Uno dei misteri, il più drammatico, che ha segnato la storia di Anna Frank è stato svelato a distanza di 78 anni. Il traditore, colui che rivelò il suo nascondiglio consegnando ai tedeschi la ragazzina diventata simbolo dell'Olocausto, ha un nome. Il 4 agosto del 1944 i nazisti fecero irruzione presso l’edificio Prinsengracht 263, sede della società Opekta Pectacon ad Amsterdam, dove da anni la famiglia Frank e altri ebrei avevano trovato rifugio per sfuggire alle persecuzioni.
Ad avvisarli sarebbe stato un altro ebreo, il notaio membro del Consiglio ebraico di Amsterdam, Arnold van den Bergh. La scoperta si deve a una serie di indagini della durata di cinque anni riportate in un libro che uscirà in occasione della Giornata della Memoria.
L'equipe ha studiato centinaia di documenti inediti per risalire al "traditore". Alla fine si è giunti alla conclusione che a tradire Anna Frank fosse stato il notaio a cui era stato ordinato di selezionare i nomi di ebrei da deportare. Attività che continuò fino al gennaio del 1943, quando anche lui fu denunciato dalle SS in quanto ebreo. Messo alle strette, nel gennaio 1944 decise di scambiare la sua libertà con quella degli ebrei che si erano nascosti.
Anna Frank è diventata tristemente nota per il diario scritto proprio durante la permanenza in quel nascondiglio. Un testo che negli anni ha fatto il giro del mondo ed è diventato uno dei simboli della Shoah. Anna Frank era solo una bambina e ha trovato la morte in uno dei campi di concentramento nazisti.
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