Inchiesta mascherine, arrestati l'ex direttore delle Dogane Marcello Minenna e l'ex deputato leghista Pini: «Lucrarono sulla pandemia»

In tutto sono stati 34 i provvedimenti cautelari su disposizione della Dda di Bologna

Marcello Minenna, ex direttore dell'agenzia delle Dogane e assessore arrestato a Forlì
Marcello Minenna, ex direttore dell'agenzia delle Dogane e assessore arrestato a Forlì
Giovedì 22 Giugno 2023, 13:46 - Ultimo agg. 23 Giugno, 10:00
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Marcello Minenna, ex direttore dell'Agenzia delle Dogane, attuale assessore all'ambiente della Regione Calabria ed ex assessore del Comune di Roma, è stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta della procura di Forlì e si trova ai domiciliari.

C'è anche un maxi appalto con l'Ausl Romagna per la fornitura di mascherine nell'inchiesta che ha portato a diversi arresti. 

Minenna ai domiciliari

Arrestati infatti, su disposizione della Dda di Bologna, anche funzionari della prefettura di Ravenna, dell'Ausl Romagna. In tutto sono stati 34 i provvedimenti cautelari. C'è anche l'ex parlamentare della Lega Gianluca Pini, non più in carica dal 2018, fra i destinatari del provvedimento cautelare. Secondo l'ipotesi accusatoria della procura di Forlì, lo stesso parlamentare avrebbe ottenuto un appalto milionario dall'Azienda Usl Romagna per la fornitura di mascherine, nonostante non esistesse nessuna specifica attitudine aziendale, lucrando così anche sulla pandemia del 2020.

Chi è Minenna

L'ex direttore dell'Agenzia delle dogane arrestato e posto ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Forlì, è stato nominato assessore di area tecnica della Regione Calabria il 31 gennaio scorso. Il presidente, Roberto Occhiuto, gli ha attribuito le deleghe all'Ambiente, alle Partecipate ed ai Fondi comunitari. Minenna è subentrato come assessore al dimissionario Mauro Dolce, anche lui tecnico, che aveva però le deleghe alle Infrastrutture ed ai Lavori pubblici, settori che il presidente Occhiuto attualmente gestisce direttamente. Minenna ha 52 anni ed è originario di Bari.

È un economista ed è professore a contratto di Teorie e Politiche per lo sviluppo economico all'Università La Sapienza e di Econometria finanziaria e Finanza empirica all'Università telematica San Raffaele.

In passato Minenna è stato anche assessore tecnico al Bilancio, Patrimonio, Partecipate, Politiche Sociali e Spending review di Roma Capitale.

Le carte

Un «pactum sceleris» fra Gianluca Pini e Marcello Minenna: è l'ipotesi dei pm di Forlì che ha portato agli arresti domiciliari dei due. Secondo i pm, Pini aveva promesso a Minenna di «accreditarlo all'interno della Lega in modo venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva la conferma della nomina a Dg dell'Agenzia delle Dogane a seguito del cambio del governo, che effettivamente otteneva». Minenna, continuano i pm,«accettava le promesse in cambio dell'asservimento della sua funzione pubblica», in particolare «alle richieste di Pini in occasione di importazione di merci» fra cui le mascherine al centro dell'inchiesta.

L'inchiesta

Nell'inchiesta  sono coinvolti anche esponenti del mondo imprenditoriale romagnolo anche con importanti trascorsi istituzionali di livello nazionale nonché di appartenenti alle istituzioni asserviti ad interessi economici estranei e contrastanti con il fine pubblico, la trasparenza e la legalità della pubblica amministrazione.

Questa mattina sono state eseguite congiuntamente misure cautelari detentive su disposizione della Direzione Antimafia di Bologna, anche in Belgio e Germania, nonché nei confronti dell'ex parlamentare, di pubblici funzionari in servizio presso la Prefettura di Ravenna, presso l'Ausl Romagna, presso le forze dell'ordine e nei confronti dell'ex direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato. L'operazione di oggi giunge al culmine di un'indagine antidroga avviata dalla Squadra Mobile della Questura di Forlì nel gennaio del 2020 nei confronti di un sodalizio straniero dedito al traffico di stupefacenti. Le indagini hanno permesso di confermare l'ipotesi di coinvolgimento nel traffico internazionale di droga di un imprenditore forlivese con precedenti penali operante nei settori dell'autotrasporto.

Il quadro iniziale è stato oggetto delle ulteriori investigazioni finalizzate a conoscere più in profondità i legami criminali alla base del traffico di stupefacenti. Sono state quindi avviate intercettazioni telefoniche ed ambientali anche a bordo di una lussuosa auto sportiva formalmente intestata a un'azienda di autotrasporto ma di fatto in uso all'imprenditore forlivese. L'attività metteva così in luce il forte e consolidato rapporto personale e d'affari tra l'uomo intercettato e un ex parlamentare della Repubblica non più in carica dal 2018 e attualmente imprenditore. È stato così possibile disvelare due veri e propri "sistemi" di illecito arricchimento facenti rispettivamente capo agli universi economici riconducibili all'imprenditore forlivese e all'ex parlamentare uniti, oltre che da saldi e fiduciari rapporti privati, da vicendevoli interessi finanziari; per salvaguardare e ingrossare questi ultimi, i due hanno reciprocamente posto a disposizione l'uno dell'altro le proprie peculiari capacità di interferenza illecita nei contesti all'interno dei quali si muovevano.

IL MODUS OPERANDI
Più precisamente, l'imprenditore forlivese si giovava di importanti conoscenze criminali legate alla malavita albanese e al narcotraffico per approvvigionarsi di denaro da reinvestire in attività formalmente lecite o acquisto di immobili. Si profilerà chiaramente il pieno coinvolgimento di questo soggetto in un'attività di traffico internazionale di stupefacenti operato in collaborazione con un gruppo criminale armato di origine albanese. L'altro, sfruttando conoscenze di alto livello maturate grazie all'incarico istituzionale ricoperto in seno al Parlamento, è riuscito a garantirsi la presenza di persone a lui asservite all'interno di diverse istituzioni pubbliche locali e nazionali. Queste persone, a richiesta dell'ex parlamentare, garantivano la cura dei suoi interessi dall'interno dell'Amministrazione di appartenenza. È stata così costituita e gestita una rete di rapporti che ha permesso, tra l'altro, all'ex parlamentare di ottenere un appalto milionario dall'Ausl Romagna per la fornitura di dispositivi medici (attività rispetto alla quale non sussisteva alcuna specifica attitudine aziendale) lucrando così anche sulla crisi pandemica del 2020. Sono stati inoltre comprovati rapporti corruttivi tra l'ex parlamentare e appartenenti alle Forze di Polizia, un funzionario prefettizio e vertici dell'Agenzia delle Dogane.

LE INDAGINI
Due episodi cruciali, da un punto di vista del riscontro probatorio, hanno poi segnato le indagini. L'arresto in frontiera da parte delle Autorità italiane, nell'estate del 2020, di due fratelli soci di un'impresa di autotrasporto che, provenienti dà Belgio, alla guida di un autoarticolato, trasportavano circa ventotto chilogrammi di cocaina suddivisi in panetti da un chilo l'uno. Il trasporto è stato preceduto da un viaggio in nord Europa dell'Imprenditore forlivese assieme ai due fratelli poi arrestati. Le perquisizioni eseguite nella primavera del 2021 che hanno avuto come obiettivo le sedi di diversi operatori economici, dell'Agenzia delle Dogane dei Monopoli, dell'Ausl Romagna e di alcuni degli indagati. L'analisi del contenuto dei dispositivi elettronici sequestrati (pc e smartphone) ha permesso di ricostruire dettagliatamente i rapporti intessuti dall'ex parlamentare con appartenenti alle istituzioni per ottenerne uno stabile asservimento delle loro pubbliche funzioni ad interessi economici e imprenditoriali prettamente personali.

Le comunicazioni acquisite hanno inoltre rivelato l'esistenza di legami dell'ex parlamentare con esponenti politici di rilievo nazionale. L'indagine ha avuto anche ad oggetto l'analisi di flussi finanziari delle disponibilità man mano emerse nel corso delle investigazioni. L'operazione è stata condotta grazie al coordinamento della Procura della Repubblica di Forlì, della Procura Distrettuale Antimafia di Bologna, delle Questure di Forlì-Cesena e di Modena, in collaborazione con le forze dell'ordine del Belgio e della Germania e testimonia l'impegno costante delle Istituzioni nella lotta alla criminalità comune, transnazionale e ai fenomeni corruttivi.

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