Loch Ness, parte la caccia 2.0: droni, sensori e volontari per fotografare il mostro

In acqua anche un idrofono con la speranza di "sentire" Nessie

Loch Ness, parte la caccia: droni, sensori e volontari per fotografare il mostro
Loch Ness, parte la caccia: droni, sensori e volontari per fotografare il mostro
di Vittorio Sabadin
Sabato 26 Agosto 2023, 21:32 - Ultimo agg. 28 Agosto, 08:53
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Da ieri mattina migliaia di appassionati di cose misteriose stanno cercando il mostro di Loch Ness, l’introvabile bestia acquatica diventata protagonista di tanti film, libri e documentari da quando, 90 anni fa, il direttore di un albergo raccontò di averla vista con sua moglie. Aldie Mackay era entrato di corsa nel pub di Drumnadrochit, una cittadina che sorge a metà del lago scozzese, e dopo avere ordinato qualcosa di forte aveva raccontato di avere visto una grande bestia muoversi nell’acqua. Sua moglie confermò l’avvistamento, e cominciò la leggenda di «Nessie».

LO SCOPO
Dopo quasi un secolo di infruttuose ricerche, il Loch Ness Centre di Inverness e la Loch Ness Exploration hanno deciso di vederci chiaro e hanno chiesto a esperti e volontari di indagare tutti assieme per due giorni.

L’appello è stato accolto con entusiasmo: la strada A82 che costeggia il lago è da ieri costellata da punti di avvistamento, dai quali si scrutano le acque. Sono state piazzate telecamere lungo le rive, droni a infrarossi sorvolano l’acqua, un idrofono è stato calato in profondità nel caso il mostro voglia dire qualcosa. Tutti i turisti che stanno visitando la zona (Nessie ne richiama un milione l’anno) stanno collaborando.

I tempi sono duri anche per le Highlands, con la Brexit, la crisi economica e lo spopolamento dei villaggi, e la caccia al mostro è un ottimo sistema per riempire alberghi, ristoranti e negozi di souvenir. Ma è comunque vero che mai così tanti occhi sono stati puntati verso il lago. Paul Nixon, direttore del Loch Ness Centre, ha confermato: «L’interesse per il nostro fine settimana di attività è stato fantastico. Vogliamo chiunque nel mondo sia in grado di aiutare, compresi i cacciatori di mostri in erba. Non vediamo l’ora di scoprire che cosa troveremo».

Tra i cacciatori di mostri in erba c’è anche Charlotte Robinson, una bambina che ha scattato mesi fa una foto rilanciata in questi giorni a sostegno dell’iniziativa. Charlotte ha detto di avere visto Nessie a circa 20 metri dalla riva. La foto un po’ sgranata di «un collo che terminava ad uncino», come l’ha descritto, è considerata la migliore degli ultimi tempi. La foto ha ricordato quella ben più famosa scattata nel 1934 dal tenente colonnello Robert Kenneth Wilson, che la vendette al Daily Mail per 100 sterline. Vi si vede un lungo collo che emerge dall’acqua, con una testa simile a quella dei dinosauri erbivori di Jurassic Park. Sessant’anni dopo si scoprì che il colonnello era un imbroglione che aveva realizzato il mostro usando un sommergibile-giocattolo per bambini, al quale era stato applicato il collo modellato da uno scultore.

GLI AVVISTAMENTI
Ma se mancano immagini convincenti di Nessie, gli avvistamenti si contano a centinaia e tengono viva la leggenda. Il primo risale al 565. St Columba, un santo venerato in Scozia e Irlanda, voleva attraversare il fiume Ness che collega il lago al mare, ma sentì parlare di un uomo che era appena morto dopo essere stato attaccato in acqua da un mostro. St Columba lo resuscitò e chiese a uno dei suoi discepoli di immergersi. Quando il mostro attaccò anche questo poveretto, Columba lo fermò con il segno della croce e gli ordinò di sparire. Da allora Nessie si è comunque rifatto vivo molte volte. Uno dei testimoni più credibili, George Spicer, lo vide attraversare nel 1933 la strada davanti alla sua auto e buttarsi nel lago. Peter MacNab lo fotografò nel 1995 scoprendo che aveva una gobba, o forse due. Un filmato di Discovery sembra dimostrare che abbia anche le pinne.

Si è avanzata l’ipotesi che sia un Plesiosauro, una creatura marina vissuta fra il Triassico e il Cretaceo, che si considera estinta insieme agli altri dinosauri. Il Plesiosauro, dicono i paleontologi, sembrava un serpente passato attraverso una tartaruga, e non deve essere piacevole incontrarlo. Nel 2016 un robot sottomarino scandagliò il Loch Ness, ma l’unica cosa mostruosa che scoprì fu l’incredibile numero di palline da golf che giacevano sul fondo.
 

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