Oggi Obama a Cuba fa la storia, ma non incontrerà Fidel Castro

Oggi Obama a Cuba fa la storia, ma non incontrerà Fidel Castro
di Flavio Pompetti
Domenica 20 Marzo 2016, 10:38 - Ultimo agg. 21:03
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NEW YORK - Più che una visita, l'arrivo di Obama a Cuba sembra un'invasione. Il presidente si presenta oggi all'aeroporto dell'Avana con la sua famiglia al completo, quattro ministri, 40 tra senatori e deputati del congresso di Washington e decine di uomini e donne d'affari. Al loro fianco c'è l'inevitabile scorta del servizio segreto, la squadra di baseball dei Tampa Bay Rays e una di giornalisti internazionali. In totale 1.300 stanze d'albergo saranno occupate questa notte dalla più nutrita delegazione estera che sia uscita dagli Usa nell'ultimo decennio. Una tale folla di americani non transitava all'aeroporto Josè Martì dal 1961, quando le relazioni tra Usa e Cuba erano state interrotte e l'esodo dall'isola era appena in pieno corso.

UN EMBARGO DI 54 ANNI
Obama arriva a Cuba a celebrare il compimento di uno degli eventi per il quale il suo nome resterà nella storia: aver riaperto la strada della diplomazia che la lega all'antico paese fratello, e aver sancito l'inizio della fine di un anacronistico regime di embargo che durava da 54 anni, 26 anni dopo il crollo del muro di Berlino. La decisione è stata presa contro il parere dell'opposizione conservatrice, e tra i politici che compongono la delegazione c'è un solo repubblicano che ha accettato di unirsi al viaggio.
Nelle analisi dell'amministrazione statunitense l'apertura è molto più di una riappacificazione tra i due paesi, ed ha piuttosto a che fare con l'influenza che gli Usa esercitano sull'intera America Latina. Il dissidio con Cuba ha scalfito negli anni i rapporti tra Washington e molti dei paesi del Centro e Sud America, e la Cina è riuscita in molti casi a subentrare nell'area come potenza di riferimento. Quando le trivelle cinesi minacciavano di invadere il tratto di oceano tra l'Avana e Miami, Obama ha incassato il via libera della comunità degli affari americana che ha spianato la strada alle sue decisioni.

UN MILIONE DI IMPRENDITORI
Dopo una prima serata di acclimatamento turistico, lunedì si aprirà con la deposizione di una corona di fiori al monumento dedicato al padre della rivoluzione José Martì, seguita dalla cerimonia di ricevimento nella Plaza de la Revolucion. Obama incontrerà il presidente Raul Castro mentre non ci sono conferme di una sua visita con il fratello Fidel, che è comunque molto attesa dalla popolazione cubana. In serata prima della cena di stato al Palazzo della Rivoluzione sono previsti incontri tra la delegazione commerciale americana e i funzionari del governo. I piani di liberalizzazione dell'economia attuati da Raul Castro si muovono con la stessa lentezza con la quale circola sull'isola il traffico delle vecchie carcasse di auto americane degli anni '50, tuttavia Cuba conta già un milione di imprenditori, per lo più piccoli esercenti di imprese turistiche. Gli americani spingono per l'apertura del mercato alimentare ai loro produttori, ma anche per l'estensione di servizi made in Usa, nel campo delle telecomunicazioni e della telefonia cellulare.

La seconda giornata è quella che vedrà Obama protagonista, con un discorso alla nazione cubana pronunciato nel teatro dell'Avana, seguito da un incontro con alcuni dissidenti. Il governo cubano all'inizio della settimana ha rilasciato 4 dei 53 oppositori al momento detenuti, ma la blogger Yoani Sanchez è stata arrestata ieri all'arrivo da Miami insieme a suo marito Elizardo, che è uno degli invitati all'appuntamento con il presidente americano.