Astrazeneca, Italia e Ue sotto attacco: su terapie e vaccini tempesta di fake news

Astrazeneca, Italia e Ue sotto attacco: su terapie e vaccini tempesta di fake news
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 17 Marzo 2021, 11:00 - Ultimo agg. 13:36
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Fake news, troll, campagne di comunicazione sui social per alimentare ancora di più la confusione generata dalla pandemia e dalla situazione di profonda incertezza vissuta dalla popolazione. Alla guerra contro il covid si aggiunge ora quella altrettanto subdola che va combattuta contro le false notizie su cure e vaccini. L'Italia è sotto attacco. Una catena di informazioni non verificate che a volte si alimenta da sola con il gigantesco passaparola dei social network, ma che in alcuni casi è pure orchestrata da potenze estere per destabilizzare soprattutto i Paesi Ue. «La pandemia - aveva scritto nell'ultima relazione annuale diffusa dal Comparto Intelligence - ha fatto registrare un'impennata di campagne disinformative e si sono dilatati i margini di intervento per attori ostili propensi all'uso combinato di più strumenti manipolatori e d'influenza». Una guerra nella guerra combattuta con le armi messe a punto dalle nuove tecnologie nel campo della comunicazione. Armi che soprattutto Russia e Cina - ormai attivissimi nella cosiddetta «minaccia ibrida» - hanno imparato a sfruttare molto bene orchestrando campagne di disinformazione fuori dai propri confini. 

Non sempre ci sono potenze straniere dietro le false informazioni, in alcuni casi basta un post diffuso su Facebook e, soprattutto, attraverso le catene di Sant'Antonio nelle app di messaggistica come Whatsapp. Gli ultimi episodi di una lunga serie sono stati registrati questa settimana ed è dovuta intervenire con decisione la polizia postale per mettere a freno la diffusione di notizie false. Lunedì gli agenti informatici hanno bloccato un finto comunicato dell'Aifa nel quale si dava notizia - ben prima del suo effettivo blocco, già a partire dal 10 marzo - dello stop ai vaccini di AstraZeneca. Poi è toccato ad una catena circolata su Whatsapp che ha avuto ampissima diffusione che attribuiva all'infettivologo Massimo Galli un'affermazione sulla pericolosità di tutti i vaccini che genererebbe «una amplificazione infiammatoria della risposta derivata dagli anticorpi», la cosiddetta Ade.

Decine di comunicazioni per creare ancor più confusione e permeare tra le paure degli italiani. «Prima di inoltrare un messaggio - spiegano dalla polizia postale - bisogna verificare che l'informazione sia vera, magari consultando i siti specializzati o istituzionali. Basta un secondo per inoltrare un messaggio, ma solo un minuto per verificare che la notizia che si sta inoltrando sia vera». Il Ministero della Salute ha dovuto creare per l'occasione un'intera pagina sul proprio sito web per smentire tutte le fake news che circolano. 

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Non c'è soltanto la campagna di disinformazione sanitaria in corso, ma in alcuni casi determinate campagne di attacco puntano a destabilizzare la popolazione facendo leva anche sulla crisi economica. «La pandemia - hanno spiegato i Servizi segreti nell'ultima relazione - ha fatto registrare una elevatissima produzione di fake news e narrazioni allarmistiche, sfociate in un surplus informativo (infodemia) di difficile discernimento per la collettività». Anche soffiare sul fuoco del malcontento per restrizioni e chiusure è una delle tattiche usate da Paesi esteri per destabilizzare socialmente la popolazione cercando di scatenare rivolte e proteste. Target di queste campagne di disinformazione non è solo l'Italia, ma l'intera Europa, che sconta strumenti ancora troppo fragili e disordinati per riuscire a reagire in maniera compatta contro queste operazioni di destabilizzazione. Basti pensare alla guerra geopolitica sui vaccini orchestrata sui social dalla Russia con l'account creato per il siero di loro invenzione Sputnik V che diffonde costantemente notizie allarmistiche su prodotti americani concorrenti come Pfizer. Poi la Cina che cerca di rappresentarsi come un Paese vincente sul fronte della lotta al virus. Come in guerra, per difendersi, bisogna tutti collaborare anche non divulgando informazioni false dal proprio smartphone. 

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