Andrea Purgatori, la perizia accusa i medici: «Negligenti, l’antibiotico poteva salvargli la vita»

I periti sono convinti che una semplice terapia antibiotica avrebbe potuto allungargli la vita

Andrea Purgatori, la perizia accusa i medici: «Negligenti, l’antibiotico poteva salvargli la vita. Sottoposto a terapie inutili»
Andrea Purgatori, la perizia accusa i medici: «Negligenti, l’antibiotico poteva salvargli la vita. Sottoposto a terapie inutili»
Domenica 7 Aprile 2024, 10:57 - Ultimo agg. 19:10
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Emergono nuovi dettagli sulla morte di Andrea Purgatori, giornalista e conduttore televisivo, morto a Roma lo scorso 19 luglio. «I medici sono stati negligenti. Sarebbe bastato l’antibiotico a salvargli la vita». Così i periti, secondo il Corriere della Sera, convinti che nessuno dei medici che ebbe in cura Purgatori nella clinica Villa Margherita della Capitale comprese davvero la patologia da cui era affetto, un'endocardite che conviveva con un tumore ai polmoni. Tuttavia, secondo i periti, «i segni di infezione erano chiari». 

I periti sono convinti che una semplice terapia antibiotica avrebbe potuto allungargli la vita.

Purgatori, invece, si è aggravato nel giro di pochi giorni, tra la notte del 16 e 17 giugno 2023, «per l’inerzia degli specialisti». Tra questi il medico curante e cardiologo che non avrebbe individuato la patologia «ormai in fase conclamata», scrive il Corriere. 

La consulenza dei periti

La consulenza – richiesta dal pubblico ministero in seguito all’esposto della famiglia – ha indagato per omicidio colposo quattro medici curanti. Il medico curante avrebbe omesso «la prescrizione di accertamenti clinici, laboratoristici e strumentali finalizzati alla diagnosi di endocardite infettiva. Tali omissioni risultano a nostro avviso ascrivibili a imperizia e non rispondenti alle buone pratiche cliniche da noi individuate in letteratura». 

Purgatori, invece, sarebbe stato inutilmente sottoposto a terapia anticoagulante ma anche a radioterapia per aggredire ipotetiche metastasi cerebrali. «Sarebbe stato certamente opportuno – annotano gli esperti – eseguire un set di emocolture e richiedere una consulenza infettivologica. Gli accertamenti indicati avrebbero potuto intercettare il patogeno responsabile degli eventi febbrili e dell’endocardite infettiva con successiva richiesta di trasferimento in altra struttura». 

 

Il giornalista fu sottoposto a verifiche anche al Policlinico Umberto I, ma solo successivamente, troppo tardi. «All’Umberto I sostanzialmente con gli stessi elementi (di Villa Margherita, ndr) i sanitari sin da subito ipotizzavano un’endocardite batterica e tempestivamente effettuavano gli accertamenti necessari a confermare la diagnosi». Era, però, troppo tardi. Purgatori morì la mattina del 19 luglio. 

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