Benevento. Il gip: "Associazione a delinquere per cercare il consenso elettorale"

Guardia di Finanza
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di Gigi Di Fiore- Inviato
Mercoledì 29 Gennaio 2014, 10:34 - Ultimo agg. 10:40
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Benevento. Associazione per delinquere. Sarebbe l’ipotesi di reato pi grave su cui lavorerebbe la Procura di Benevento nei nuovi filoni investigativi sulla gestione della Asl. Un’ipotesi, unita ad altre per reati contro la pubblica amministrazione, per vicende di un periodo che va dall’ottobre 2011 al febbraio 2013. È ottobre 2011, il mese in cui si insedia alla Asl il nuovo direttore generale Michele Rossi.



Ed è lo stesso Rossi che, nella famosa conversazione registrata di nascosto il 23 luglio 2012 dall’allora direttore amministrativo Felice Pisapia, dice rivolgendosi a Nunzia De Girolamo: «Nunzia, non resterò un secondo su quell’Asl, se non per te e con te, perché la nomina l’ho chiesta a te, tu me l’hai data ed è giusto che ci sia un riscontro, un confronto ed un percorso che si deve portare avanti». In quel momento, Nunzia De Girolamo non è ancora ministro. Lo diventerà dopo le elezioni del febbraio 2013. Ed è proprio questo, il mese conclusivo del periodo di verifica investigativa della Procura di Benevento. La conferma sull’esistenza di più fascicoli d’inchiesta, aperti sulla base delle registrazioni e delle dichiarazioni di Pisapia, arriva da un passaggio contenuto nella seconda ordinanza firmata dal gip Flavio Cusani. Un’ordinanza, aggiuntiva alla prima del 23 dicembre scorso, che dispone gli arresti domiciliari per l’amministratore di fatto delle società «Gerim A» e «New center»: Giovanni Rocco Cirocco.



Nella parte finale del provvedimento, scrive il giudice: «La truffa contestata al Pisapia e al Cirocco non si pone come un evento isolato dal contesto in cui è maturato, ma si inserisce eziologicamente, attraverso l’operato di Pisapia, tra gli effetti della sciagurata gestione della Asl Benevento uno». È solo la premessa. Il giudice fa intuire molto sull’attuale lavoro della Procura, che impegna tre sostituti: Giovanni Tartaglia Polcini, Flavia Felaco e Nicoletta Giammarino.



Un lavoro che, nell’ultima settimana, ha portato alla convocazione di diversi testimoni. Le nomine e i trasferimenti nella Asl, l’appalto per il servizio ambulanze e la dislocazione delle sedi sanitarie nella provincia, l’autorizzazione all’apertura del bar all’ospedale Fatebenefratelli sono i principali episodi su cui gli ultimi testi sono stati sentiti.



Ma il gip Cusani, sempre nell’ultima ordinanza, fa capire ancora altro sulle gemmazioni di nuove indagini dall’inchiesta madre. Con questo passaggio: «La gestione della Asl appare impostata per volere di quella che appare ora come una vera e propria associazione per delinquere, costituita da privati cittadini e da pubblici ufficiali della Asl e di altre superiori istituzioni, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale».



Parole criptiche, che però lasciano intuire. Di certo, e lo scrive anche il gip Cusani, la Procura di Benevento ha aperto «separati procedimenti penali, indagando a 360 gradi sui numerosi fatti e su ogni persona che abbia avuto parte nei reati ipotizzati riguardo alla gestione complessiva della Asl».



Più fascicoli su vari episodi, in una visione unitaria dell’indagine delegata alla Guardia di finanza. Gran parte di questa seconda fase investigativa nasce dalle circa 400 pagine di conversazioni registrate, il 23 e il 30 luglio 2012, a casa del padre di Nunzia De Girolamo. Le famose registrazioni furtive di Pisapia. Riunioni di quello che, nella prima ordinanza, il gip Cusani definì «direttorio politico-partitico».



A quegli incontri, c’erano, con Felice Pisapia, il manager Michele Rossi, il direttore sanitario Gelsomino Ventucci, l’allora solo parlamentare Nunzia De Girolamo con i suoi collaboratori Giacomo Papa e Luigi Barone. In tutto, sei persone. Alcuni, rispetto alla Asl, privati cittadini, come Papa e Barone. Altri, pubblici ufficiali della Asl, come Pisapia, Rossi e Ventucci. Altri ancora pubblici ufficiali di istituzioni superiori, come Nunzia De Girolamo.



I nuovi fascicoli, partendo da notizie di reato precise, non possono che essere stati iscritti nel cosiddetto modello 21, quello che prevede indagati già noti. La Procura non conferma né smentisce l’esistenza di indagati, in questa seconda fase investigativa. Mentre il giudice Cusani parla ancora di «un numero indefinito di delitti contro la pubblica amministrazione», in un «allarmante scenario delinquenziale».



Su più episodi, dunque, si concentrano gli inquirenti, tra cui il contratto di licenza per il bar del Fatebenefratelli tra due titolari e il responsabile dell’ospedale, l’appalto per il servizio ambulanze a due ditte in associazione temporanea di imprese con i loro responsabili. L’inchiesta ora procede spedita. E domani sarà interrogato Felice Pisapia. Consegnerà tutte le registrazioni ancora in suo possesso e, soprattutto, non esiterà a rispondere.