MEDIO ORIENTE

Attacco ambulanze, Israele: «Arriveremo al capo di Hamas e lo uccideremo». Usa: bloccata uscita stranieri dalla Striscia

Le ultime notizie della guerra oggi 4 novembre: intesa sul gasolio agli ospedali

Gli Usa a Netanyahu: «Gaza, basta vittime civili»
Gli Usa a Netanyahu: «Gaza, basta vittime civili»
Sabato 4 Novembre 2023, 01:39 - Ultimo agg. 23:57

Ministro difesa Israele: elimineremo capo Hamas Yihia Sinwar

«Arriveremo ai vertici di Hamas, arriveremo ed elimineremo Yihia Sinwar. E dico agli abitanti di Gaza: 'Se voi arriverete a lui prima di noi, la guerra si accorcierà'». Lo ha detto il ministro israeliano della difesa Yoav Gallant in una conferenza stampa tenuta al ministero della difesa israeliano riferendosi al leader di Hamas a Gaza.

Israele: intercettato razzo a lungo raggio verso Eilat

L'esercito israeliano ha reso noto che un razzo a lungo raggio lanciato da Hamas da Gaza verso la città meridionale di Eilat è stato intercettato dal sistema di difesa aerea Arrow. Hamas ha rivendicato l'azione dichiarando di aver lanciato verso Eilat un razzo Eyash 250. Si tratta della seconda intercettazione da parte del sistema di difesa aerea a lungo raggio dall'inizio della guerra, dopo che un missile balistico lanciato dallo Yemen verso Eilat é stato abbattuto la settimana scorsa.

Israele: Nasrallah non commetta errori o segnerà il destino del Libano

«Yahya Sinwar ha fatto uno sbaglio e ha segnato il destino di Hamas e quello di Gaza. Se Nasrallah commette un errore, segnerà il destino del Libano». Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che ha visitato le truppe israeliano dislocate al nord. Gallant ha poi aggiunto che l'aviazione israeliana ha mantenuto gran parte delle sue capacità nell'area nord al confine con il Libano contro Hezbollah, aggiungendo che Israele, tuttavia non è interessato ad una guerra con Beirut.

Razzo a lungo raggio da Gaza

Suonano le sirene di allarme anti missili nella regione di Arava, a nord della città israeliana di Eilat. Il Times of Israel riferisce di un razzo a lungo raggio lanciato dalla Striscia di Gaza.

Usa: Hamas blocca uscita stranieri da Gaza

Hamas impedirà ai cittadini stranieri di lasciare Gaza finché Israele non avrà garantito che le ambulanze dall'enclave palestinese possano raggiungere il valico di Rafah verso l'Egitto. Lo ha detto alla Cnn un funzionario americano a conoscenza della situazione. La decisione dei miliziani giunge dopo che Israele ha ammesso di aver colpito un'ambulanza fuori dall'ospedale Al-Shifa di Gaza City, sottolineando che Hamas trasporta miliziani e armi sui mezzi di soccorso. Secondo una fonte ufficiale sul lato egiziano, più di 700 cittadini stranieri avrebbero dovuto lasciare Gaza attraverso Rafah oggi.

Scuola ospita sfollati, 12 morti in un attacco israeliano

Almeno 12 persone sono rimaste uccise in bombardamenti attribuiti agli israeliani che hanno colpito la scuola al-Fakhoora nel nord della Striscia di Gaza, dove sono stati accolti sfollati nel campo profughi di Jabaliya. Lo afferma il ministero della Salute di Gaza, controllata da Hamas, secondo quanto riporta la tv satellitare al-Jazeera.

Gaza: le ambulanze non veniva usate dai combattenti di Hamas

Il ministero della Salute di Gaza, controllata da Hamas, ha respinto le accuse dei militari israeliani dopo che ieri le Idf hanno affermato di aver colpito un'ambulanza «usata da una cellula terroristica di Hamas in prossimità della loro posizione in zona di combattimento». Lo riferisce la Cnn. Secondo le autorità di Gaza, almeno 15 persone sono morte e 50 sono rimaste ferite nell'attacco fuori dallo Shifa Hospital di Gaza City. Stando al ministero sono state attaccate due ambulanze e «la prima è stata colpita nei pressi della rotonda di Ansar, provocando il ferimento di un paramedico, rimasto gravemente ferito, e dell'autista dell'ambulanza». «Il secondo attacco - secondo quanto affermano da Gaza e riportato dall'emittente americana - è avvenuto mentre il convoglio raggiungeva l'ingresso» della struttura sanitaria.

Gerusalemme, colpita una scuola cattolica

«Questa mattina raid israeliani hanno colpito la scuola delle Suore del Rosario, del patriarcato latino di Gerusalemme, nella zona di Tel al-Hawa danneggiando il grande cortile esterno e arrecando danni alle strutture circostanti»: a dare al Sir la notizia è suor Nabila Saleh, preside della scuola che aveva 1250 alunni, in larga maggioranza musulmani. «Poco fa i tre giovani che erano nella scuola a guardia per evitare saccheggi mi hanno avvisata del bombardamento», spiega la religiosa attualmente sfollata nella parrocchia della Sacra Famiglia. «Sono ancora in corso i bombardamenti ed è impossibile andare a vedere i danni subiti».

Ue, ipotesi aiuti umanitari a Israele via mare

La proposta di un corridoio umanitario via mare con base a Cipro per portare tramite navi gli aiuti ai civili di Gaza, lanciata al vertice Ue del 26-27 ottobre, avrebbe l'approvazione di Israele alla condizione di «poter controllare i container a Cipro». Lo spiegano fonti europee a un gruppo ristretto di media, tra cui il pool di agenzie di stampa della European Newsroom, di cui l'Ansa fa parte. Da oltre una settimana l'Ue lavora «intensamente» con Cipro per cercare di «stabilire il corridoio marittimo per gli aiuti» diretti alla Striscia senza più passaggi intermedi dall'Egitto, spiegano le stesse fonti.

 

Attacco presso ospedale per bambini a Gaza, due morti

Almeno due persone sono rimaste uccise la scorsa notte ed altre ferite in un attacco israeliano di fronte all'ingresso dell'ospedale per bambini al-Nasser, a Gaza City. Lo riferisce il ministero della Sanità locale.

Valico di Rafah apre per far uscire feriti e stranieri

Per il quarto giorno consecutivo il valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto aprirà per l'uscita di stranieri, binazionali e feriti palestinesi. Lo si apprende da fonti locali secondo cui si tratta di circa 800 persone, anche se al momento sul numero non c'è conferma.

L'esercito israeliano sta colpendo nel sud del Libano

Resta alta la tensione tra Israele e gli Hezbollah libanesi.

L'esercito israeliano sta colpendo nel sud del Libano, dopo aver identificato «una serie di lanci da oltre confine» verso le comunità israeliane. Poco prima erano state centrate «due cellule terroristiche nel sud del Libano» che - secondo il portavoce militare - stavano tentando di aprire il fuoco contro Israele con un missile anti tank. Colpita anche una postazione di Hezbollah.

Missile sulla casa del capo dell'ufficio politico di Hamas

L'aviazione israeliana ha colpito oggi con un missile l'abitazione di Ismail Haniyeh, il capo dell'ufficio politico di Hamas, nel campo profughi Shati, a nord di Gaza City. Lo riferiscono fonti locali. Haniyeh si è trasferito nel Qatar nel 2019. Al momento non è noto se l'attacco abbia provocato vittime.

 

Israele: l'operazione di terra a Gaza continua

L'operazione di terra nella Striscia continua. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui «i soldati hanno ucciso decine di terroristi e distrutto infrastrutture di Hamas». Nella giornata di ieri - ha spiegato il portavoce - «ci sono stati numerosi tentativi di attacchi ai soldati dai tunnel e dai compound militari nel nord della Striscia». Nella notte, «in un raid mirato nel sud della Striscia, corpi corazzati e ingegneri hanno fatto la mappa di edifici e neutralizzato ordigni esplosivi. Nel corso dell'operazione, i soldati hanno affrontato una cellula terroristica» i cui componenti sono stati uccisi.

Hamas ha nascosto nelle ambulanze "i suoi miliziani"

Una fonte Usa ha detto che «Hamas ha cercato di far uscire con le ambulanze i suoi combattenti da Gaza via Rafah, rallentando così gli sforzi per evacuare gli stranieri». Lo riportano i media israeliani ai quali la fonte ha riferito che «Hamas ha fornito all'Egitto e agli Usa una lista di persone ferite gravemente che volevano far evacuare insieme a centinaia di stranieri in attesa di uscire». Usa ed Egitto hanno scoperto che «un terzo dei nomi erano combattenti, nessuno dei quali figurava tra i 76 palestinesi feriti e alla fine evacuati».

Guterres: inorridito dall'attacco alle ambulanze

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto «inorridito» dall'attacco delle forze israeliane contro un convoglio di ambulanze a Gaza. Lo ha affermato in una nota, aggiungendo che il conflitto «deve finire». «Sono inorridito dall'attacco riportato a Gaza contro un convoglio di ambulanze fuori dall'ospedale Al Shifa. Le immagini dei corpi sparsi sulla strada fuori dall'ospedale sono strazianti» si legge nella sua dichiarazione.

 

Da Gaza arrivate in Italia la piccola Minerva e la mamma

Minerva, la bimba italiana di sei anni, che proprio oggi festeggia il suo compleanno, con le sua mamma palestinese Bayan Alnayyar, e l'operatore umanitario Jacopo Intini, con sua moglie palestinese Amal, sono arrivati questa sera in Italia. A Fiumicino il papà ha accolto con commozione la bimba, stanca ma sorridente, un pupazzo di Minnie in mano ed un palloncino con scritto Happy Birthday, e sua moglie. Il gruppo, che era riuscito a lasciare Gaza attraversando il valico di Rafah, è sbarcato intorno alle 21 all'aeroporto di Fiumicino con un volo di linea Ita Airways proveniente dal Cairo. All'arrivo il gruppo è stato assistito da personale della guardia di finanza aeroportuale.

Hamas: "Israele ha colpito due ambulanze: 15 morti e 17 feriti"

Due ambulanze sarebbero state colpite dai raid israeliani e il bilancio sarebbe di 15 morti e 17 feriti. A sostenerlo è il portavoce del ministero della Salute palestinese, controllato da Hamas, Ashraf al-Qidreh parlando con i giornalisti. Il primo veicolo, riferisce, sarebbe stato preso di mira alla rotonda di Ansar a Gaza City. L'autista di questa ambulanza è rimasto ferito e anche un paramedico ha riportato ferite critiche ed è ancora in sala operatoria, ha detto al-Qidreh. Il convoglio medico è poi tornato indietro, ha detto il portavoce, e una seconda ambulanza è stata presa di mira quando è arrivata al cancello del complesso dell'ospedale al-Shifa: quindici persone, ha sostenuto, sono state uccise nell'attacco alla seconda ambulanza. Altre sedici persone sono rimaste ferite.

Stati Uniti conferma l'uso di Droni sulla Striscia per individuare gli ostaggi

Gli Usa hanno confermato per la prima volta di aver fatto volare droni di sorveglianza disarmati sulla Striscia di Gaza da quando Hamas ha lanciato il suo attacco contro Israele il 7 ottobre. «Gli Stati Uniti stanno effettuando voli di droni disarmati su Gaza, oltre a fornire consulenza e assistenza per sostenere il nostro partner israeliano mentre lavora per il recupero degli ostaggi», ha riferito il portavoce del Pentagono, il generale di brigata Pat Ryder. «Questi voli sono iniziati dopo l'attacco del 7 ottobre di Hamas contro Israele», ha aggiunto. La conferma arriva dopo che i Reaper MQ-9, solitamente utilizzati dalle forze speciali statunitensi, sono stati avvistati dai giornalisti mentre volteggiavano sopra Gaza su Flightradar24, un sito web di tracciamento dei voli accessibile al pubblico.

di Marco Ventura

Torna a Tel Aviv come «migliore amico» di Israele il segretario di Stato americano, Antony Blinken, e da un lato ribadisce che «Israele non solo ha il diritto, ma anche il dovere, di difendersi per far sì che un altro 7 ottobre non accada più, nessun Paese può tollerare un massacro di innocenti, e non rimarrà mai solo». Dall’altro, però, preme per il rispetto del diritto internazionale, per evitare vittime civili, e per una «pausa umanitaria» di almeno 12 ore per portare aiuti a Gaza. «Ma niente tregua - replica il premier israeliano, Benjamin Netanyahu - finché Hamas non avrà liberato tutti gli ostaggi. Noi andiamo avanti a tutto vapore».

Con tutta la potenza di fuoco.

La convinzione degli israeliani è che soltanto la pressione sul terreno potrà convincere Hamas a rilasciare i 240 ostaggi. 


IL MESSAGGIO


È un doppio messaggio quello di Blinken: totale solidarietà e vicinanza a Israele, ma con l’avvertimento che “il modo in cui combatte per difendersi conta”. La vendetta, incurante della presenza dei civili usati da Hamas come scudi umani, rischierebbe di distruggere le prospettive di pace futura, e accrescere il radicalismo. «Non ci saranno interlocutori per la pace – dice a Netanyahu – se sopraffatti dalla catastrofe umanitaria e alienati dalla percezione di indifferenza per la loro condizione». Netanyahu mostra un video con gli orrori non divulgati dell’attacco del 7 ottobre nei kibbutz, compresa l’immagine terribile di un padre ucciso davanti ai figli piccoli, e quella di un neonato insanguinato nella culla. «È un colpo al cuore, un vero shock – commenta poi Blinken – che della brutalità di quel massacro molti abbiano perso così velocemente la memoria, ma non in Israele e non in America».

Al tempo stesso, però, il “ministro degli Esteri” di Biden dice di essere scosso dalle immagini dei bambini uccisi o feriti a Gaza. «E quando li vedo e guardo i loro occhi, rivedo i miei bambini: come potrebbe essere altrimenti? Hamas non si preoccupa neanche per un secondo della sopravvivenza o del benessere del popolo palestinese». Ha trasformato gli abitanti in scudi umani. La richiesta a Bibi Netanyahu è duplice: una tregua umanitaria, e evitare l’allargamento del conflitto ad altri fronti regionali, dagli Hezbollah in Libano all’Iran e alle sue milizie sparse in Medio Oriente, a cominciare dalla Siria. Ma l’altra preoccupazione è il consenso dei Paesi arabi moderati, i cui leader Blinken incontrerà dopo Israele, ad Amman: Giordania, Egitto, Arabia Saudita, Emirati arabi uniti, l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen che governa in Cisgiordania. E il Qatar, che ospita i leader di Hamas e insieme la più grande base militare americana dell’area, come mediatore. 


IL FUTURO


Blinken ragiona con Netanyahu anche del dopoguerra. «Le nostre discussioni con i partner in Medio Oriente dovranno continuare pure dopo la sconfitta di Hamas. È inaccettabile che Hamas continui ad avere una responsabilità di governo a Gaza – scandisce Blinken – ma il momento di lavorare per la pace è proprio questo, non domani, non dopo la guerra. L’unica strada per la pace è una soluzione a due Stati, per porre fine una volta per tutte al ciclo della violenza. Nulla dovrà essere come prima. È ora, nel momento più buio, che dobbiamo lottare per un percorso di stabilità, sicurezza, opportunità, integrazione, prosperità e pace». Le immagini della mattanza del 7 ottobre «vanno al di là della umana capacità di comprendere ed elaborare», eppure «abbiamo fornito a Israele – aggiunge sibillino Blinken – i consigli che solo i migliori amici possono offrire, su come minimizzare i morti civili e tuttavia conseguire l’obiettivo di stanare ed eliminare i terroristi di Hamas».

Blinken ha chiesto anche garanzie sulla condanna delle violenze commesse in Cisgiordania dai coloni. Una soluzione sembra si sia trovata, infine, per fornire carburante e altri aiuti a Gaza con la garanzia che non finiscano nelle mani dei miliziani, per quanto Netanyahu continui a dirsi contrario a qualsiasi invio. Sull’aereo di Blinken è arrivato intanto il nuovo ambasciatore Usa in Israele, sede vacante da cinque mesi. È Jack Lew, un ebreo americano ortodosso. 
 

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