Ambasciatore italiano in Turkmenistan arrestato per abusi sui minori: è in un carcere vicino Manila

Daniele Bosio
Daniele Bosio
Lunedì 7 Aprile 2014, 21:06
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L'ambasciatore italiano Daniele Bosio, arrestato nelle Filippine per aver violato la legge sui minori, si trova in un carcere di Binyan, 40 km a sud di Manila.

Lo dice il capo della polizia filippina Jesus Gatchalian citato dal Manila Times. Il diplomatico, riferiscono altre fonti, si trova in una cella singola e sta bene.



Bosio è stato fermato dalla polizia nel parco acquatico di Binyan. Lo ha riferito il ministro della Giustizia Leyla de Lima, secondo quanto riportato dai media locali. I tre bambini che erano con il diplomatico avevano tra gli 8 e i 12 anni, ha aggiunto il ministro. Per la legge filippina sulla tutela dei minori abusare di un bambino che ha meno di 12 anni è un'aggravante.




La Farnesina lo sospende dal servizio A seguito della convalida del fermo dell'Ambasciatore in Turkmenistan Daniele Bosio, disposta ieri sera dalle autorità filippine, il ministero degli Esteri ha sospeso oggi l'Ambasciatore dal servizio in ottemperanza alle disposizioni di legge. Lo comunica la Farnesina in una nota.



L'associazione Peter Pan: «Si è sempre comportato secondo le regole» Bosio «si è sempre comportato secondo le regole dell'associazione»: è quanto dice all'Adnkronos l'ufficio di presidenza della Peter Pan Onlus - L'accoglienza del bambino onco-ematologico, confermando che l'ambasciatore è stato volontario dell'associazione dal 2007 al 2010.



«Adescava bambini in zone povere» Un uomo occidentale in compagnia di tre bambini di strada, in un resort troppo caro per molti filippini, dà nell'occhio. È per questo l'ambasciatore italiano Daniele Bosio è stato notato sabato pomeriggio da Lily Fiordelis, presidente dell'ong Bahay Tuluyan, che si occupa proprio di prevenire il traffico minorile. «Io e la mia vice abbiano visto la scena a bordo piscina e ci è sembrata da subito strana», racconta all'ANSA.



«Lo abbiamo osservato per un pò, stava sempre accanto a loro, e dopo un pò siamo riuscite a parlare con lui e i bambini. Ci hanno raccontato che Bosio li aveva portati prima nell'appartamento da lui affittato, dove li aveva massaggiati su tutto il corpo. Non sembravano traumatizzati, ma uno di loro era silenzioso in modo sospetto. Di solito i bambini di strada qui sono molto vivaci». Fiordelis e la collega hanno quindi allertato un poliziotto che si trovava di guardia al resort «Splash Island» di Laguna, a sud di Manila. L'agente ha chiamato la stazione più vicina; quando altri poliziotti sono arrivati sul posto, Bosio ha collaborato da subito con loro, e si è difeso spiegando che voleva solo far divertire un pò i bambini (di 9, 10 e 12 anni).



L'attivista contro il traffico e gli abusi su minori teme però che il diplomatico italiano non avesse solo intenzioni innocenti. «Ha trovato quei bimbi in una zona povera a due ore di macchina dal resort, dove abitano solo filippini. Si muoveva con una macchina noleggiata, e aveva già visitato più volte le Filippine. Dà l'impressione di uno che sa come muoversi», continua la Fiordelis. Secondo i bambini, Bosio ha comprato loro da mangiare ma anche dato nuovi sandali, pantaloncini, magliette e qualche soldo, adescandoli con la domanda «Vi piacerebbe andare a nuotare?».



Allettati dalla prospettiva, i bambini hanno accettato ma senza dirlo ai loro genitori.
L'incontro sarebbe avvenuto nei giorni precedenti: uno dei bambini, spiega la Fiordelis, è andato due volte nell'appartamento di Bosio. E un altro avrebbe incontrato il diplomatico per un totale di quattro occasioni.