Salario minimo, Calderone: «Domani confronto leale. E per chi perde il Reddito un posto in tempi rapidi»

«Già presi in carico 70 mila nuclei, per loro formazione e riqualificazione»

Salario minimo, Calderone: «Domani confronto leale. E per chi perde il Reddito un posto in tempi rapidi»
​Salario minimo, Calderone: «Domani confronto leale. E per chi perde il Reddito un posto in tempi rapidi»
di Luca Cifoni
Giovedì 10 Agosto 2023, 00:19
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Ministra Calderone, cosa ci si può aspettare dal confronto con le opposizioni sul salario minimo?
«Ci dobbiamo aspettare un confronto leale e aperto, con una volontà di ascolto e di vera interlocuzione, nell’interesse della qualità del lavoro».

Siamo al 9 agosto. Sarà tutto pronto il primo settembre, quando dovrà partire la piattaforma per gli ex percettori del reddito di cittadinanza?
«I tecnici del Ministero e dell’Inps stanno lavorando da mesi per l’avvio della piattaforma nei tempi previsti. Stiamo completando i test tecnici e poi inizieremo, in collaborazione con le regioni, il caricamento delle informazioni necessarie per la formazione e le politiche attive finalizzate ad accompagnare le persone al lavoro. Stiamo costruendo ed implementando sia la banca dati dei posti vacanti che quella sull’offerta formativa. Con le Regioni c’è da sempre un confronto costruttivo. Una collaborazione che continuerà con 4 tavoli tecnici appena costituiti». 

Come funzionerà la formazione di queste persone, che dovrebbero ricevere il Sostegno alla formazione e al lavoro?
«Molti potenziali percettori del Supporto alla formazione ed al lavoro hanno già avuto la presa in carico e l’assessment dal programma Gol, sono circa 70 mila nuclei sui 112mila che escono dal reddito ad agosto. Il primo passo è quindi completare questa attività - denominata patto di attivazione - anche per gli altri.

La formazione per chi esce dal sussidio è una delle opzioni di politica attiva previste, in quanto chi è già occupabile può entrare anche in un percorso di accompagnamento al lavoro o in un tirocinio. In ogni caso il sistema è analogo a quello dei disoccupati seguiti dal programma Gol e consiste in interventi di aggiornamento professionale, ossia formazione breve, e di formazione lunga, ossia riqualificazione professionale. Il beneficiario decide il percorso insieme all’operatore del centro per l’impiego o dell’agenzia per il lavoro nell’ambito del patto di servizio, accedendo al corso più adatto per lui. Che dovrà seguire obbligatoriamente per prendere l’indennità».

Quante possibilità effettive ci sono di collocare queste persone nel mondo del lavoro? In quali settori?
«Viviamo una fase di crescita occupazionale. Le imprese cercano e non trovano lavoratori. Questo vale per le competenze più basse come per quelle più alte. In quest’ultimo caso vi è un indice di difficoltà di reperimento pari al 48%. È proprio di questi giorni il report di Unioncamere ed Anpal sulle previsioni di assunzione nei prossimi mesi: ci sono circa 1,3 milioni di opportunità nel trimestre agosto-ottobre. La rete che abbiamo costituito e che coinvolge tutti gli attori del mercato, dalle agenzie per il lavoro agli enti bilaterali oltre ai centri per l’impiego, metterà a sistema queste esigenze delle imprese italiane e farà in modo di migliorare le competenze di chi è in cerca di lavoro e di rendere più veloce ed efficace l’incrocio fra domanda e offerta. I settori in cui mancano lavoratori sono quelli della distribuzione, dell’agroalimentare, del manufatturiero e delle costruzioni». 

Retrospettivamente, la demarcazione netta tra nuclei con minorenni disabili e ultrassessantenni e tutti gli altri non appare un po’ approssimativa? 
«Certamente no se consideriamo che, oltre ai nuclei con minori, disabili e over 60, mettiamo in protezione anche chi si trova in una condizione di disagio. È il caso, per esempio, degli 88 mila nuclei presi in carico dai servizi sociali sin dagli inizi di luglio che continueranno a percepire il sussidio nel 2023 per poi passare nel 2024 all’Assegno di inclusione. Un iter che sta interessando in questi giorni altri 47 mila nuclei, facenti parte dei 159 mila che hanno completato i sette mesi di percezione del reddito. Nel decreto di attuazione dell’Assegno di inclusione che partirà il primo gennaio 2024, anche all’esito di un confronto tecnico con i servizi sociali competenti, saranno ancora più definite le caratteristiche di questa condizione di disagio sociale».

Potranno avere un inserimento lavorativo anche i percettori di Assegno di inclusione?
«Assolutamente sì. Anche per loro è previsto un percorso di recupero dell’occupabilità e di inserimento al lavoro. Saranno i servizi sociali che valuteranno e definiranno, insieme ai Centri per l’impiego, il percorso più idoneo. Rimango convinta che il lavoro sia essenziale per la piena integrazione delle persone in condizioni di povertà».

I dati sull’occupazione continuano ad essere buoni, anche se l’economia rallenta. Cosa si attende per i prossimi mesi?
«Che si riduca il divario fra posti disponibili e persone in cerca di occupazione. Non è solo una contraddizione avere disoccupati che non intercettano le occasioni di lavoro, ma anche un possibile danno per la nostra economia che va alimentata. Proprio per questo dobbiamo migliorare le infrastrutture del mercato. Bisogna rendere più efficace l’incrocio tra domanda ed offerta. Fino a che il 48% dei posti vacanti resta di difficile reperibilità vuol dire perdere molte delle opportunità di questa fase di crescita». 

Tra i dossier di quest’autunno c’è anche quello previdenziale. Quali misure potranno essere eventualmente inserite in legge di bilancio?
«A settembre ci saranno gli ulteriori incontri organizzati all’interno dell’Osservatorio della spesa previdenziale. È stato un lavoro utile e condiviso, poiché ogni intervento in materia pensionistica ha un impatto sugli equilibri previdenziali nel medio lungo periodo che vanno sempre monitorati per valutarne la reale sostenibilità. Successivamente, in vista della Legge di Bilancio, si aprirà una fase di confronto all’interno del governo che valuterà le coperture delle misure e individuerà quali possono essere accolte già dal prossimo anno». 

Sempre in manovra ci sarà da rifinanziare l’esonero contributivo per i lavoratori dipendenti. Quanti punti di taglio potrebbero essere mantenuti, dai 6-7 attualmente in vigore?
«Lavoriamo per stabilizzare la riduzione del cuneo fiscale e contributivo complessivo in maniera stabile del 5%. È un impegno di legislatura, questo, assunto dal governo e sul quale si va avanti in maniera prioritaria. La formula finale della riduzione contributiva sarà determinata sulla base delle altre misure contributive presenti nella legge di bilancio».

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