Il furgone investe un cinghiale, poi il tamponamento: morta una donna di 45 anni a Taranto

La tragedia sulla Statale 580, tra Ginosa e Ginosa Marina. Allarme degli esperti: "La politica intervenga"

Il furgone investe un cinghiale, poi il tamponamento: morta una donna a Taranto
​Il furgone investe un cinghiale, poi il tamponamento: morta una donna a Taranto
Domenica 4 Febbraio 2024, 12:23 - Ultimo agg. 12:36
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Il furgone investe un cinghiale e si ferma. Nel frattempo arriva un'auto che lo tampona e una donna muore. La vittima, 45 anni, è morta nella tarda serata di sabato a seguito dell'incidente stradale avvenuto sulla Statale 580, tra Ginosa e Ginosa Marina, in provincia di Taranto. L'auto sulla quale viaggiava la vittima avrebbe urtato violentemente un furgone che sarebbe rimasto bloccato sulla strada dopo aver investito un grosso cinghiale. Per la malcapitata, purtroppo, non c'è stato nulla da fare. E' morta sul colpo.

LA DINAMICA

Stando ad una primissima ricostruzione dell'incidente, poco prima della mezzanotte l'uomo alla guida del furgone è rimasto fermo sulla strada, la Statale dopo aver travolto e ucciso un grosso cinghiale. In quel momento sarebbe sopraggiuta l'auto della vittima che non si è accorta dell'ostacolo ed è andata a sbattere violentemente contro il mezzo.

Immediatamente sono scattati i soccorsi e sul posto sono sopraggunte le forze dell'ordine, il 118 e i Vigili del Fuoco del comando di Castellaneta.

Sono stati i pompieri ad estrarre il corpo della donna dalle lamiere contorte della sua auta. La vittima, infatti, dopo lo schianto è rimasta incastrata nell'abitacolo. Purtroppo, come si è detto, per la sfortunata 45enne non c'è stato nulla da fare. La strada è stata chiusa al traffico per diverse ore in modo da consentire i rilievi del caso.

LE REAZIONI

«Ciò che purtroppo temevamo e abbiamo sempre denunciato è accaduto ieri sera. Adesso ognuno deve prendersi le proprie responsabilità: combattiamo questa emergenza con strumenti adeguati perché sono in ballo vite umane». È quanto afferma Cia Agricoltori Italiani di Puglia, commentando l'incidente mortale. Nella stessa sera, inoltre, a qualche chilometro di distanza, sulla strada provinciale 13 tra Castellaneta e Castellaneta Marina, un altro “attraversamento-killer” ha mandato fuori strada un veicolo, fortunatamente senza gravi conseguenze per autista e passeggeri. «Nei mesi scorsi abbiamo commentato altri sinistri simili e solo la fortuna ha voluto che gli stessi non assumessero i contorni della tragedia» ha dichiarato Vito Rubino, il direttore dell’area Due Mari Taranto-Brindisi, vasto territorio da anni martoriato dall’emergenza cinghiali. «Ieri – ha aggiunto Rubino – nel territorio di Ginosa purtroppo è accaduto il peggio e le responsabilità di un’inerzia ingiustificabile, nonostante la straordinarietà dell’emergenza, andrà senza dubbio chiarita nelle sedi competenti. "Il mondo della politica, sia a livello regionale che nazionale, ha l’immediato dovere di rispondere con responsabilità ed atti concreti. Bisogna dare vigore al piano di abbattimento varato dalla Regione Puglia e ognuno deve fare la propria parte: Governo, Regione, Atc, associazioni venatorie, associazioni ambientaliste e associazioni agricole. Possano giungere le nostre più sincere condoglianze alla famiglia della vittima – ha concluso Rubino – alla quale assicuriamo che continueremo a far sentire la nostra voce affinché non si verifichino più simili tragedie».

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GLI AGRICOLTORI

Sul tema, senza dubbio di respiro regionale, è intervenuto anche il presidente di Cia Agricoltori di Puglia e vicepresidente nazionale Cia Gennaro Sicolo: «É necessario ripristinare una situazione di equilibrio ambientale che da molti anni non c’è più. Risolvere il problema non è semplice, ma bisogna iniziare ad affrontarlo seriamente, con determinazione, perché oltre ai danni alle colture, stiamo continuando a pagare un tributo altissimo in termini di vite umane. Nell’ultimo anno – ha spiegato il presidente - il numero dei cinghiali in Puglia è triplicato. Urge ottenere dal Governo opportune modifiche legislative e un quadro normativo nazionale che tenga conto delle dimensioni attuali del fenomeno cinghiali, con un numero di esemplari capace di moltiplicarsi ogni anno in modo esponenziale. Adesso basta – ha concluso Sicolo - questa è un’emergenza che andrebbe gestita al pari di una pandemia».

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