Mein Kampf in edicola. Israele: «Siamo sorpresi». Renzi: «Squallido pubblicare il manifesto di Hitler»

Mein Kampf in edicola. Israele: «Siamo sorpresi». Renzi: «Squallido pubblicare il manifesto di Hitler»
Sabato 11 Giugno 2016, 11:00 - Ultimo agg. 12 Giugno, 20:23
3 Minuti di Lettura

«Oggi in regalo il Mein Kampf». Il Giornale pubblicherà in allegato il manifesto politico di Adolf Hitler. Pubblicizzata ieri sulle pagine dello stesso quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, l'iniziativa suscita polemiche e sdegno tra gli ebrei italiani e in Israele, ma non solo.

LE CRITICHE
«Un fatto squallido, lontano anni luce da qualsiasi logica di studio e approfondimento della Shoah», ha commentato il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, definendo «indecente» l'operazione del Giornale. «Sorpresa» è invece stata espressa dall'ambasciata israeliana a Roma. «Se ce lo avessero chiesto - hanno riferito fonti della sede diplomatica all'ANSA - avremmo consigliato di distribuire libri molto più adeguati per studiare e capire la Shoah». Da Israele il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, Efraim Zurroff, ha infine condannato l'operazione commerciale: «Che qualcuno abbia pensato di usare il Mein Kampf per accrescere le vendite è un fatto senza precedenti e allarmante», ha detto. «A quanto pare - ha aggiunto - quel giornale ha fiutato che c'è richiesta, che sia curiosità o identificazione».
«Trovo squallido che un quotidiano italiano regali oggi il Mein Kampf di Hitler. Il mio abbraccio affettuoso alla comunità ebraica #maipiù». Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi commenta su Facebook l'iniziativa de Il Giornale.

L'edizione in regalo - ormai scaduti, dopo 70 anni, i diritti d'autore - sarà quella integrale e originale italiana del 1937 (il Mein Kampf fu scritto tra il 1925 e il 1927), con un'introduzione storica e critica di Francesco Perfetti, docente di Storia contemporanea all'Università Luiss di Roma. «Piaccia o no, il Mein Kampf è un documento storico importante perché mette in luce come la pericolosità del discorso di Hitler non fu solo l'iniziativa di un pazzo: la cosa più grave e pericolosa è che dietro c'era un disegno. Se all'epoca fosse stato letto con più attenzione molte cose si sarebbero potute evitare e prevenire», ha spiegato Perfetti all'Ansa. E la scelta di pubblicare l'edizione del 1937, ha aggiunto, «serve proprio a dare il senso di quel momento storico», comunque da accompagnare con «una rilettura storica e critica» come quella di Shirer.

Si tratta invece di una decisione «assurda» per lo studioso Frediano Sessi, secondo il quale andrebbe al contrario pubblicata non l'edizione del 37 ma «una versione critica e soprattutto annotata». Come quella uscita lo scorso gennaio in Germania, dove le 3.500 note critiche realizzate da un pool di studiosi di diverse discipline superano il testo scritto dal Fuhrer: due terzi del libro è infatti costituito da introduzioni, commenti, indici, richiami. «Sarebbe utile per tutti - ha sottolineato Sessi - faticoso ma necessario».

LA DIFESA
È evidente che si sta parlando di far conoscere l'origine della più grande tragedia del Novecento, condannando nella maniera più assoluta un'ideologia su cui il nostro giudizio è chiarissimo». Così la replica del direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti. «Le polemiche sono tutte legittime, alcune addirittura anche comprensibili, soprattutto quelle della comunità ebraica.un'introduzione storica e critica di Francesco Perfetti, docente di Storia contemporanea all'Università Luiss di Roma.