Qatargate, Cozzolino è libero: «Non ho mai ricevuto soldi»

L'eurodeputato napoletano rilasciato dopo cinque ore di interrogatorio

L'eurodeputato Andrea Cozzolino lascia la sede della Procura federale a Bruxelles
L'eurodeputato Andrea Cozzolino lascia la sede della Procura federale a Bruxelles
di Viviana Lanza
Giovedì 22 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 23 Giugno, 07:25
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La libertà è arrivata ieri nel primo pomeriggio, dopo cinque ore di interrogatorio, nel terzo giorno di faccia a faccia con gli inquirenti belgi che indagano sul cosiddetto Qatargate. L'ex europarlamentare del Pd Andrea Cozzolino ha potuto lasciare la sede della procura federale di Bruxelles senza alcuna restrizione se non le prescrizioni di rito, come il non avere contatti con gli altri indagati coinvolti nell'inchiesta e comunicare preventivamente all'autorità giudiziaria i suoi spostamenti dal Belgio. Il rilascio dell'eurodeputato è stato disposto dal giudice istruttore Aurélie Dejaiffe, il magistrato subentrato a Michael Claise dopo la decisione di questi di abbandonare la guida delle indagini in seguito alla notizia che uno dei suoi figli lavora in società con il figlio dell'europarlamentare Maria Arena, non indagata ma indirettamente finita nell'inchiesta.

Visibilmente commosso e provato dallo stato di fermo, dall'attesa e dai tre giorni di interrogatori serrati, Cozzolino ha lasciato i locali della procura federale mezz'ora prima delle tre di ieri pomeriggio senza rilasciare dichiarazioni a caldo. T-shirt nera e pantaloni beige, è uscito accompagnato dai suoi avvocati. Tutto quello che aveva da dire, da spiegare, da chiarire sullo scandalo giudiziario che ha coinvolto lui e altri ex europarlamentari lo ha detto e ribadito agli inquirenti che si sono alternati nei lunghi faccia a faccia che ci sono stati a partire da lunedì davanti al giudice Claise e successivamente dinanzi agli agenti della polizia giudiziaria e infine al nuovo giudice istruttore. «L'onorevole Andrea Cozzolino è libero. Il giudice istruttore lo ha deciso dopo aver completato l'interrogatorio iniziato lunedì, durante il quale l'eurodeputato ha risposto a tutte le domande contestando puntualmente tutti gli addebiti», hanno sottolineato gli avvocati Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri De Béco, difensori di Cozzolino. «Ha contestato gli addebiti punto per punto, negando di aver ricevuto soldi e di aver mai fatto parte di un'associazione criminale», hanno spiegato gli avvocati sintetizzando la linea difensiva.

Linea sostenuta sin dal primo momento da Cozzolino, ex europarlamentare Pd ed ex assessore regionale della Campania, cioè da quando il 10 febbraio, a quasi due mesi dalle perquisizioni e dai provvedimenti restrittivi (poi revocati) nei confronti dei primi indagati, nei suoi confronti fu spiccato un mandato di arresto che lo ha tenuto per quasi quattro mesi agli arresti domiciliari fino alla decisione, firmata il 15 giugno scorso dai giudici della Corte d'appello di Napoli, di revocare la misura. 

L'ultimo step di questa prima fase giudiziaria è coinciso con il primo atto firmato dal giudice Aurélie Dejaiffe che ha assunto il coordinamento dell'inchiesta sulla presunta corruzione in seno al Parlamento europeo: la liberazione di Cozzolino dopo cinque ore di interrogatorio. Il faccia a faccia era iniziato alle 9,35 del mattino. Il nuovo giudice istruttore da una parte, il politico italiano con i suoi avvocati dall'altra e nel mezzo fiumi di parole, circostanze da chiarire, contatti da spiegare, episodi da ricostruire. Adesso ci si interroga sul futuro delle indagini sul cosiddetto Qatargate. Secondo molti il caso si starebbe ridimensionando mentre si allargano alcune ombre. La procura federale ha avuto modo di chiarire, già in occasione delle dimissioni del giudice Claise, la «assenza di elementi effettivi che possano mettere in dubbio la correttezza di ogni persona coinvolta e il lavoro sostanziale che lo stesso giudice e gli inquirenti hanno svolto in questo caso» ma appare difficile pensare che questo capitolo si chiuda così, gli avvocati stanno studiando tutti i dettagli del caso. Le prossime settimane saranno dedicate allo studio e all'analisi delle ragioni dell'allontanamento del giudice Claise per valutare se e quali possano essere le conseguenze sull'inchiesta. 

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Non si escludono altri interrogatori, nuovi confronti, ulteriori faccia a faccia. Il nuovo giudice istruttore dovrà andare a fondo nelle intricate trame investigative riallacciando i nodi dell'inchiesta che ancora prosegue. Del resto, tra le prescrizioni di rito previste per Cozzolino contestualmente alla sua liberazione c'è l'obbligo di rendersi a disposizione dell'autorità giudiziaria per eventuali ulteriori interrogatori, oltre che l'obbligo di comunicare al giudice l'eventuale intenzione di lasciare Bruxelles. Si vedrà. 

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