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Incidente Roma, ragazzi morti a Fonte Nuova. «L'auto correva a 100 km orari». Decisive le riprese delle telecamere

Non è stato ancora stabilito quale dei giovani fosse al volante. L’ipotesi del guasto

Incidente Roma, ragazzi morti a Fonte Nuova. «L'auto correva a 100 km orari». Le riprese delle telecamere
Incidente Roma, ragazzi morti a Fonte Nuova. «L'auto correva a 100 km orari». Le riprese delle telecamere
di Mario Landi
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 28 Gennaio 2023, 16:35 - Ultimo agg. : 29 Gennaio, 12:00
4 Minuti di Lettura

Correva quell’auto con i sei ragazzi a bordo, ignari del destino che li attendeva. La Fiat 500 viaggiava almeno al doppio della velocità consentita su quel tratto della via Nomentana che attraversa il Comune di Fonte Nuova. Servirà ora una perizia tecnica ma le analisi primarie dei due video acquisiti dai carabinieri della Compagnia di Monterotondo, su delega della Procura di Tivoli, lasciano pochi margini di dubbio: il tachimetro segnava almeno 100 chilometri orari a fronte dei 50 consentiti per un centro abitato. E questo lo si evince analizzando matematicamente i secondi dei filmati e l’auto che passa una sola volta sulla strada prima di schiantarsi contro un palo e poi su un albero che, trasformandosi in trampolino, l’ha poi fatta ribaltare. Tuttavia c’è un altro problema: riuscire a stabilire chi fosse, dei sei ragazzi, quello che teneva il piede sull’acceleratore. 

APPROFONDIMENTI
Lo schianto
Volo di 50 metri
Sedici anni fa sulla stessa strada morirono altri 5 ragazzi
Addio a 5 amici
Video
Foto
Caos a Via Nomentana per le potature di 600 platani
Chi sono le vittime

Investito da un pullman a piazza Re di Roma, morto un ragazzo di 23 anni mentre attraversava

IL GUIDATORE

Dei viaggiatori sono morti in cinque, Valerio Di Paolo, Alessio Guerrieri, Simone Ramazzotti - tutti del 2001 - e le due 17enni, Flavia Troisi e Giulia Sclavo. L’unico superstite della strage è Leonardo Chiapparelli, 21 anni, ricoverato in Terapia intensiva al policlinico romano Sant’Andrea. Il ragazzo è sotto choc, sia per i postumi dell’incidente sia per aver saputo di aver perso tutti i suoi amici. «Mi hanno lasciato solo», si è sfogato con medici e parenti. Di quella notte nessuno gli ha ancora chiesto nulla, gli inquirenti sono accorti e aspetteranno sicuramente le sue dimissioni prima di ascoltarlo. Una delicatezza dovuta e necessaria perché il trauma passi o, quantomeno, si attenui e i ricordi possano così riaffiorare (è la speranza). Si è ipotizzato, poiché la Fiat 500, era intestata alla madre, che alla guida giovedì ci fosse Valerio Di Paolo ma potrebbe non essere così. Lo stesso Procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, dice: «Non abbiamo certezze di chi fosse al volante». Potrebbe non essere stato Valerio e questo confermerebbe quanto di lui raccontano amici e conoscenti e non il padre o la madre. Da genitori accorati che hanno perso un figlio sarebbe naturale aspettarsi quelle “difese d’ufficio” che a volte si perorano sfidando la realtà. «Valerio non guidava se beveva e non portava gente con lui se non era sicuro», dice Simone N., uno dei tanti ragazzi di quell’ampia comitiva di Fonte Nuova che conosceva Di Paolo ma che non ha motivi per difenderlo o per descriverlo come non era solo perché è morto. Poi Valerio dopo essersi diplomato lo scorso anno all’Istituto tecnico “2 giugno” aveva iniziato a lavorare nell’officina del papà: con i motori e le macchine aveva iniziato a sporcarsi le mani. E può certo questo non bastare a giustificare una sempre possibile distrazione, laddove si accertasse invece che era lui a guidare, dettata forse anche dal tardo orario (la Fiat si è schiantata poco prima delle 2.30 del mattino) ma è fondamentale stabilire chi fosse alla guida, analogamente allo stato dell’auto.

PERIZIA SULLA 500 

Immatricolata meno di dieci anni fa, sulla 500, Mario Troisi, papà di Flavia, ha ipotizzato un guasto, qualcosa che possa aver concausato l’incidente perché la figlia se faceva tardi e chi era con lei «aveva alzato il gomito, si faceva venire a prendere, non andava in auto con altri se non con chi si fidava». La Procura di Tivoli ha sequestrato il mezzo e come puntualizza sempre il procuratore «si farà più del 100 per cento per accertare ogni aspetto». Nei prossimi giorni verranno dunque quasi certamente disposte delle perizie sul mezzo. Poi ci sono comunque le autopsie: ieri è stato conferito l’incarico per svolgere gli esami (attesi al più tardi per mercoledì) all’istituto di Medicina legale della Sapienza. 
Al momento è stato aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio stradale. La Procura tiene a ribadire che «se qualcuno dovesse essere in possesso di immagini ovvero di informazioni utili per ricostruire la dinamica del sinistro avrebbe l’obbligo, prima ancora che giuridico, morale di prendere contatti con i carabinieri che stanno procedendo ovvero con la Procura». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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