Mamma e figlia di 6 anni morte di sete al confine fra Libia e Tunisia. Unicef: «Ogni settimana muoiono 11 bambini fra i migranti»

La foto è stata diffusa dal giornalista libico Ahmad Khalifa e poi ripreso da Ong come Refugees In Libya

Mamma e figlia di 6 anni morte di sete al confine fra Libia e Tunisia. Unicef: «Ogni settimana muoiono 11 bambini fra i migranti»
Mamma e figlia di 6 anni morte di sete al confine fra Libia e Tunisia. Unicef: «Ogni settimana muoiono 11 bambini fra i migranti»
di Mario Landi
Sabato 22 Luglio 2023, 09:29 - Ultimo agg. 13:29
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Una foto che riassume la tragedia quotidiana dei migranti: madre e figlia morte di sete e di stenti al confine fra Libia e Tunisia, 461 chilometri di sabbia e rocce desertiche che per decine di migliaia di disperati rapprentano la penultima tappa del viaggio della speranza. Valicato quel confine resta la traversata del canale di Sicilia sui barconi.

La foto della madre e della figlia è stata diffusa dal giornalista libico Ahmad Khalifa e poi rilanciata da numerose Ong fra le quali come Refugees In Libya.

Un poliziotto della polizia di frontiera libica ha confermato la veridicità dello scatto: i cadaveri della donna e della bimba sono stati segnalati alle forze dell'ordine da un altro migrante, riferisce sempre Khalifa

La Ong  Refugees In Libya scrive tu Twitter: “Era segnato il destino della donna nel deserto. Il sogno di una vita migliore per la sua bimba è svanito. La sete le hanno consumate, nessuna oasi nelle vicinanze. Il confine tra Tunisia e Libia è uno spartiacque sterile dove i sogni vengono infranti e l’umanità sfidata. Desiderava la sicurezza eppure le autorità hanno spinto i migranti nel deserto, dove la speranza è morta. Le sue labbra si sono screpolate, seccate, la sua forza è svanita rapidamente. Il loro sogno è svanito nella disperazione”.

La tensione al confine fra Libia e Tunisia è sempre più alto: i migranti, arrivata dalla fascia fascia subsahariana, tentano di salire a nord per raggiungere la costa tunisina ma vengono respinti sul confine.

La situazione

Duecento, ottanta, nove. Due, otto, nove. In appena sei mesi tanti sono i bambini morti o scomparsi nelle acque del Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l'Europa a bordo di quei barchini stracarichi che ogni giorno solcano il mare sperando di raggiungere il tanto sperato porto sicuro. I dati diffusi dall'Unicef sono impietosi e parlano di circa undici bimbi morti o scomparsi ogni settimana. La rotta più «letale» resta quella del Mediterraneo Centrale, come conferma anche Frontex che ha registrato nei primi sei mesi del 2023 un aumento degli arrivi del 140% rispetto all'anno scorso. Intanto a Lampedusa continuano senza sosta gli sbarchi dei migranti, con l'hotspot ormai costantemente oltre i mille ospiti. E mentre l'Ue si appresta a firmare l'intesa con la Tunisia in vista di un patto europeo, bisogna ora fare i conti con la strage dei bambini nelle acque del Mediterraneo. «Nel tentativo di trovare sicurezza, ricongiungersi con la famiglia e cercare un futuro più speranzoso, troppi bimbi si imbarcano sulle coste del Mediterraneo, perdendo la vita o risultando dispersi durante il viaggio», ha detto oggi la direttrice generale dell'Unicef Catherine Russell. «Questo - ha ribadito - è un chiaro segnale che bisogna fare di più per creare percorsi sicuri e legali per l'accesso dei bambini al diritto d'asilo, rafforzando al contempo le azioni per salvare vite in mare. In definitiva, bisogna fare molto di più per affrontare le cause alla radice che portano in primo luogo i bambini a rischiare la vita». L'organizzazione stima che 11.600 bimbi - una media di 428 bambini a settimana - sono arrivati sulle coste dell'Italia dal Nord Africa da gennaio. Questo dato rappresenta un aumento di due volte rispetto allo stesso periodo nel 2022, nonostante i gravi rischi che corrono i bambini. La maggior parte di loro parte dalla Libia e dalla Tunisia, dopo aver già affrontato viaggi pericolosi da Paesi dell'Africa e del Medio Oriente.

 Il Mediterraneo Centrale resta dunque la rotta preferita dai migranti per raggiungere l'Europa, come ha confermato Frontex. «Gli arrivi su tutte le altre rotte migratorie hanno registrato un calo rispetto all'anno precedente, che va dal -6% sul Mediterraneo occidentale al -34% sulla rotta del Mediterraneo orientale - spiega il bollettino -. Dopo un calo a maggio, causato da lunghi periodi di cattive condizioni meteorologiche, i contrabbandieri hanno intensificato le loro attività, provocando un aumento dell'85% degli arrivi nel Mediterraneo centrale a giugno.

Purtroppo le traversate in mare rimangono estremamente pericolose. Secondo i dati dell'Oim, solo a giugno quasi 1.900 persone sono scomparse nel Mediterraneo, la maggior parte sulla rotta del Mediterraneo centrale». 

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