Biden, tutti i dossier aperti: crisi col Messico, rischio default e alleanza militare Russia-Cina

Non solo la guerra in Ucraina: è a rischio l’ordine mondiale

Joe Biden al bivio
Joe Biden al bivio
di Luca Marfé
Lunedì 15 Maggio 2023, 20:00
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Settimana di fuoco.
Joe Biden deve affrontare con urgenza almeno tre questioni.

La prima: la crisi dei migranti al confine col Messico.

Giovedì scorso è scaduto il cosiddetto “Titolo 42”, un provvedimento straordinario legato all’emergenza coronavirus che ha consentito per ben tre anni di respingere per ragioni sanitarie un elevato numero di richiedenti asilo. Varato da Trump nel marzo 2020, è stato finalmente revocato da Biden, ma pone la sua amministrazione in grande imbarazzo, persino in grande difficoltà. Lo stesso Trump infatti, supportato dall’intera pattuglia politica repubblicana, grida all’«invasione» e invoca subito nuove restrizioni. Anche nel caso di approvazione di Camera e Senato, il presidente promette invece già il veto, ma nel frattempo deve comunque, effettivamente, trovare una soluzione. Perché non lo aiuta di certo il governatore (repubblicano) del Texas, che intanto spedisce autobus di migranti proprio nei dintorni di Washington, simbolicamente alle porte della residenza della vicepresidente Kamala Harris.

Altro che Muro col Messico, insomma: è muro contro muro, è braccio di ferro.
Con il destino di centinaia di migliaia di centro e di latinoamericani appeso a un filo, e con qualche arresto eccellente, tra i 28mila che si sono registrati alla frontiera dall’inizio dell’anno, tra cui ultimo un cittadino afghano inserito dagli Stati Uniti in una lista di terroristi.
Umanità e accoglienza contro sovranità e sicurezza.

Un bel dilemma, oggettivamente fuori controllo in questo momento.

La seconda: la trattativa relativa al tetto del debito pubblico.

Con il confine Sud in fiamme, e con una guerra quasi mondiale in corso, l’eventuale default del bilancio Usa sarebbe semplicemente una catastrofe. Una catastrofe non solo di natura contabile, ma a tutti gli effetti operativa perché paralizzerebbe appunto l’operatività del Paese nel bel mezzo di un momento storico così delicato.
Biden ostenta sicurezza e si dice «ottimista», l’appuntamento per i negoziati è fissato in agenda a martedì 16 maggio, il problema per il presidente è convincere non soltanto Trump e i repubblicani, che per partito preso promettono muraglie e battaglie, ma pure democratici e comunisti, come la stessa Alexandria Ocasio-Cortez ama auto etichettarsi.
La questione armi all’Ucraina, ad esempio, non piace a certe frange della destra, ma piace ancora meno a certi esponenti della sinistra più radicale, pacifista per definizione.
Altra bella gatta da pelare, su cui Biden non si può permettere errori e su cui l’America non si può arenare.

E poi c’è lo scacchiere internazionale.

La terza questione, dunque: l’alleanza sempre più solida tra Russia e Cina.

I due blocchi, oramai un blocco solo, cominciano a fare davvero spavento e collaborano oramai a scena aperta anche sul piano militare. A lanciare l’allarme è il ministro degli Esteri giapponese che, nell’esprimere forte preoccupazione, evidenzia come, dal momento dell’invasione, l’unione tra Russia e Cina sia di fatto divenuta «indivisibile».
Una cooperazione, quella militare appunto, che mette a rischio l’ordine in Asia, ma addirittura l’ordine mondiale che, sempre nelle parole del ministro giapponese, «rischia di essere sovvertito».

Tempi bui e durissimi per sedere allo Studio Ovale della Casa Bianca.
Su cui grava pure il peso della sfida, di una complessa riconferma cui manca soltanto un anno.

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