Incendi fuori controllo in Cile: sale a 56 il bilancio delle vittime. È la peggiore tragedia del Paese dal terremoto del 2010

Le fiamme hanno consumato una vasta zona della regione di Valparaíso

Incendi fuori controllo in Cile: sale a 56 il bilancio delle vittime. È la peggiore tragedia del Paese dal terremoto del 2010
Incendi fuori controllo in Cile: sale a 56 il bilancio delle vittime. È la peggiore tragedia del Paese dal terremoto del 2010
di Marta Ferraro
Domenica 4 Febbraio 2024, 17:31 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 07:04
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Il Cile è interessato da una serie di incendi fuori controllo che le autorità considerano già la più grande catastrofe naturale in Cile dal terremoto del 2010, che causò 525 morti e migliaia di feriti. Al momento le vittime sono 56, come riporta la stampa locale ripresa da El Clarìn.

Le autorità cilene parlano di «condizioni complicate» per combattere gli incendi boschivi nelle regioni centrali del paese Valparaíso, Metropolitana, O'Higgins, così come nel sud, a Maule, La Araucanía e Los Lagos, a causa della forte ondata di caldo. Il direttore del Servizio nazionale di prevenzione e risposta ai disastri (Senapred), Álvaro Hormazábal, ha sottolineato che si sta cercando di arginare 34 incendi e 43 sono sotto controllo.

Inoltre, ha precisato che «le condizioni meteorologiche continueranno ad essere complicate».

L'allarme è scattato in diverse città del Cile a causa dei molteplici incendi boschivi scoppiati contemporaneamente nella notte di venerdì scorso, che hanno devastato più di 40mila ettari.

Le autorità hanno dichiarato il coprifuoco a Viña del Mar e in altre città turistiche.

L'incendio incontrollato ha colpito gran parte la regione di Valparaíso, 100 chilometri a est di Santiago. «Ci sono 40 persone che sono morte nell'incendio e altre sei persone in seguito alle ustioni riportate», ha precisato Gabriel Boric, dal Palacio de la Moneda, dopo aver sorvolato in elicottero la regione colpita. La cifra è stata successivamente portata a 51 e infine a 56.

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Il ministro degli Interni, Carolina Tohá, ha riferito di 92 incendi attivi e 43.000 ettari bruciati. Ed ha espresso la sua preoccupazione perché «il numero delle aree colpite si sta moltiplicando molto rapidamente».

Sembra che dopo il terremoto del 2010, gli incendi boschivi a Valparaíso sono la causa che ha generato più vittime in Cile negli ultimi tempi. 
Gli incendi, non ancora domati, hanno distrutto migliaia di case in diverse città della regione, dove il presidente Boric ha decretato un primo coprifuoco catastrofico per poter mobilitare le risorse necessarie per far fronte all'emergenza.

La priorità è sugli incendi di Valparaíso a causa della sua vicinanza alle aree urbane. In quella regione si registrano diversi focolai, due dei quali su larga scala: uno colpisce il complesso di Las Tablas, con 6.800 ettari, e l'altro colpisce Lo Moscoso, a Quilpué, con 1.150 ettari.

Tutte queste aree si trovano tra gli 80 e i 120 chilometri a nord-ovest di Santiago, ospitano aziende vinicole, agricole e di legname e, data la loro vicinanza alle spiagge del Pacifico, hanno un grande afflusso di turisti in questo periodo estivo.

Preoccupano anche i focolai attivi a Quillota, che colpisce circa 30 ettari, e a Curauma, nel Tranque La Luz.
Intanto, da mercoledì la temperatura ha raggiunto nel Paese i 40 gradi nella zona centrale del Cile, dove si trova Santiago, aumentando il rischio di incendi.
Dal 2017 il Paese è colpito da gravi incendi boschivi, molti dei quali in aree popolate e nella regione di Valparaíso, dove una prolungata siccità, l’aumento delle temperature, la negligenza umana, le costruzioni non pianificate e i siti senza licenza, hanno creato una piattaforma perfetta per questi incidenti.

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