Alberto Pittarello aveva premeditato di uccidere Sara? Le ferie, la telefonata alla suocera. Oggi recuperato il suo furgone: forse dentro c'è il suo cadavere

Secondo gli investigatori Pittarello aveva un piano per uccidere Sara Buratin, l’ex compagna madre di sua figlia di 15 anni

Alberto Pittarello aveva premeditato di uccidere Sara? Le ferie, la telefonata alla suocera. Oggi recuperato il suo furgone: forse dentro c'è il suo cadavere
Alberto Pittarello aveva premeditato di uccidere Sara? Le ferie, la telefonata alla suocera. Oggi recuperato il suo furgone: forse dentro c'è il suo cadavere
Giovedì 29 Febbraio 2024, 10:30 - Ultimo agg. 17:33
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Lui si era preso un giorno di ferie, proprio il giorno in cui l'ha uccisa. Quella mattina poi ha chiamato la sua ex suocera per informarsi su chi c'è a casa. Sono troppi i dettagli che fanno pensare a un premeditazione: secondo gli investigatori Alberto Pittarello aveva un piano per uccidere Sara Buratin, l’ex compagna madre di sua figlia di 15 anni, che aveva deciso di lasciarlo andando a vivere dalla madre vedova. L'omicidio è avvenuto in casa a Bovolenta, in provincia di Padova.

Gli indizi

Il primo indizio è che lei, assistente alla poltrona di un dentista, aveva sempre avuto il martedì come giorno libero, mentre lui, tecnico manutentore delle caldaie, si era preso un giorno di ferie lo stesso giorno, una decisione comunicata all’azienda almeno una settimana prima.

Il primo segnale della premeditazione. Martedì mattina, poi, poco prima delle 10, Alberto chiama Mariagrazia Pasquetto, sua ex suocera. Le dice che vuole passare per casa per lasciarle lo scooter della figlia. «Vieni pure io non ci sono, trovi Sara» risponde lei. In questo modo Alberto è sicuro di trovare la sua vittima da sola in casa.

L'aggressione alle spalle

Nel video ripreso dalle telecamera di sorveglianza si vedono i due  che insieme parcheggiano lo scooter dentro alla rimessa che si trova dietro la casa. A quel punto, mentre lei è di spalle, lui la assale. Due fendenti violenti tra collo e nuca sono fatali. Lei crolla, lui le si avventa sopra e le infligge altri colpi con un coltello da escursionista, lascia il coltello a terra e scappa, una vicina vede il furgone andarsene alle 10.35. Alle 11 è Mariagrazia Pasquetto a trovare il corpo della figlia, le fa il massaggio cardiaco per rianimarla, ma lei è già morta.

Il furgone nel fiume

Tutto è successo tra le 10.05 e le 10.35 di martedì, momento in cui il furgone Nissan di Pittarello scompare insieme al suo proprietario. Con ogni probabilità - e se le condizioni meteo lo permetteranno - il mezzo da lavoro verrà recuperato nel fiue Bacchiglione questa mattina: sarà quello il momento in cui gli inquirenti scopriranno se il corpo del tecnico di caldaie è all’interno del mezzo o meno. Nemmeno dall’analisi dei cellulari - quello di Sara è stato trovato accanto a lei e quello di Alberto è stato scoperto sull’argine, a 200 metri dal punto in cui il suo furgone si è inabissato - sono emersi messaggi strani o particolari. Mai che lui le avesse paventato la possibilità di fare un gesto estremo, mai nessuna richiesta ossessiva a Sara di tornare con lui. Una situazione che ritorna ogni volta che agli amici si chiede come fossero loro in coppia: uniti, sorridenti e sempre assieme.

I compagni di squadra

Se Alberto aveva pianificato l’omicidio, di sicuro non aveva fatto trapelare nulla. Lunedì sera il trentanovenne si era allenato con la squadra di calcio a 5 con cui giocava ormai da tre anni, la Saldoteck di Sant’Anna. Aveva confidato ai compagni di squadra che la sua storia d’amore era finita. «Io e Sara ci siamo lasciati», aveva detto. 

La madre di Sara

Sentita dai carabinieri poche ore dopo aver scoperto che sua figlia Sara Buratin, 40 anni, era stata accoltellata e uccisa dal compagno Alberto Pittarello, 38 anni, Maria Pasqualetto ha fatto mettere a verbale una frase che ha spalancato il baratro dell’incomprensibile: «Non li ho mai visti litigare». Insieme da vent’anni, una figlia di 15 che ora vive con i parenti della mamma a Terrassa Padovana, avevano tenuto sotto traccia la fine della loro storia. Sara era tornata a vivere da lei da due settimane. Aveva portato con sé anche la figlia, lasciando la grande villa di via San Gabriele, dove viveva lei con tutta la famiglia Pittarello. E alla mamma che le aveva chiesto il motivo di quella decisione, Sara aveva risposto soltanto che lei e Alberto “erano in crisi”. Una storia d’amore che finisce ma nulla di più a far presagire la tragedia di martedì mattina: la morte di Sara, la fuga nel nulla di Alberto, forse in fondo al Bacchiglione in zona Ca’ Molin

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