituto giuridico previsto negli Stati Uniti d'America, nel caso in cui si creda che il Presidente, la prima carica dello Stato, abbia commesso dei reati. In generale, è un istituto tipico del common law anglosassone (che esiste fin dal XIV secolo in Inghilterra), per cui si prevede il rinvio a giudizio di titolari di cariche pubbliche qualora si ritenga che abbiano commesso determinati illeciti nell'esercizio delle loro funzioni.
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IN ITALIA Nel nostro Paese l'articolo 90 della Costituzione prevede qualcosa di simile all'inpeachment, che è l'istituto di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica. «Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione - recita l'articolo - In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune [cfr. art. 55 c.2], a maggioranza assoluta dei suoi membri [cfr. artt. 134, 135 c.7 ]».
In parole povere, il Capo dello Stato gode di immunità per gli eventuali reati comuni di cui può essere accusato, e può essere giudicato solo per alto tradimento o per attentato alla Costituzione, quando ci sono cioè violazioni della Carta tali da stravolgere i caratteri dell’ordinamento dello Stato per sovvertirlo con metodi non permessi. Il Parlamento in seduta comune svolge il ruolo dell’accusa (dopo aver stabilito l’ammissibilità della procedura), mentre ad emanare la sentenza è la Corte Costituzionale.
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Il primo step, dopo la richiesta formale di messa in stato d’accusa, è la formazione di una maxi-commissione di 20 membri (scelti dai presidenti di Camera e Senato e nominati proporzionalmente al peso dei gruppi parlamentari) selezionati tra i membri delle giunte competenti per le autorizzazioni a procedere. Questa commissione valuta le accuse e decide se archiviarle o se porre la questione al Parlamento in seduta comune: in questo caso, per procedere basta la maggioranza assoluta (50% più 1, ovvero 477 voti).
Il giudizio spetta alla Corte Costituzionale: ai 15 giudici si agginugono 16 membri estratti a sorte dall’elenco di cittadini aventi i requisiti per l’eleggibilità a Senatore, elenco compilato ogni 9 anni mediante elezione con le stesse modalità stabilite per la nomina dei giudici costituzionali ordinari. Si uniscono poi i ‘commissari d’accusa’ eletti dal Parlamento tra i suoi membri per sostenere le accuse a carico del Presidente della Repubblica. La sentenza, di destituzione o di assoluzione, è inappellabile.
IN AMERICA Negli Stati Uniti l'impeachment è previsto dalla Carta Costituzionale approvata a Philadelphia nel 1787. Soggetti passivi - cioè quelli che possono subire questo tipo di procedimento - sono i componenti del governo e del potere esecutivo (dal presidente al vicepresidente fino ai funzionari delle amministrazioni statali) e i giudici, membri delle giurisdizioni federali. I soggetti attivi invece sono la Camera dei Rappresentanti, che discute i presupposti dell’accusa ed eventualmente la porta avanti, e il Senato che ricopre il ruolo di giudice. A presiedere il Senato, nel caso nel mirino ci sia il Presidente degli Stati Uniti, è il Presidente della Corte Suprema.
I due casi più celebri di impeachment negli Usa sono quelli dello scandalo Watergate, nel 1973, e per il Sexgate, alla fine degli anni ’90.
Impeachment, che cos'è e come funziona in Italia. Ecco cosa dice l'articolo 90 della Costituzione
di Domenico Zurlo
Lunedì 28 Maggio 2018, 19:40
- Ultimo agg.
29 Maggio, 11:24
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Nel primo caso però non si può parlare di vero e proprio impeachment, perché Richard Nixon diede le dimissioni prima che si chiudesse la procedura; nel secondo, Bill Clinton fu assolto dalle accuse di aver mentito sulla sua relazione con la stagista Monica Lewinsky e di aver ostacolato la giustizia, perché questi comportamenti non attenevano alla sfera pubblica ma a quella privata dello stesso Clinton.
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