Migranti, la Marina difende le Ong
ma il pm: «Personale non filantropo»

Migranti, la Marina difende le Ong ma il pm: «Personale non filantropo»
Mercoledì 3 Maggio 2017, 12:59 - Ultimo agg. 4 Maggio, 09:06
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Tra gli strumenti per poter meglio lavorare e riprendere l'azione investigativa sarebbero utili le intercettazioni delle comunicazioni satellitari usati per la richiesta di soccorsi dei migranti: dall'esame del traffico telefonico di questi Turaya potrebbero emergere elementi importanti per individuare di trafficanti». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, in audizione alla commissione Difesa del Senato. «Gli scafisti - ha ricordato Zuccaro - ricevono spesso l'indicazione di gettare in mare il telefono se il soccorso viene fatto da navi militari, mentre con navi civili il satellitare viene preso da terze persone e riutilizzato per altre operazioni di soccorso. Sono state infatti segnalate chiamate partite dallo stesso cellulare». Tra il il personale delle Ong vi sono figure «non proprio collimabili con quelle dei filantropi», ha aggiunto Zuccaro, ribadendo che sarebbe «molto utile individuare le fonti di finanziamento delle Ong di più recente nascita». «Il fine di solidarietà è tra i più nobili tra quelli perseguiti dall'uomo - ha aggiunto - e tanto più è vasta tanto più è nobile. Ma in questo caso vi sono interessi in gioco non solo di chi viene salvato».

«Confermo pienamente quanto detto al Comitato Schengen e cioè che siamo in una fase in cui non riusciamo più a svolgere l'attività investigativa: non riusciamo a intercettare i facilitatori e ad intercettare i satellitare e ad avere quegli elementi probatori necessari», ha detto ancora il procuratore della Repubblica di Catania, parlando del ruolo sempre più importante svolto dai mezzi delle ong. Ma, ha sottolineato, «il focus della nostra azione non sono le ong bensì i trafficanti».

Non esistono, comunque, «evidenze di manovre delle Ong che abbiano costituito intralcio allo svolgimento delle operazioni della squadra navale».
Questo lo ha precisato il comandante in capo della squadra navale della Marina militare, ammiraglio Donato Marzano, anche lui in un'audizione in Commissione Difesa del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva dell'organismo parlamentare sul contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo. Per quanto riguarda le attività di ricerca e soccorso, «non risultano chiamate» alla squadra navale da parte delle organizzazioni non governative impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo. Marzano ha parlato delle operazioni di sorveglianza in mare, con i sommergibili che sono particolarmente adatti «ad operare in ambienti
non permissivi» e possono «contribuire in maniera efficace alla raccolta delle informazioni da mettere a disposizione dell'autorità giudiziaria».

 
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