Pensioni choc: è morta da 4 anni ma i parenti continuano a prendere 1500 euro al mese

Pensioni choc: è morta da 4 anni ma i parenti continuano a prendere 1500 euro al mese
Giovedì 14 Maggio 2015, 12:38 - Ultimo agg. 15 Maggio, 23:00
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CITTA' DI CASTELLO - Incassavano la pensione di invalidità erogata dall’Inps, comprensiva dell’ “indennità di accompagnamento” per un ammontare di oltre 1.500 euro mensili, nonostante la propria congiunta fosse deceduta da ben 4 anni.



È quanto accertato dai finanzieri della tenenza di Città di Castello al termine di mirate indagini: la donna, una cittadina di origini marocchine da anni residente nel capoluogo tifernate unitamente ai propri familiari, a causa d’una grave patologia da cui era affetta, era stata dispensata dall’obbligo di presentarsi davanti agli organi di controllo, potendosi limitare ad esibire annualmente delle semplici autocertificazioni.



Così, all’indomani dal suo decesso avvenuto in Marocco, i familiari della donna, tuttora residenti a Città di Castello, omettevano di darne formale comunicazione agli Uffici competenti e si adoperavano per falsificarne la firma su vari documenti.



Il fratello, delegato ad operare sul conto corrente della defunta, una volta al mese si recava presso la filiale dell’Istituto di Credito ove veniva accreditata la pensione per ritirare istantaneamente il “bottino” in contanti e, quindi, spartirlo con la sorella ed il cognato.



A porre fine a questa truffa sistematica ai danni dell’INPS è stato l’intervento delle Fiamme Gialle tifernate che, dopo giorni di pedinamenti e appostamenti, hanno colto in flagranza il fratello, intento a prelevare il contante da uno sportello bancomat. Subito è scattata la perquisizione che ha consentito di sequestrare una consistente somma, provento della truffa.



I tre cittadini di etnia marocchina sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Perugia per il reato di truffa continuata ed in concorso ai danni dell’INPS, per aver indebitamente percepito, nel corso degli anni, circa 100.000 euro.



L’azione condotta dai militari rientra nel settore del “contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica”, nel quale la Guardia di Finanza è particolarmente impegnata per evitare che le risorse pubbliche diventino preda di truffatori e di associazioni criminali, a danno delle politiche di sostegno alle famiglie maggiormente colpite dall’attuale crisi economica.