Dall'oceano Atlantico al mar Mediterraneo, il tuffo degli scienziati per salvare l'ecosistema

Via al progetto Trec per monitorare gli ecosistemi costieri e la loro risposta ai cambiamenti climatici e ambientali

Via al progetto Trec per monitorare gli ecosistemi costieri
Via al progetto Trec per monitorare gli ecosistemi costieri
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 3 Agosto 2023, 07:00 - Ultimo agg. 4 Agosto, 07:04
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Studiare l'impatto umano sul mare e le sue creature, l'ecosistema costiero, i sedimenti e le dune. È Trec, acronimo di Traversing European Coastlines, una spedizione che coinvolge istituti di ricerca europei con l'obiettivo di comprendere gli effetti dei cambiamenti ambientali sugli organismi e sulle comunità, a livello cellulare e molecolare. Un'enorme truppa di scienziati per due anni uniranno le proprie competenze per comprendere, e in futuro monitorare, gli ecosistemi costieri e la loro risposta ai cambiamenti climatici e ambientali. La spedizione è partita ad aprile e terminerà a giugno 2024. Nelle scorse settimane c'è stata una tappa di prova a Ischia, dove sono stati condotti alcuni test preliminari del gruppo di lavoro di Detlev Arendt dell'European Molecular Biology Laboratory (Embl), il laboratorio europeo di scienze della vita che porta avanti il progetto, insieme a quello di Ina Arnone e Gabriele Procaccini della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. A bordo delle barche della Szn abbiamo seguito il campionamento degli organismi marini tipici di queste zone, che verranno utilizzati come modello per studiare evoluzione e adattamento. 

Il progetto Trec esaminerà 120 siti di campionamento costiero in 46 regioni di 22 Paesi europei nel corso del 2023 e 2024. Il lavoro è iniziato a Roscoff, paesino bretone sulla penisola della Manica affacciato sul Golfo di Saint-Malo, per poi raggiungere la Baia de la Seine.

Dalla Francia il gruppo di ricerca si è spostato lungo lo Stretto di Dover approdando in Belgio e Paesi Bassi, prima di approdare nel mar Nero con varie tappe in Germania e Danimarca. Poi un ampio giro di tutto il mar Baltico con tappe anche in Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Svezia per risalire in Norvegia, dove gli studiosi resteranno fino alla fine del mese prima di recarsi in Scozia e Irlanda e completare quest'area europea. Seguirà un percorso lungo il Golfo di Biscaglia e l'Atlantico; a novembre, con la tappa di Cadice, si aprirà il lungo campionamento di tutto il mar Mediterraneo. 

«Per la prima volta i ricercatori di tutta Europa studieranno la vita, a tutte le scale biologiche, dalle molecole alle comunità, lungo l'intera costa europea, per fornire una comprensione più ricca e profonda di come gli ecosistemi rispondono alle sfide naturali e create dall'uomo» spiega la post doc napoletana Antonella Ruggiero dell'Embl. Il 40% della popolazione europea vive in regioni costiere, e molte società sono state e sono tuttora definite dal loro rapporto con il mare. «I nostri mari e le nostre coste rappresentano ecosistemi chiave che ospitano una ricchissima diversità di forme di vita, e svolgono un ruolo fondamentale per la stabilità e la sostenibilità di ecosistemi più ampi. Tuttavia le interferenze antropiche come inquinamento, agricoltura e la costruzione di edifici, nonché l'impatto del cambiamento climatico, stanno portando a un'accelerazione della perdita di diversità genetica delle specie e alla distruzione degli ecosistemi funzionali. Il progetto Trec - conclude Ruggiero - produrrà nuove conoscenze e scoperte che aiuteranno a fornire ai governi la capacità di prevedere al meglio i possibili effetti dei cambiamenti e degli impatti ambientali».

L'isola di Ischia si caratterizza per un ecosistema marino molto ricco, grazie alle praterie di Posidonia, pianta marina che costituisce uno dei sistemi più produttivi del Mediterraneo. È qui che si cercano esemplari di Platynereis, polichete nereide dalla forma di un vermetto microscopico che si ciba di Posidonia; ma anche lo stadio larvale del Paracentrotus lividus, comunemente noto come riccio di mare, il consumatore più importante di foglie di Posidonia. Durante l'uscita di prova al largo di Lacco Ameno, gli studiosi di Embl e Szn hanno provato due diverse modalità di campionamento perché «il fine di questa ricerca è capire la distribuzione di zooplancton lungo una colonna d'acqua, ma vogliamo realizzarla muovendoci orizzontalmente e a profondità diverse» continua Ruggiero. Il mare intorno alla spiaggia di Varulo è meta ambita dei biologi marini poiché «c'è un'ampia prateria di Posidonia con molte varietà di zooplancton». Gli studiosi si tuffano con il “porcellino”, una sorta di motore a bassissimo impatto («perché dobbiamo evitare vortici che allontanerebbero il plancton»). Mentre preparano i campioni per la conservazione e la successiva analisi che sarà fatta in laboratorio, i biologi marini danno un primo sguardo coi microscopi a bordo e hanno la conferma che lo zooplancton che cercano c'è. Poi si procede al campionamento classico a retinatura e si rifà lo stesso procedimento. I due metodi si equivalgono, quindi il procedimento a strati può funzionare. 

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Il progetto Trec documenterà gli ecosistemi costieri a livello molecolare, sulla terraferma e in mare. A livello macroscopico però i cambiamenti climatici sono già sotto i nostri occhi e solo nel Mediterraneo sono ormai presenti circa mille specie aliene tipiche dei mari tropicali. Tra le specie aliene invasive ci sono i pesci coniglio (Siganus rivulatus e Siganus luridus), il pesce scorpione (Pterois miles), il pesce scoiattolo rosso (Sargocentron rubrum) ma negli ultimi anni il granchio blu (Callinectes sapidus) sta creando danni ingenti. Presenza diffusa nella laguna veneta, dove distrugge le coltivazioni di vongole, nel Delta del Po e in Puglia, ma anche in Calabria, Sicilia, Lazio e litorale campano, fino al Cilento a una parte e ai Campi Flegrei dall'altra. 

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